marco prato

A CHI IMPORTA DEL SUICIDIO DI UN MOSTRO? – MARCO PRATO AVEVA TENTATO DI TOGLIERSI LA VITA PIÙ VOLTE, EPPURE È STATO MANDATO NEL CARCERE DI VELLETRI, INADEGUATO A OSPITARE I SUOI SQUILIBRI EMOTIVI – MA NESSUNO CHIEDE RISPOSTE, TANTO (COSÌ LA PENSANO GLI UTENTI DEL WEB) ERA SOLO UN ASSASSINO TORTURATORE CHE MERITAVA DI MORIRE

Fabrizio Maria Barbuto per “Libero Quotidiano”

 

marco prato

Un esubero di 173 detenuti, eppure Marco Prato, criminale dalla personalità proclive al suicidio, fu trasferito proprio a Velletri, dove non gli sarebbe stata certamente garantita la sorveglianza necessaria a scongiurare il peggio. Perché nessuno esige risposte in merito? Non la famiglia, non la società.

 

Tanto Marco era solo un mostro che meritava di morire, poco importa se, ad uccidersi, sia stato lui. È così che la pensano gli innumerevoli utenti del web, i quali hanno già emesso sentenza prima degli organi competenti, come consuetudine nell' era digitale.

 

Il Lazio si distingue per un triste primato in campo carcerario, "vanta" infatti le prigioni più straripanti della penisola, le quali superano in molti casi la capienza regolamentare. Come sostiene lo stesso garante dei detenuti Mauro Palma, quella di Velletri non era la struttura idonea a ospitare Prato e supportarlo nei suoi squilibri emotivi.

manuel foffo marco prato

 

L' uomo si è espresso sulla morte del ragazzo definendola un "suicidio annunciato", ma c' è perfino chi ipotizza il "suicidio assistito". Ad opera di chi? È davvero da considerare l' eventualità che qualcuno abbia agito sottobanco affinché l' assassino venisse trasferito lì dove gli fosse più facile dare riscontro al suo proposito di farla finita?

 

MARCO PRATO

È possibile che questa fosse una delle ultime volontà di Prato, o esse erano solo quelle trascritte sul foglietto testamentario ritrovato in cella al suo decesso, in cui pregava che alla sua salma venisse rigenerata la chioma e messo lo smalto rosso?

 

Il caso Varani sembrava risolto con la cattura degli assassini del povero Luca, ma ora che uno di essi si è tolto la vita in circostanze non del tutto chiare, la sua trama si infittisce più che mai.

 

TENTATIVI FALLITI

«Aveva tentato il suicidio più volte, Marco, ma nonostante fossimo amici, l' ho scoperto solo dalle ricostruzioni tv» a parlare è Alfonso Stani, noto pr della capitale che conosceva bene Prato, e che dopo il delitto Varani ne ha cancellato ogni forma di rispetto e affezione.

 

marco prato manuel foffo

«Sprizzava vita da ogni poro, e venire a conoscenza delle sue manie suicide mi ha sorpreso quasi quanto scoprirlo assassino. Gli hanno fornito molte attenuanti, e tra queste c' è la droga, ma essa può solo amplificare la natura di un uomo, non le fa prendere un altro corso».

 

MARCO PRATO

I tentativi di togliersi la vita operati da Prato, forse, si sono sempre rivelati fallimentari perché morire non era davvero il suo proposito, attaccato com' era alla materialità di quella vita che celebrava a ritmo accelerato, senza mai avere del tutto imparato a gestire un disordine emozionale che lo portò a eccessi di ogni tipo: sesso promiscuo, alcool a profusione e droghe pesanti.

 

MARCO PRATO - LUCA VARANI - MANUEL FOFFO

Fino al più tragico di tutti: l' omicidio di Luca Varani, perpetrato assieme al suo complice-amante Manuel Foffo, con centosette coltellate.

 

LATO OSCURO

«Le reciproche nature perverse si sono fomentate, e dalla loro fusione è scaturito il peggio» asserisce Stani, il quale, da persona che conosceva uno degli assassini e la sua indole suggestionabile, si dice certo che le responsabilità del crimine spettino solo al 10% a Prato: «Sì, aveva una personalità complessa e a tratti torbida, ma nessuno avrebbe mai familiarizzato col suo lato oscuro se qualcuno non si fosse impegnato a portarlo in superficie.

 

MARCO PRATO 5

Lui voleva essere Dalidà, e in Foffo aveva trovato il suo Luigi Tenco». Prato aveva infatti una vera e propria ossessione per la cantante francese della quale, ogni anno, celebrava sul suo profilo Facebook data di nascita, di morte e tappe di vita salienti.

 

I suoi post pubblici terminavano sempre con la dicitura «applausi», come a esprimere le sue smanie autocelebrative e quel narcisismo distruttivo dal quale appariva permeato, che, nonostante la sua omosessualità dichiarata, lo portò perfino a intrecciare relazioni con soubrette e donne dello spettacolo, pur di sfilare sui red carpet capitolini.

 

marco prato con flavia vento e nadia bengala

Il suo suicidio ancora avvolto nel mistero si è svolto proprio con la stessa spettacolarità di uno dei suoi tanti post su Facebook: un decalogo di cose da fare dopo la sua morte e l' invito agli amici di continuare ad ascoltare Dalidà anche al posto suo.

 

E nonostante l' intero scritto si concluda con l' addio alla famiglia, è tutto così lezioso e studiato a tavolino che sembra quasi avercela messa anche lì, da qualche parte, quella consueta esortazione: «Applausi».

marco prato 6marco prato 7foffo marco prato manuel luca varaniluca varani manuel foffomarco prato 8MARCO PRATO marco prato 3marco prato 9marco prato 1flavia vento marco prato

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO