disneylandcovid parco giochi

TUTTI A DISNEYLAND PER VACCINARSI - LA SITUAZIONE COVID IN CALIFORNIA È TALMENTE GRAVE CHE IL PARCO GIOCHI DIVENTA UN CENTRO PER LE INIEZIONI - NELLO STATO AMERICANO CI SONO 40 MILA CONTAGI AL GIORNO, CON UN BOOM DOPO NATALE PERCHÉ LA GENTE SI È LASCIATA ANDARE AI BAGORDI DELLE FESTE - POCHI POSTI LETTO, SISTEMA SANITARIO PARTICOLARE E AUMENTO DELLA POPOLAZIONE: ECCO I MOTIVI DIETRO IL DISASTRO...

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

 

disneyland in california

In Florida la Disneyland di Orlando è aperta e affollata di bimbi e famiglie, tutti con mascherina e in disciplinate file distanziate di fronte alle principali attrazioni. La prima Disneyland, quella di Los Angeles, inaugurata da Walt Disney ad Anaheim nel 1955, diventa, invece, un super-centro di distribuzione dei vaccini anti Covid-19 per cercare di arginare l'epidemia di coronavirus della quale la California è ormai diventata l'epicentro americano: due milioni e settecentomila infetti e 225 mila ricoveri negli ospedali che esplodono fino a respingere spesso anche pazienti con patologie gravi come l'infarto cardiaco. E poi tanti morti.

 

disneyland chiuso

Oltre al loro numero assoluto, impressiona la progressione: sei mesi per passare da zero a 10 mila vittime in primavera, ai tempi della prima ondata. Ora appena un mese per salire da 20 a 30 mila morti. Mentre nello Stato del sole e della tecnologia un sistema sanitario considerato tra i migliori d'America va in tilt e torna lo spettacolo dei camion frigoriferi stipati di cadaveri, la gente, attonita, si chiede il perché di una crisi così grave e dell'accanimento del virus.

 

Los Angeles era stata colpita anche in primavera, ma in modo molto più lieve rispetto a New York: sembrava protetta dal clima più caldo che consente di incontrarsi all'aperto anziché in locali chiusi, assai più rischiosi.

disneyland

 

Anche la bassa densità abitativa di una città grande quanto un'intera regione sembrava un vantaggio rispetto alla città-alveare della costa atlantica. Ma ora le autorità sanitarie spiegano che proprio queste considerazioni hanno portato molti ad abbassare la guardia nel periodo delle feste di fine anno.

 

disneyland centro per vaccinarsi

L'impennata di contagi e ricoveri è stata immediata: nella sola giornata di domenica sono stati registrati 40 mila casi. Si sono ammalati perfino due gorilla dello zoo di San Diego. Le autorità corrono ai ripari soprattutto spingendo l'acceleratore sulle vaccinazioni: oltre alla Disneyland di Anaheim nella contea di Orange (3 milioni di abitanti, 190 mila contagi, 2.100 morti) diventano super-centri di vaccinazione (che affiancano quello degli ospedali e delle altre strutture sanitarie) anche lo stadio di baseball dei Los Angeles Dodgers, e quello di San Diego, il Petco Park. Utilizzate anche sedi di fiere ed esposizione come l'Expo di Sacramento.

 

disneyland centro per la vaccinazione

Si cerca di organizzare le vaccinazioni nel modo più efficiente, somministrando le dosi Pfizer e Moderna ai cittadini senza farli scendere alle loro auto. Così, mentre altrove le strutture sanitarie non riescono a distribuire abbastanza rapidamente i vaccini che ricevono, in California il problema sta diventando quello delle forniture insufficienti.

 

Infuriano polemiche su divieti e comportamenti sociali: c'è chi dice che si dovevano fissare regole più severe, ma altri notano che regioni che hanno affrontato l'emergenza Covid limitando al minimo i divieti fronteggiano crisi più gestibili. La California, paradossalmente, paga anche l'efficienza del suo sistema sanitario. La sua filosofia è sempre stata quella di tenere basso il numero dei posti letto nei nosocomi, per non far pagare ai contribuenti il costo di ospedali mezzi vuoti.

 

boom di contagi in california

La California ha il numero di posti letto più basso d'America (1,8 per ogni mille abitanti mentre all'estremo opposto troviamo il remoto South Dakota a quota 4,8) per questa scelta politica, ma anche per altri fattori naturali e sociali sfuggiti alla programmazione: il rapido aumento della popolazione della California, per decenni «terra promessa» degli immigrati.

 

E poi il rischio di terremoti che ha indotto ad abbandonare le strutture ospedaliere più vecchie (troppo costoso renderle antisismiche) mai sostituite: una popolazione abbastanza giovane e sana e una migliore organizzazione degli ambulatori medici avrebbero ridotto il ricorso ai costosissimi ospedali. In tempi normali ha funzionato, ma è cambiato tutto con la pandemia.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....