carlo nordio giusi bartolozzi

SO’ DOLORI SE IL GOVERNO SCARICA LA “ZARINA” GIUSI BARTOLOZZI PER IL CASO ALMASRI: LA CAPO DI GABINETTO DI NORDIO È CUSTODE DI SEGRETI IMPORTANTI E DI PRATICHE RISERVATISSIME – HA AVUTO UN RUOLO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER SULL’ANARCHICO ALFREDO COSPITO (SUL CUI CASO E’ ARRIVATA UNA CONDANNA A OTTO MESI PROPRIO PER RIVELAZIONE DI SEGRETO PER IL SOTTOSEGRETARIO DELMASTRO) E NEL CASO DI ARTEM USS, FIGLIO DI UN OLIGARCA AMICO DI PUTIN, FUGGITO MENTRE ERA AI DOMICILIARI – BARTOLOZZI POTREBBE ESSERE INDAGATA DALLA PROCURA DI ROMA: A INCASTRARLA SAREBBERO DEL RESTO TUTTE QUELLE “DICHIARAZIONI MENDACI” RESE AL TRIBUNALE DEI MINISTRI...

Estratto dell’articolo di Enrica Riera per “Domani”

 

GIUSI BARTOLOZZI

L’anarchico al 41-bis e i coinquilini chiacchieroni, il figlio dell’oligarca russo amico di Vladimir Putin, il torturatore libico sul Falcon 900. Per non parlare dei retroscena sulla riforma della giustizia o sull’abrogazione del reato di abuso di ufficio e di tutti gli altri dossier impilati sulla scrivania del ministro Carlo Nordio.

 

Sul caso Almasri sarebbe più facile per tutto il governo scaricare la responsabilità politica su Giuseppa “Giusi” Lara Bartolozzi, la capa di gabinetto che di fatto ha gestito la scarcerazione del miliziano che si è macchiato di crimini di guerra e contro l’umanità indicibili. Ma non è poi così possibile o scontato. Costringerla alle dimissioni? Demansionarla? No. La zarina di via Arenula è la custode dei segreti cruciali del paese e di pratiche riservatissime.

 

Ex magistrata, ex parlamentare di Forza Italia, la tecnica ha conquistato la stima incondizionata del ministro e anche del suo sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, ma soprattutto ha messo il naso in fascicoli che, qualora resi pubblici in tutte le loro sfaccettature, potrebbero scottare l’esecutivo Meloni.

 

GIUSI BARTOLOZZI

È lei, ufficialmente braccio destro di Nordio dal 24 ottobre 2022, ad aver gestito faccende delicatissime con esiti non troppo felici. Tra queste […] ce ne sono due in particolare che hanno allarmato la maggioranza per la loro gestione: caso Cospito e caso Uss. Su entrambi, dicono da Palazzo Chigi, Nordio sarebbe stato «mal consigliato da Bartolozzi».

 

Partiamo dall’anarchico insurrezionalista, autore della gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Il 31 gennaio 2023 nell’aula di Montecitorio il deputato di FdI Giovanni Donzelli aveva letto passaggi di una relazione del gruppo speciale della polizia penitenziaria che opera all’interno del 41-bis, quello del detenuto Cospito.

 

La relazione, contenente informazioni sensibili sull’anarchico e un gruppo di boss mafiosi, era stata sfruttata da Donzelli per colpire l’opposizione che in quei giorni andò a trovare Cospito in carcere. Chi aveva fornito quelle informazioni al meloniano era stato Delmastro, all’epoca suo coinquilino, con delega alla penitenziaria. Si è discusso in quei giorni sulla natura di quei dati certamente riservati.

 

giusi bartolozzi

Così, dopo l’azzardo di Donzelli, il ministro Nordio ha lanciato il salvagente al suo sottosegretario. Il tentativo, però, si è rivelato maldestro: quegli atti, ha sostenuto il guardasigilli in base a un parere firmato dalla zarina in persona, non erano segreti, ma a “limitata divulgazione”.

 

Era vero? L’inchiesta della procura di Roma dimostrerà il contrario. E Delmastro, dopo un iter giudiziario complesso, a febbraio scorso verrà condannato a otto mesi proprio per rivelazione di segreto. Un pasticcio, insomma, targato Giusi Bartolozzi. Ancora.

 

Tra i corridoi di via Arenula è noto un altro episodio rivelatore del metodo usato dalla “ministra” accentratrice. Nei giorni caldi del caso di Artem Uss, il cittadino russo accusato di frode bancaria, riciclaggio e contrabbando di armi, evaso dai domiciliari in Italia, Nordio – sempre suggerito da Bartolozzi – ha infatti scelto lo scontro con la procura di Milano.

 

GIUSI BARTOLOZZI

A tal punto che l’Associazione nazionale magistrati reagì all’avvio dell’azione disciplinare da parte del ministero nei confronti della corte d’appello di Milano, i cui giudici erano accusati di grave negligenza (i magistrati avevano concesso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico ad Uss, che riuscì appunto a scappare). Ad avviare l’azione disciplinare era stato per l’appunto il ministro della Giustizia.

 

Un atto durissimo […] Una linea che ha scatenato non solo la guerra con la magistratura, ma che è stata criticata perfino dagli avvocati. Alla fine, nel 2024, i giudici del Csm hanno assolto i magistrati della corte d’appello di Milano. Un ulteriore ko, pertanto, per Bartolozzi. Che pure nella gestione del caso Almasri, a suon di «basta! Basta! Segnati su Signal», non ha dato il meglio di sé. […]

 

GIUSI BARTOLOZZI.

Sembra quindi che i consigli dell’ex magistrata non portino fortuna a chi li riceve. Solo in un caso la zarina, o meglio chi le sta vicino, pare averla fatta franca: Bartolozzi è sposata con l’avvocato, ex uomo della giunta guidata da Musumeci, Gaetano Armao, di cui a marzo Domani ha passato in rassegna debiti e case all’asta. Anni fa il marito forzista e giurista di “lady Bartolozzi” aveva dovuto affrontare un altro caso ingarbugliato nato da un esposto firmato dall’ex moglie che avrebbe dovuto ricevere gli alimenti dopo la separazione.

 

Ma intervenne il tribunale di Palermo con il pignoramento dello stipendio del politico a favore della nuova compagna Giusi, con cui aveva firmato una scrittura privata. La decisione del tribunale impedì così alla prima moglie di ottenere quanto le sarebbe spettato. Un suggerimento di Bartolozzi?

giusi bartolozzi

 

[…]  su Bartolozzi, a fronte di quanto emerso dalle carte del Tribunale dei ministri, potrebbero presto accendersi i fari della procura capitolina. A incastrarla sarebbero del resto tutte quelle «dichiarazioni mendaci» che la “ministra ombra” avrebbe reso davanti alle tre giudici del collegio speciale.

 

Al ministero è di conseguenza allo studio quello che sembrerebbe l’unico appiglio possibile, in punto di diritto, per evitare gli scenari più neri: il comma 3 dell’articolo 9 della legge costituzionale sul Tribunale dei ministri che prevede che, se il reato viene commesso da più soggetti in concorso tra loro, è l’assemblea a indicare a chi «anche se non ministro o parlamentare» si estenda il «diniego». E, vista la portata delle note stampa inviate da Nordio per “proteggere” la «sua ministra», si può dire che il guardasigilli sia disposto a tutto pur di salvarla […]

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)