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IL MESSICO TREMA – IL BILANCIO DEL TERREMOTO DI MAGNITUDO 8,2  CHE HA COLPITO IL CENTRO E IL SUD DEL PAESE CONTINUA AD AGGRAVARSI: ALMENO 61 MORTI – IL PRESIDENTE MESSICANO PENA NIETO: "E’ STATA LA SCOSSA PIU’ FORTE DAL 1932". E PROCLAMA 3 GIORNI DI LUTTO NAZIONALE – VIDEO

Da repubblica.it

E' stato il terremoto più potente ad avere colpito il Messico da 85 anni a questa parte, uno fra i 50 più violenti mai registrati, quello di magnitudo compresa fra 8,1 e 8,2 avvenuto poco prima della mezzanotte locale, le 6,49 italiane nel Pacifico, lungo le coste del Paese. Una potenza devastante che ha provocato il panico nel sud e del centro del Paese, compresa la capitale, dove vivono circa venti milioni di persone. L'epicentro è stato individuato sotto l'oceano Pacifico, 87 km a sudovest di Pijijiapan, a una profondità di 58 chilometri.

 

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Il bilancio continua ad aggravarsi: le autorità parlano di 61 vittime, alle quali si aggiunge un morto in Guatemala. Secondo quanto ha annunciato il capo della protezione civile, Luis Felipe Puentes, tutte le vittime sono state registrate nei tre Stati vicini all'epicentro. Nello Stato di Oaxaca, inoltre, 250 persone sono rimaste ferite, come fa sapere il ministro dell'Agricoltura Jose Calzada.

 

"È stato il più forte dal 1932", ha detto il presidente messicano, Enrique Peña Nieto, ed è stato avvertito da 50 milioni di persone (su un totale di 127 milioni) in diverse zone del Paese. "È un sisma di grande scala, più potente di quello del settembre 1985", ha proseguito il presidente, proclamando tre giorni di lutto nazionale.

 

Le repliche - circa 180 quasi 12 ore dopo il sisma, alcune delle quali molto forti - non hanno mai smesso di martellare il centro e la zona montagnosa del sudest, aspetto sul quale il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha fin dal primo momento sottolineato la propria preoccupazione.

 

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L'allarme tsunami è rientrato in tarda mattinata (ore italiane). Nonostante ciò, il governatore del Chiapas Manuel Velasco ha chiesto di evacuare comunque le aree abitate della costa perchè sono state registrate onde molto alte dal Centro di allerta tsunami del Pacifico. Peña Nieto ha poi annunciato che il Chiapas è in stato di emergenza: in questo modo lo Stato, il più colpito dal sisma, riceverà più facilmente gli aiuti necessari.

LE STIME CONTRASTANTI DELLA MAGNITUDO

Ci sono state stime contrastanti sulla magnitudo del sisma: per il Centro di allerta tsunami del Pacifico è stata di 8,2 (dato ufficializzato dal presidente Peña Nieto), per il Servizio Sismologico Nazionale del Messico di 8,4, per il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) di 8,1. Il meccanismo che ha generato questo terremoto, ha osservato il sismologo Alessandro Amato dell'Ingv, è legato alla placca oceanica che spinge sotto quella continentale americana. Ha tremato anche l'Angelo dell'indipendenza, lo storico monumento che si trova sul 'Paseo de la Reforma' nella Capitale, della quale è uno dei simboli. La colonna, che è stata eretta nel 1910, è crollata durante il terremoto del 1957.

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Il forte sisma è stato seguito da altre sei scosse di magnitudo tra 4,4 e 5,7. Lo Us Geological Survey pochi minuti dopo la forte scossa aveva diramato un allerta tsunami che dalla costa occidentale del Messico ha interessato poi Ecuador, Nicaragua, Panama, Guatemala, Honduras, El Salvador e Costa Rica.

La potenza della scossa è stata tale da far tremare anche i palazzi della Capitale, distante dall'epicentro quasi mille chilometri, provocando fughe di massa nelle strade. Le sirene degli allarmi hanno suonato, in alcuni quartieri di Città del Messico è andata via la corrente elettrica e migliaia di persone hanno lasciato le abitazioni. Il governo messicano ha reso noto che le scuole nella Capitale, Città del Messico, oggi rimarranno chiuse "per poter precedere ad una revisione delle infrastrutture". Sulla città pochi minuti dopo l'allarme hanno cominciato a volare elicotteri della protezione civile per verificare che non vi fossero stati crolli. La compagnia petrolifera statale, Pemex, ha annunciato l'avvio di verifiche sugli impianti, in particolare sulla raffineria di Salina Cruz che si trova nella regione dell'epicentro. Le autorità del Salvador hanno messo in preallarme le comunità locali per un'eventuale evacuazione della popolazione dalle zone costiere.

 

Come sempre accade in casi di crisi, guerre e calamità, tante informazioni arrivano attarverso i social. Ed è Twitter, in questo caso, a dare la notizia di persone intrappolate nell'Hotel Anel a Oaxaca. Il direttore della locale protezione civile, Amado Bohorquez, ha poi confermato che nel crollo dell'hotel (avvenuto a Matias Romero) le persone sotto le macerie potrebbero essere quattro, altre 5 si sarebbero salvate.

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EPICENTRO E PROFONDITÁ CONTENGONO IL BILANCIO

Rispetto all'intensità della scossa che ha raggiunto gran parte del Messico, dal sudest al centro, il bilancio (finora) di 26 morti risulta essere un numero ridotto rispetto alle 15 mila vittime del terremoto del 19 settembre del 1985 che fu leggermente inferiore, di 8.1 gradi. Secondo gli esperti, la spiegazione tra i due dati è nella lontananza dell'epicentro dalle zone più abitate e nella profondità del movimento tellurico. Pijijiapan, la località dello stato del Chiapas più vicino al sito di origine della scossa, si trova infatti in un'area rurale, con una bassa densità di popolazione, distante quasi mille chilometri dalla capitale, Città del Messico, una megalopoli vulnerabile su tanti fronti con 20 milioni di abitanti.

 

Un altro fattore che ha impedito probabilmente un bilancio più pesante è la profondità: il movimento tellurico è avvenuto a 58 chilometri. Più in superficie è infatti la scossa, più potenza distruttiva ha il sisma. Il terremoto del 1985 fece 15 mila morti: l'epicentro si trovava nello stato di Guerrero, a 400 chilometri dalla capitale e a 18 chilometri di profondità.

 

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