
“SULLA SCENA DEL CRIMINE FORSE C’ERANO ALTRE DUE PERSONE” – L’AVVOCATO DI ALBERTO STASI, GIADA BOCELLARI, SOSTIENE CHE L’OMICIDIO DI CHIARA POGGI NON SIA STATO OPERA DI UN SOLO KILLER: “LO DISSE GIÀ IL NOSTRO CONSULENTE NEL 2007. DI CERTO L’AZIONE AVVIENE IN TRE FASI E, ALMENO NELLE PRIME FASI, NON SI PUÒ ESCLUDERE LA PRESENZA DI ALTRI SOGGETTI” – IL TAPPETINO, IL CUCCHIAIO E 35 IMPRONTE: IN DUE SCATOLONI I REPERTI DELLA VILLETTA DI GARLASCO, CHE ORA SARANNO ANALIZZATI DAI PERITI NOMINATI DAL GIUDICE – I GENETISTI DOVRANNO CONFERMARE O SMENTIRE L’ATTRIBUZIONE ALL’INDAGATO ANDREA SEMPIO DEL DNA PRESENTE SULLE UNGHIE DI CHIARA… – VIDEO
I CARABINIERI DEL RIS NELLA VILLETTA DI CHIARA POGGI A GARLASCO - ORE 14
L'AVVOCATA DI STASI: «SULLA SCENA DEL CRIMINE FORSE ALTRE DUE PERSONE»
Estratto dell‘articolo di Alfio Sciacca per www.corriere.it
«Alberto in questa fase vive in una sorta di bolla di sapone. Lo informiamo per grandi linee, ma poi tende a non leggere i giornali e a non vedere la tv. Penso sia un meccanismo di difesa». L’avvocata Giada Bocellari difende Alberto Stasi dalla prima ora. [...]
Perché lei non ha mai avuto dubbi sull’innocenza di Stasi.
«A prescindere che sia colpevole o innocente, la sua condanna non è oltre ogni ragionevole dubbio».
Andiamo a Sempio. Uno degli indizi è il suo Dna sulle unghie di Chiara. C’è poi un altro Dna maschile ignoto? Un possibile complice?
«Lo accerterà l’incidente probatorio che inizia la settimana prossima. La Procura vuole acquisire i Dna di altri soggetti per identificare o escludere. Se, per esempio, ci fosse quello di Biasibetti è chiaro che non poteva essere a casa Poggi, visto che quel giorno era in Trentino».
C’è poi la «traccia 33» sul muro, anche questa attribuita a Sempio. Voi addirittura la ritenete imbrattata di sangue.
«Noi diciamo che è un’impronta molto carica di materiale biologico. Le conclusioni le trarranno i nostri consulenti nella relazione che depositeremo. È comunque un’impronta carica di materiale biologico che potrebbe anche essere sangue o sudore misto a sangue».
Ma come si fa a stabilirlo visto che di quell’impronta è rimasta solo una foto?
«Secondo i nostri consulenti si può fare una valutazione anche da una foto».
Secondo voi sulla scena del crimine c’erano più persone?
«Già nel 2007 il nostro consulente disse che c’erano due persone. Detto ciò per quello che sappiamo fino ad ora l’azione omicidiaria avviene in tre fasi e, almeno nelle prime fasi, non si può escludere la presenza di altri soggetti».
Quindi c’è qualcuno che è rimasto nell’ombra?
DELITTO DI GARLASCO - RICOSTRUZIONE DELLA SCENA DEL DELITTO
«Mi sembra ormai chiaro che ci siano state molte lacune nelle indagini del 2007 e credo che uno degli scopi delle nuove indagini sia questo». [...]
Circolano anche strane piste: satanismo, pedofilia, la Bozzola. Come le valuta?
«I media stanno andando molto più veloci rispetto a come procedono le indagini. Queste ipotesi, allo stato, non mi sembrano riscontrate».
[...]
Ma c’è una sentenza passata in Cassazione. Possibile immaginare un tale clamoroso errore giudiziario?
«Potrebbe essere un clamoroso errore giudiziario alla pari dei tantissimi casi di persone che non hanno la stessa visibilità di Stasi e la cui vita è stata distrutta. Non ci sarebbe da stupirsi: è più frequente di quanto si possa immaginare». [...]
IN DUE SCATOLONI I REPERTI DI GARLASCO
Estratto dell’articolo di Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
DELITTO GARLASCO - SOPRALLUOGO DEI RIS NELLA VILLA DELLA FAMIGLIA POGGI
Due scatoloni sigillati, e relativi verbali che ne attestano il contenuto. Uno, al comando provinciale dei carabinieri di Milano. Un altro (almeno), all’Istituto di medicina legale di Pavia. All’interno, i reperti che saranno analizzati dai periti nominati dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli.
S’avvicina il giorno del maxi incidente probatorio del 17 giugno per l’inchiesta «alternativa» sul giallo di Garlasco.
Già domani ci sarà il primo passo. La genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani si presenteranno al mattino in via Moscova, e nel pomeriggio nella sede dell’università pavese per prendere in consegna il materiale da studiare nei laboratori della polizia scientifica di via Fatebenefratelli. Il piatto forte sarà confermare o smentire l’attribuzione all’indagato Andrea Sempio del Dna presente sulle unghie di Chiara Poggi.
I periti saranno chiamati ad analizzare di nuovo, in contraddittorio tra le parti, quel materiale biologico (o meglio i risultati degli esami già fatti nel 2007) da confrontare poi con il Dna prelevato a Sempio, a Stasi, ai familiari di Chiara, a Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, amici di Sempio e Marco Poggi, a Marco Panzarasa, amico di Stasi, alle gemelle Paola e Stefania Cappa, e ai carabinieri e soccorritori intervenuti sulla scena del crimine.
Si cercherà materiale genetico anche dalle «para adesive» delle impronte raccolte nella villetta di via Pascoli. Delle 60 impronte evidenziate, 35 saranno quelle analizzate (per quelle sulle pareti non si usano le «para adesive»). Sono le tracce evidenziate sul portone d’ingresso, sulla porta a soffietto che dà sulle scale della cantina, e sulle porte di cucina, tinello, corridoio, bagno, garage.
A queste s’aggiungono quelle repertate sulle ante della cucina e sul sistema d’allarme. Non si sa ancora, invece, se sarà possibile testare per l’eventuale presenza di sangue «l’impronta 33» , rilevata sulla parete vicino al corpo della vittima e oggi attribuita a Sempio, in quanto ancora non sarebbe stato rintracciato né l’intonaco «grattato», né la provetta con la soluzione in cui la polvere fu in parte disciolta per i test.
«Pezzi» di Dna saranno poi cercati anche sul contenuto del sacchetto della spazzatura — il tè freddo, due vasetti di yogurt, un piatto di plastica, l’incarto in plastica dei biscotti, la scatola dei cereali —, oltre che sulla porzione insanguinata del tappetino del bagno e sul cucchiaino trovato sul divano. [...]
Intanto, la nuova analisi della disposizione delle tracce di sangue (Bpa), per una ricostruzione «alternativa» del delitto, è di fatto iniziata l’altro giorno, con il replay a 18 anni di distanza del sopralluogo dei carabinieri nella villetta di via Pascoli. Rilievi e misurazioni con laser, scanner e droni ricostruiranno casa Poggi in 3D.
Il comandante del Ris di Cagliari Andrea Berti proverà quindi a «rileggere» macchie e schizzi di sangue, per ridisegnare la dinamica dell’omicidio di quel 13 agosto 2007, e per verificare anche se davvero la vittima non ha nemmeno provato a difendersi. E magari per trovare un posto alle tre gocce di sangue di Chiara che segnavano le piastrelle davanti al divano.
droni fuori dalla villetta di garlasco in cui fu uccisa chiara poggi
Le stesse che, all’epoca, nella relazione con la Bpa del Ris di Parma venivano definite di «non facile contestualizzazione», ipotizzandone l’origine in una fase precedente all’aggressione mortale, iniziata con violenti colpi alla testa all’ingresso di casa. Un primissimo colpo a Chiara che poi di fatto sfuma. [...]
Eppure, che fossero anomale quelle tracce lo conferma anche un altro documento. È la consulenza biologica del 2007, sempre del Ris di Parma, che le definisce «di particolare interesse investigativo perché isolate dalle rimanenti proiezioni ematiche».
SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI DEL RIS ALLA VILLETTA DI GARLASCO DEI POGGI
reperti - delitto di garlasco
marco panzarasa - alberto stasi - chiara poggi - londra 2007
DELITTO DI GARLASCO - IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
andrea sempio
andrea sempio
SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI DEL RIS ALLA VILLETTA DI GARLASCO DEI POGGI