renzi carlo de benedetti debenedetti

“RENZI MI HA DETTO CHE IL DECRETO PASSA”. CON QUESTA INFORMAZIONE DE BENEDETTI HA GUADAGNATO 600 MILA EURO CHIEDENDO AL SUO BROKER DI INVESTIRE SULLE POPOLARI - QUATTRO GIORNI PRIMA DEL DECRETO DEL 20 GENNAIO 2015, RENZI AVREBBE RASSICURATO L'INGEGNERE CHE IL PROVVEDIMENTO SAREBBE PASSATO. È LO STESSO CDB A RACCONTARLO IN UNA TELEFONATA... - ECCO COSA HA DETTO

1 - POPOLARI, DE BENEDETTI AL TELEFONO: RENZI MI HA DETTO CHE IL DECRETO PASSA

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

Quattro giorni prima del decreto del governo sulle Popolari varato il 20 gennaio 2015, Matteo Renzi avrebbe rassicurato l'imprenditore Carlo De Benedetti che il provvedimento sarebbe passato. È lo stesso Ingegnere a raccontarlo al professionista che curava i suoi investimenti in Borsa. La registrazione della telefonata - rimasta finora segreta - è allegata al fascicolo che la Procura di Roma ha trasmesso alla Commissione parlamentare banche. E sembra smentire la versione fornita da entrambi quando avevano escluso la veicolazione di informazioni riservate.

 

de benedetti renzi

L'indagine per insider trading fu avviata tre anni fa su segnalazione della Consob che aveva evidenziato plusvalenze e movimentazioni anomale sui titoli. In particolare De Benedetti aveva investito 5 milioni di euro con Romed spa guadagnando 600 mila euro. I magistrati hanno sollecitato l'archiviazione dell'inchiesta perché sia Renzi sia De Benedetti, interrogati dai pubblici ministeri, hanno escluso di essere entrati nel merito del testo poi approvato a Palazzo Chigi. Ma adesso - in attesa che il giudice decida se accogliere la richiesta dei pm - si esprimerà la Commissione nella relazione finale.

 

ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetti

È il 16 gennaio 2015. De Benedetti parla al telefono con Gianluca Bolengo, suo referente nella società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti. Il colloquio viene registrato così come previsto dalla normativa sulle intermediazioni finanziarie.

 

De Benedetti: Sono stato in Banca d'Italia l'altro giorno, hanno detto (incomprensibile) che è ancora tutto aperto.

Bolengo: Sì, ehm, però adesso stanno andando avanti... comunque non è...

De Benedetti: Faranno un provvedimento. Il governo farà un provvedimento sulle Popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi... una o due settimane.

Bolengo: Questo è molto buono perché c'è concentrazione nel settore. Ci sono troppe banche popolari. Sa, tutti citano il caso di Sondrio città di 30 mila abitanti.

 

CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI

De Benedetti: Quindi volevo capire una cosa (incomprensibile) salgono le Popolari?

Bolengo: Sì su questo se passa un decreto fatto bene salgono.

De Benedetti: Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa.

 

Bolengo: Se passa è buono, sarebbe da avere un basket sulle Popolari. Se vuole glielo faccio studiare, uno di quelli che potrebbe avere maggiore impatto e poi però bisognerebbe coprirlo con qualcosa.

De Benedetti: Togliendo la Popolare di Vicenza.

Bolengo: Sì.

 

davide serra alla leopolda

Va tutto come previsto: quattro giorni dopo il decreto viene effettivamente approvato. Il 13 febbraio il presidente Giuseppe Vegas viene ascoltato in Parlamento e spiega come la Consob «ha rilevato la presenza di alcuni intermediari con un'operatività potenzialmente anomala» con acquisti prima del 16 gennaio, cioè prima che si sapesse «dell'intenzione del governo di adottare il provvedimento». Tra i casi citati c'è anche quello del finanziere Davide Serra, che avrebbe ottenuto guadagni con la sua Algebris.

 

giuseppe vegas

Gli atti Consob vengono trasmessi alla Procura di Roma che iscrive nel registro degli indagati Bolengo e nel maggio successivo interroga lo stesso De Benedetti e Renzi come persone informate dei fatti. Confermano di aver avuto contatti in quei giorni, ma negano lo scambio di informazioni privilegiate. In particolare Renzi assicura che «alla riforma delle banche si dedicarono cenni del tutto generici e non fu riferito a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico».

 

PIGNATONE

Un mese fa, su richiesta del senatore Andrea Augello (Idea) la Commissione banche chiede ai magistrati romani l'invio del fascicolo. Il plico arriva il 29 dicembre. E contiene quel colloquio finora inedito, destinato a rimanere segreto proprio perché il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Stefano Pesci hanno chiesto l'archiviazione dell'indagine.

 

In particolare i magistrati ritengono che non sia stato commesso insider trading perché nella telefonata «De Benedetti si limita ad affermare di aver appreso di un "intervento": espressione polivalente che nulla apporta in più rispetto a quanto ben noto a Bolengo. Ma anche che l'intervento sarebbe stato realizzato in tempi brevi, ma non necessariamente brevissimi e comunque non determinanti».

 

Andrea Augello

Una valutazione che dovrà adesso essere esaminata dai componenti della Commissione parlamentare che devono scrivere la relazione sugli accertamenti compiuti negli ultimi mesi sulla gestione della crisi delle banche Popolari che ha causato perdite per milioni di euro e ha coinvolto migliaia di risparmiatori.

 

2 - QUEL VERTICE DI GENNAIO IN CUI SI DECISE LA PROCEDURA D’URGENZA

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

La prima indiscrezione sulla riforma delle Popolari compare in un dispaccio dell' agenzia Ansa il 3 gennaio 2015 quando si parla di un progetto «per trasformare le Popolari in Spa, da realizzare in primavera». Da quel momento si rincorrono le voci sul provvedimento del governo, ma nessuno parla esplicitamente di decreto legge. Anzi, la discussione riguarda la possibilità di procedere con un disegno di legge proprio per evitare possibili speculazioni.

 

renzi padoan

L'8 gennaio viene convocato un vertice al quale partecipano il premier Matteo Renzi, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e il vicedirettore Vittorio Panetta. «Si decide che l'intervento che elimina il voto "capitario" per le Popolari deve essere fatto con procedura d' urgenza e che sarebbe stato portato alla riunione di governo del 20 gennaio. In realtà il 16 gennaio, quando la Borsa è ormai chiusa, è proprio Renzi ad annunciare che nell'Investment compact che sarà esaminato dal governo ci sarà anche la riforma delle Popolari, pur senza scendere pubblicamente nei dettagli. Le polemiche esplodono nemmeno un mese dopo, quando Vegas denuncia in Parlamento «anomalie» sugli investimenti e invia gli atti alla Procura di Roma.

 

BRUNETTA

Il 14 dicembre scorso, in audizione di fronte alla Commissione banche Vegas risponde a una domanda di Renato Brunetta (FI) e dichiara: «Dall'istruttoria della Consob sui movimenti in Borsa delle banche popolari è emerso che ci furono dei colloqui principalmente dell' ingegner De Benedetti con il dottor Panetta della Banca d' Italia e con l' allora premier Matteo Renzi alcuni giorni prima dell' approvazione del decreto». Si decide di chiedere alla Procura di Roma tutto il fascicolo processuale proprio per verificare che cosa sia emerso nel corso degli accertamenti. E così viene fuori il testo della telefonata di De Benedetti che indica Renzi come autore della «soffiata».

 

consob opa sts hitachi

3 - “HO PARLATO CON RENZI COMPRATE LE POPOLARI"

Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

[…] In febbraio, la Consob apre un' indagine sui movimenti dei titoli delle Popolari quotate e, tra le altre cose, acquisisce la registrazione della telefonata e ricostruisce l'operatività di Intermonte per conto della Romed, società di De Benedetti che secondo quanto emerge in quel 16 gennaio compra titoli delle Popolari per un controvalore di 5 milioni di euro, realizzando una plusvalenza di 600 mila euro. La Consob ha archiviato il procedimento ma ha passato gli atti alla procura di Roma. Che, nella primavera del 2016, sentirà De Benedetti, Renzi e Panetta.

 

FABIO PANETTA

Tutta la vicenda è ricostruita nella richiesta di archiviazione presentata dalla procura nel giugno del 2016. Secondo la procura, «due sono gli elementi price sensitive (tali cioè da alterare il prezzo delle azioni, ndr) che avrebbero dovuto rimanere riservati: l' adozione dello strumento del decreto legge e la data di emanazione del decreto».

 

Secondo la procura, De Benedetti non fa cenno di essere a conoscenza di profili price sensitive, ma di aver appreso genericamente di un «intervento» sulle Popolari in un tempo indeterminato («nei prossimi mesi...Una o due settimane», dice in un altro passaggio della stessa telefonata).

 

assemblea pop vicenza

Tanto Panetta che Renzi, entrambi sentiti dalla procura, confermano di aver incontrato De Benedetti ma «riferiscono che all'imminente riforma delle banche Popolari dedicarono cenni del tutto generici e che non fu riferito in quei colloqui a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico dell' intervento». Gli incontri di De Benedetti con Renzi e Panetta erano stati riferiti anche dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nel corso della sua audizione alla commissione banche lo scorso 14 dicembre. […]

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...