
IL “POMPIERE” TAJANI PROVA A SPEGNERE L’INCAZZATURA DEI VESCOVI – DOPO CHE IL PRESIDENTE DELLA CEI, MATTEO ZUPPI, HA CRITICATO IL GOVERNO PER LA DECISIONE DI “MODIFICARE IN MODO UNILATERALE LE FINALITÀ DI ATTRIBUZIONE DELL’8 PER MILLE”, IL VICEPREMIER AZZURRO TENTA UNA MEDIAZIONE: “È UN DIBATTITGO APERTO, STIAMO DISCUTENDO CON LA CHIESA” – IL PUNTO DELLO SCONTRO È L’AGGIUNTA DELLA LOTTA ALLA TOSSICODIPENDENZA TRA LE ALTERNATIVE POSSIBILI CHE IL CONTRIBUENTE PUÒ INDICARE NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI PER DESTINARE LA QUOTA DEL REDDITO IRPEF – TAJANI SI GIUSTIFICA: “LE COMUNITÀ DI RECUPERO IN GRAN PARTE SONO GESTITE DA RAPPRESENTANTI DELLA CHIESA...”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
antonio tajani con il cardinal matteo maria zuppi al raduno degli scout a verona
Il governo prova a stemperare la tensione con i vescovi italiani sull’ 8 per mille. All’indomani della «delusione» espressa dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, per la scelta dell’esecutivo di «modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione», è il vicepremier Antonio Tajani a provare a calmare le acque.
«Non è successo nulla di strano: una parte» della quota del gettito Irpef – dice il leader di Forza Italia – «viene destinata alle comunità di recupero dei tossicodipendenti, che in gran parte sono gestiti da rappresentanti della Chiesa, quindi, nella sostanza, non ci sono danni per la Chiesa». I toni guardano al dialogo: «È un dibattito aperto, stiamo discutendo con la Chiesa su questo argomento» [...]
matteo zuppi alla messa pro eligendo pontefice foto lapresse
Il riferimento è alla categoria introdotta dal centrodestra al governo nel 2023. Si intitola “Prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche”. È uno dei sei codici che il contribuente può indicare nella dichiarazione dei redditi nei casi in cui decide di destinare l’8 per mille allo Stato. Ma è anche la ragione che ha fatto sollevare la Cei: la possibilità di indicare una destinazione puntuale alla quota che finisce nelle casse dello Stato sta contribuendo a erodere il gettito che va alla Chiesa cattolica.
Sono i dati del Dipartimento delle Finanze del Mef a disegnare una curva in discesa per la Cei e una traiettoria sempre più positiva per lo Stato.
8 X MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA
Il trend si sta stabilizzando. Nasce nel 2020, quando nel modello della dichiarazione dei redditi compaiono per la prima volta le cinque voci a cui assegnare l’8 per mille al posto della casella generica “Stato” (il contribuente può anche apporre la firma nel box senza selezionare una delle categorie).
La quota che i contribuenti decidono di riservare allo Stato passa dal 16,5% dell’anno precedente al 22,6%. È il balzo più consistente registrato fino a quel momento. Al contrario, la quota per la Chiesa indicata espressamente nel 730 cala dal 77,1% al 71,7%. Da allora in poi, la discesa non si fermerà più: la percentuale cala al 69,5% nel 2021, mentre l’anno successivo scende al 67,2%.
Matteo Maria Zuppi Foto Mezzelani GMT - 2
L’introduzione della sesta categoria, voluta dal governo in carica, potrebbe accentuare la caduta, almeno stando alle richieste avanzate dagli enti che lavorano per il recupero dalle tossicodipendenze.
L’impatto negativo inizia a farsi sentire: quest’anno, infatti, sarà ripartito l’8 per mille che i contribuenti hanno indicato nelle dichiarazioni del 2021, l’anno che ha cristallizzato il calo della quota riservata alla Chiesa e l’aumento dell’incasso per lo Stato. La curva continua a salire: 24% nel 2020, l’anno dopo al 24,6%. Nel 2022 è arrivata a toccare quota 26,7%. [...]
antonio tajani e matteo maria zuppi al raduno degli scout a verona