gianligi aponte giovanni toti aldo spinelli

TOTI LO SMEMORATO – NELLE 8 ORE DI INTERROGATORIO, IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA HA INANELLATO 34 TRA “NON RICORDO” E “NON SO” – NELLE 167 DOMANDE DEI PM NON C’È TRACCIA DEL RUOLO DI APONTE NELLA “GUERRA” DEL PORTO DI GENOVA. L’UNICO PASSAGGIO SULL’ARMATORE: “NON HO MAI PROMESSO NÉ AD APONTE NÉ A SPINELLI LA PROROGA DELLA CONCESSIONE PER 30 ANNI DEL TERMINAL RINFUSE” – L'AMMISSIONE: “IL GRUPPO SPINELLI HA INIZIATO A SOSTENERE I MIEI COMITATI POLITICI DAL 2015”. POI: “CHIESI ESPRESSAMENTE I VOTI PER ILARIA CAVO PARLANDO CON UNO DEI DUE TESTA” (I GEMELLI TESTA, INDAGATI PER MAFIA, FURONO INCORONATI DIRIGENTI DI FORZA ITALIA DAL COORDINATORE LOMBARDO ALESSANDRO SORTE, SCUDIERO POLITICO DI MARTA FASCINA) – PER ORA TOTI RESTA AI DOMICILIARI

1 - I 34 "NON RICORDO" DI TOTI AI MAGISTRATI E SUI SOLDI DI SPINELLI "CI FINANZIA DAL 2015 "

Estratto dell’articolo di Giuseppe Filetto e Marco Lignana per “la Repubblica”

 

giovanni toti 1

Nella narrazione sterilizzata di Giovanni Toti, qualsiasi azione del presidente finisce per rientrare nella legittima attività politica. Aver lavorato per assicurare all'imprenditore Aldo Spinelli il buon esito di una pratica in porto e subito dopo battere cassa non è una mazzetta, come la vede la Procura. È una «captatio benevolentiae». Tra l'altro proprio «il gruppo Spinelli inizia a sostenere i miei comitati politici dal 2015», ma tutto per il governatore è legittimo.

 

GIOVANNI TOTI IN AUTO IL GIORNO DELL INTERROGATORIO DAVANTI AI PM

Poi: definire un membro del comitato portuale – l'avvocato Andrea La Mattina – uno che «si compra con una carta unta», secondo il presidente arrestato vuol dire «dargli più considerazione». Fare pressioni sul sindaco di Genova Marco Bucci per «raddrizzare» un altro componente dello stesso board, Giorgio Carozzi, significa invitare il primo cittadino «a fare allineare Carozzi e farlo convergere». E compiere «il giro del porto», come da Toti suggerito a Bucci, è doveroso «per ragionare dei piani di sviluppo e non per parlare dei finanziamenti».

 

GIANLUIGI APONTE GIOVANNI TOTI

Insomma Toti, nel verbale che racconta le sue 8 ore di interrogatorio di fronte ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti (oltre all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati), ha risposto a 167 domande ma con 34 fra «non ricordo» e «non so». Soprattutto, ha dato un'interpretazione dei fatti (mai negati) diametralmente opposta a quella accusatoria. Per dirla con il legale che lo assiste, Stefano Savi, «le richieste di finanziamenti a sovventori abituali non erano collegate ad alcun tipo di favore». Anzi si tratta di «richieste fatte in modo esplicito e diretto, proprio nella convinzione di avere indirizzato i suoi interventi all'interesse pubblico».

 

ilaria cavo

Il problema è che gli inquirenti non la pensano affatto così. E l'aria che tira, resta per nulla favorevole al governatore. Non è casuale che Savi, nonostante le dichiarazioni della vigilia, al momento abbia deciso di non presentare alla gip l'istanza di revoca dei domiciliari. Una richiesta del genere senza un parere favorevole della Procura è un enorme azzardo. E così la posizione del presidente sospeso resta congelata, e potrebbe rimanervi fino alle Europee.

 

Di certo nella villa di Ameglia le dimissioni non sono in discussione e, anzi, Toti rivendica «la dignità» di uomo politico azzoppato dai pm. Quegli stessi magistrati che gli hanno consentito di parlare 17 giorni dopo l'arresto, e lo hanno tenuto una giornata nella caserma dentro il porto (uniche pause per focaccia e sigarette).

 

PAGO - ALDO SPINELLI MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Toti ha risposto in primis sui contatti elettorali con la comunità dei riesini e con i gemelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa. Se il presidente è accusato di voto di scambio, ai fratelli è contestata pure l'aggravante di agevolazione mafiosa. Il governatore riconosce che «sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo (parlamentare, ndr) parlando con uno dei due Testa. Ma di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Pure un'intercettazione di Matteo Cozzani divenuta ormai celebre, quella in cui il capo di gabinetto teme di essere «squartato» dai riesini, viene ridimensionata: «Era un dialogo ironico».

 

Ma è sulle accuse più gravi di corruzione che Toti dà l'impressione di cercare equilibrismi semantici pericolosamente vicini a un'ammissione. La Procura chiede conto di una conversazione chiave con Spinelli: «Lei afferma: "Il 29 va la tua roba... ricordati che io sto aspettando anche una mano..?". C'era una correlazione tra la pratica del rinnovo e il finanziamento?». Il governatore risponde che a scio' Aldo «davo una buona notizia e cioè che il 29 andava all'ordine del giorno la sua pratica, e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose; al massimo era una captatio benevolentiae; volevo fare vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica».  […]

 

2 - A TOTI 167 DOMANDE, MA I PM FANNO SPARIRE I DEMOCRATICI E PURE APONTE

Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara per “La Verità”

 

MARCO BUCCI - ALDO SPINELLI - GIANLUIGI APONTE - GIOVANNI TOTI

Quando il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti ha varcato la soglia della caserma genovese della Guardia di finanza di via al Molo Giano ha trovato davanti a sé ben tre pubblici ministeri, Federico Manotti, Luca Monteverde e Ranieri Miniati ma anche un generale, un ufficiale e due sottufficiali delle Fiamme gialle. Il primo confronto tra accusa e difesa è durato otto ore, durante le quali inquirenti e investigatori hanno messo in campo 167 domande che nel verbale sono state numerate una per una. Toti, assistito dall’avvocato Stefano Savi, ha fornito 167 risposte.

 

Gran parte dell’interrogatorio ruota attorno a un solo perno: l’imprenditore Aldo Spinelli. I pm sembrano concentratissimi sulle questioni che poneva al governatore e ai finanziamenti per il suo movimento. Mentre non trovano spazio tra le domande l’ipotizzato Sistema Porto, le alleanze e la politica ma anche le relazioni col Partito democratico e perfino i rapporti di forza nel porto.

 

GIOVANNI TOTI - L UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAMALLI - MEME BY EMILIANO CARLI

[…]  Il fuoco incrociato parte con una domanda sul perché Toti si trovasse il primo settembre 2021 sulla barca degli Spinelli. «La barca, attraccata alla Fiera, viene usata abitualmente da Aldo Spinelli per incontrare le persone. L’ho frequentata parecchie volte. Non ricordo un particolare motivo dell’incontro se non quello di tenere rapporti con uno dei maggiori operatori economici portuali». E Spinelli di certo lo era.

 

Quel giorno le Fiamme gialle hanno captato nelle conversazioni gli interessi degli Spinelli per una spiaggia libera, quella di Punta dell’Olmo, dove a monte dell’arenile il gruppo aveva tirato su una imponente struttura immobiliare. «Dell’investimento di Punta dell’Olmo», ha spiegato Toti, «mi avevano parlato più volte. come del fatto che questa struttura che stavano recuperando avesse bisogno dell’utilizzo della spiaggia prospiciente».

 

E IO PAGO - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Già un anno prima Toti, secondo i pm, avrebbe ricevuto lo sciù Aldo e suo figlio Roberto in Regione. E, sempre secondo l’accusa, si parlò già della spiaggia. Toti afferma: «Gli Spinelli ritenevano che un investimento così importante in termini di capitali avesse la necessità di poter contare sulla spiaggia davanti alla struttura. In questo caso, come in altri casi del tutto analoghi (come villa Zanelli a Savona), la mia posizione era che la pretesa, se conforme alla legge, poteva essere sostenuta».

 

ilaria cavo

«Come si è conclusa la riunione?», è la domanda successiva. Toti non si sottrae: «Sicuramente si è conclusa con un mandato ai tecnici per definire i termini. Avendo avuto contezza degli atti ho potuto ricostruire che il parere dei tecnici era stato negativo». Poi tornano all’incontro sullo yacht: «Chi ha introdotto l’argomento della spiaggia?». Il governatore argomenta: «Fu Aldo Spinelli a ripropormi la questione, lamentandosi del fatto che la spiaggia non l’aveva avuta. Ho risposto che mi sarei informato».

 

A quel punto scattò una telefonata (intercettata) con il consigliere regionale Alessandro Bozzano. Gli inquirenti ricordano a Toti le sue parole: «Senti a me... Bisogna trovare una soluzione per la spiaggia lì... di Punta dell’Olmo». E gli chiedono cosa intendesse. «Volevo dire», spiega Toti, «che, sempre che la normativa lo avesse consentito, sarebbe stato bene anche secondo il nostro indirizzo politico venire incontro alla richiesta di Spinelli».

 

Gianluigi Aponte, Paolo Signorini e Alfonso Lavarello

In quello stesso incontro lo sciù Aldo avrebbe chiesto al governatore anche una mano per accelerare l’approvazione della proroga per il Terminal rinfuse. Ma per Toti era solo una richiesta esplorativa: «Mi chiese di intervenire per capire perché non stava andando a buon fine la sua richiesta».

 

Il governatore ha anche aggiunto di aver chiamato il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini per informarsi. Ma le parziali curiosità investigative non sono finite. I pm gli chiedono conto della presenza degli Spinelli durante la telefonata a Signorini (che peraltro si sentiva, come emerge dagli atti investigativi, in modo quasi continuo con lo sciù Aldo). Toti ricostruisce che la telefonata «era finalizzata a comprendere il contesto in cui si trovava la pratica, chiedendo informazioni a Signorini anche per capire se vi fossero state ragioni ostative».

 

giovanni toti nello yacht di spinelli - meme by osho

È sull’urgenza della pratica i pm battono. E lui risponde: «È doveroso per la pubblica amministrazione evadere le richieste velocemente e la soluzione di questa pratica rappresentava una frazione di un progetto generale». Ed è a questo punto che gli inquirenti aprono l’argomento «finanziamenti».

 

«Il gruppo Spinelli», ricorda Toti, «inizia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato sino a ora». Poi precisa: «È possibile che abbia chiesto un finanziamento anche prima dell’incontro dell’1 settembre 2021». Toti non ricorda con precisione la risposta di Spinelli ma suppone: «Mi avrà detto che avrebbe fatto come sempre». Gli inquirenti cercano quindi di collegare le azioni del politico ai finanziamenti elettorali.

spinelli aponte

 

E chiedono: «Per quale motivo avrebbe fatto comodo anche a lei prorogare la concessione (quella per il Terminal rinfuse, poi approvata a 30 anni con una postilla, come ha ricostruito in esclusiva La Verità, dettata dall’armatore di Msc e socio di Spinelli, Gianluigi Aponte, ndr) entro la metà di settembre?». Toti risponde: «Equivaleva dire di fare il prima possibile. Era meglio anche per me definire entro settembre perché lasciarla aperta avrebbe provocato una tensione tra gli operatori del porto ed avrebbe alimentato polemiche giornalistiche per me politicamente negative».

 

GIOVANNI TOTI - CONSIGLIO REGIONALE LIGURIA

E a Savona incombevano le elezioni amministrative. Per Toti «era conveniente politicamente arrivare alle elezioni di Savona senza le polemiche derivanti dalla mancata proroga». I pm fanno quindi un’unica domanda sull’armatore di Msc (senza fare riferimento ai rapporti con il socio): «Avevate promesso ad Aponte la proroga di 30 anni?». «No», risponde Toti, «voglio   precisare che non l’ho mai promessa neppure a Spinelli».

 

Dalle domande degli inquirenti sembra emergere che abbiano pensato che i tempi della proroga siano stati in qualche modo legati ai finanziamenti elettorali. «Per quale motivo lei in data prossima al 30 ottobre 2021 scrive un messaggio a Spinelli in cui si lamenta di non aver visto nulla per le elezioni di Savona? Spinelli le aveva promesso un finanziamento?».

 

JACOPONE DA TOTI - MEME BY EMILIANO CARLI

Toti ricorda che «c’era stato un pranzo con tutto lo stato maggiore del Partito democratico, di cui aveva parlato la stampa e al quale aveva partecipato Spinelli. Non ricordo il momento preciso in cui mi aveva fatto la promessa. Nel frattempo avevo saputo che il finanziamento non era arrivato e quindi mi lamentavo, anche un po’ ironicamente».

 

E la domanda successiva sembra essere proprio legata alla precedente: «Se c’era l’urgenza di approvare la proroga e se era una pratica «strategica» per la Regione per quale motivo chiede a Signorini di rallentarne la trattazione?». Toti, che deve aver percepito dove vuole andare a parare l’accusa, risponde in modo secco: «Non è vero che io ho chiesto di rallentare la pratica perché non era arrivato il finanziamento di Spinelli, ma la mia intenzione era di dare tempo a tutti i soggetti coinvolti [...] di elaborare un testo finale che fosse condiviso da tutti».

 

GIOVANNI TOTI SULLO YACHT LEILA DI ALDO SPINELLI

E proprio qui si capisce che manca ancora qualcosa. Dalle risposte del politico si percepisce che avrebbe agito per governare delle dinamiche conflittuali nel porto. L’esclusione, nelle domande dell’accusa, di tutti gli altri soggetti protagonisti, però, non permette di ricostruire completamente il quadro. E infatti si torna sullo sciù Aldo.

 

«Per quale motivo il 3 maggio 2022 lei chiama Spinelli? E perché voleva incontrarlo prima delle elezioni comunali di Genova?». Toti coraggiosamente rivendica che sotto elezioni chiamava gli imprenditori per chiedere finanziamenti: «Sicuramente stavo facendo un giro di telefonate con i finanziatori del comitato per avere finanziamenti in vista delle elezioni».

 

I GEMELLI TESTA

Non sono mancate domande sui fratelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa, i rappresentanti della comunità riesina a Genova accusati di corruzione elettorale. Toti spiega che «Ilaria Cavo» gli disse «che si era incontrata con i fratelli Testa, che non si erano capiti, che le erano sembrati confusi e che comunque non le erano piaciuti, soprattutto per le richieste legate al rimborso spese. Non ricordo che mi abbia parlato di richieste di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avessero chiesto attenzione per la loro comunità».

 

tweet su giovanni toti 5

E comunque, afferma il governatore, «di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Ovvero ciò che ai pm sembrava interessare di più, insieme ai finanziamenti.

ilaria cavoI GEMELLI TESTA A PREDAPPIOilaria cavo

MATTEO COZZANI - GIOVANNI TOTI Piacenza, Bucci, Aponte, Rixi, Pellicciari, Toti e Lavarello

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…