franco bechis bankitalia

FINE SMART WORKING MAI – BECHIS SI CUCINA I DIPENDENTI DI BANKITALIA CHE NON VOGLIONO TORNARE IN UFFICIO E CON IL TELELAVORO SI SONO BECCATI 100 EURO IN PIÙ AL MESE: “SI STANNO INCATENANDO ALLE SEDUTE DI CASA PREFIGURANDO TRAGEDIE PANDEMICHE CON IL RITORNO IN UFFICIO IN BARBA AI NUMERI REALI DEL VIRUS. FREGANDOSENE, COME FOSSERO GILET GIALLI QUALSIASI, DELLA FIGURACCIA CHE STANNO FACENDO FARE A UN MONUMENTO COME LA BANCA D'ITALIA…”

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

franco bechis foto di bacco

Sembra che in Italia ci sia ormai un solo posto dove il virus non è sparito e continua a spaventare tutti: via Nazionale, la sede della Banca d'Italia. Da settimane se non mesi chi vive- anzi, chi è assunto lì dentro - sembra non essere affatto rassicurato dal fatto che al governo che gestisce l'uscita dalla pandemia ci sia alla guida un Governatore della banca centrale e addirittura della Banca centrale europea come Mario Draghi, né un ministro dell'Economia che sempre da quelle fila proviene come Daniele Franco, ex direttore generale di Bankitalia.

 

BANKITALIA 3

Tutti i sindacati interni infatti sono in guerra come da nessuna altra parte di fronte alla sola ipotesi di un rientro più massiccio al lavoro in presenza, abbarbicati alle comodità dello smart working fino a rasentare il ridicolo. Venerdì 11 giugno una di queste sigle- il Sindacato indipendente Banca centrale - ha riunito all'ora di pranzo ovviamente da remoto i propri iscritti per lanciare una proposta ai capi del personale della Banca: lasciateci a casa e piuttosto promuovete la diffusione dell'ultimo bonus previsto dal decreto sostegni.

 

franco bechis foto di bacco

«C'è una norma», hanno spiegato i sindacalisti, «che grazie agli emendamenti delle Camere proroga per l'intero 2021 l'aumento a 516,46 euro dei cosiddetti fringe benefits, lo strumento che consente ai datori di lavoro di cedere ai propri dipendenti un importo da spendere in beni e servizi. Fra i beni acquistabili sono compresi anche sedute ergonomiche, scrivanie e prodotti di illuminazione specifici per lavorare in modo adeguato anche da casa». Provano a tentare la direzione di Bankitalia con questo bonus che verrebbe rimborsato dallo Stato pur di starsene a casa e non sentirsi più ripetere la proposta fatta ufficialmente di «due giorni di delocalizzato a settimana, che in sparute divisioni di ricerca economica potrebbero diventare 3, ma nel resto della Banca è più facile che tornino auno, se non a un più confortevole ed ergonomico zero».

 

smart working5

IRONIA E SARCASMO Ci mettono ironia e sarcasmo, ma la sostanza è quella: non vogliono più tornare al lavoro. Ufficialmente sostenendo che da casa c'è maggiore produttività, ma soprattutto «maggiore salute e sicurezza, minori rischi operativi, minore impatto ambientale». In realtà perché sperano di lavorare con più comodità essendo perfino pagati di più e con minore noia. Un po' di responsabilità ce l'ha pure l'ex direttore generale Franco che spinto dall'emergenza sanitaria e dalla necessità di non perdere tempo in discussioni e trattative infinite nel pieno del lockdown 2020 concesse subito ai dipendenti un premio di 100 euro mensili perché accettassero lo smart working che allora era sì una esigenza primaria di salute pubblica.

 

franco bechis foto di bacco

Non l'aveva fatto nessun altra azienda all'epoca, e quelli ingolositi dalla prima offerta hanno iniziato a chiedere sempre di più. Parlando con loro si scopriva che nella retorica e nell'immagine collettiva la Banca d'Italia era sì sempre stata un avamposto della cultura dell'efficienza di questo paese. In realtà nella loro vita privata le case dei dipendenti della banca di centrale erano come piccole caverne dell'età della pietra. Forse avevano la luce, ma non era ancora arrivata l'era del wifi e guai a parlare loro di computer, questo sconosciuto.

 

RISPARMI MONETIZZATI Mancava l'essenziale per lavorare da remoto, e quindi battevano tutti cassa ad Ignazio Visco e alla dirigenza della banca, altrimenti che smart working si poteva mai fare? Alla fine però si sono abituati bene e durante la terza ondata della pandemia - da febbraio di quest' anno in poi- erano andati alla riscossione con l'enne simo buon pretesto. La nuova bandiera è stata: con noi in smart working avete risparmiato un fracco in luce, pulizia degli uffici e tante altre cose, metteteci in busta paga almeno il grosso di quei risparmi invece di restituirli al ministero dell'Economia sotto forma di dividendi.

 

ignazio visco

Quando poi si è saputo che in un altro tempio delle autorità di garanzia con dipendenti superpagati come l'Anac si è scelto di restituire a loro i risparmi dello smarrt working, in Banca di Italia è venuto giù il mondo. E qui si possono capire, perchè Anac è stata piuttosto generosa, redistribuendo al "popolo" (311 dipendenti) direttamente il 75% e indirettamente buona parte del restante 25% del milione e 200mila euro risparmiati in un anno con lo smart working.

 

franco bechis in versione fotografica

«Anche a noi! Anche a noi!» è il grido che si è subito levato in via Nazionale, che ha ovviamente affrettato la decisione dei vertici Bankitalia di richiamare tutti o quasi al lavoro in presenza. E quelli si stanno incatenando alle "sedute ergono miche" di casa prefigurando tragedie pandemiche con il ritorno in ufficio in barba ai numeri reali del virus e all'opinione di tutti gli esperti. Fregandosene, come fossero gilet gialli qualsiasi, della figuraccia che stanno facendo fare a un monumento come la Banca d'Italia che sta dando un pessimo esempio a tutto il resto del Paese.

Luigi Federico Signorini di bankitaliasmart working2ignazio visco mario draghi franco bechis foto di baccosmart working3smart working4BANKITALIA 2

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO