TUTTI I NEMICI DI BERGOGLIO - CARDINALI AMERICANI, MASSONI, PETROLIERI E SERVIZI SEGRETI DI ALCUNI PAESI: UNA RETE INTERNAZIONALE POTENTE CHE NON SI FERMERÀ FINO A QUANDO NON SI SARÀ DIMESSO - PER CHI LAVORAVA, IN REALTÀ, FRANCESCA CHAOUQUI?

Marco Ansaldo per “la Repubblica”

 

bergoglio-bertonebergoglio-bertone

Una costellazione internazionale contro Papa Francesco. È questo il quadro che emerge, e dai contorni sempre più precisi, mentre gli inquirenti del caso Vatileaks procedono con le loro indagini sui corvi e sui vari filoni dell’inchiesta.

 

Un’idra a più teste. Composta da una cerchia interna al Vaticano, ma attiva pure in Italia, che riunisce pezzi di ecclesiastici di mezzo livello «capaci di prendere la forma dell’acqua » (copyright di un anonimo cardinale), strati di massoneria, ombre di funzionari e faccendieri di vario tipo.

 

PAPA BERGOGLIO E CARL ANDERSONPAPA BERGOGLIO E CARL ANDERSON

E da un vasto gruppo internazionale, fatto di chierici conservatori legati alla dottrina, di confraternite tradizionaliste, di siti agguerritissimi, e di servizi segreti di alcuni importanti Stati. Un assembramento minaccioso, unito dall’avversione per l’azione riformista di Francesco, che lo giudica come fuori controllo e pericoloso per i propri interessi.

 

Ci sono alcune domande che la Segreteria di Stato, cioè l’organismo di governo vaticano che coadiuva il Papa e presiede alle indagini attuali, si sta ponendo. Per chi lavorava, in realtà, Francesca Chaouqui? Chi l’ha mossa nel fornire informazioni, come si sospetta, a giornalisti interessati al Vaticano?

 

E soprattutto, a quale risultato punta chi muove i corvi, il maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, e il monsignore spagnolo esperto di economia Lucio Vallejo Balda? Giù fino alle persone terminate ora sotto i riflettori, come il marito della Chaouqui, Corrado Lanino, e il funzionario di Palazzo Chigi con ottime conoscenze in Vaticano, Mario Benotti?

VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

 

C’è un disegno sempre più chiaro nelle diverse fasi dell’operazione anti-Bergoglio. Quello che alcuni definiscono “prove tecniche di golpe”. Ma per arrivare all’oggi occorre fare un passo indietro, e vedere come si è sviluppata l’azione dei corvi sotto Benedetto XVI. 

 

Allora, sempre con la scusa di «agire per aiutare il Papa», come aveva detto nel processo del 2012 il maggiordomo Paolo Gabriele, prefigurando le intenzioni della ventina di persone dietro di lui, uno degli obiettivi era la rimozione del Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, giudicato come troppo potente a discapito del Papa teologo.

Papa Bergoglio Papa Bergoglio

 

La successiva amarezza e la clamorosa rinuncia al Pontificato da parte di Benedetto XVI avevano rimescolato le carte, e l’arrivo di un Papa del tutto inatteso come Jorge Bergoglio aveva infine calmato l’azione dei corvi, alcuni già colpiti dalla Giustizia vaticana, altri però entrati nei meccanismi di governo della Santa Sede e forse in Italia.

 

Da subito Francesco si è rivelato quello che nemmeno alcuni cardinali americani — fra i suoi grandi sponsor dopo le Congregazioni generali pre Conclave in cui si era distinto — avevano previsto: un riformista capace, magari facendo “lio” (cioè, casino, movimento, come rivendica lui stesso), di tentare la pulizia interna di uno Stato con non pochi gradi di incrostazione.

BERGOGLIO AL CONGRESSO USABERGOGLIO AL CONGRESSO USA

 

La sua rivoluzione è passata attraverso decine di colpi di scena. Ma la mossa che in alcuni ambienti ha provocato la maggiore indignazione è stata l’Enciclica verde Laudato Si’, causa di malumori e insofferenze fra i conservatori e i petrolieri degli Stati Uniti.

 

I gruppi di pressione hanno così ricominciato la loro azione. Prima in sordina, poi allo scoperto con i tentativi maldestri nel recente Sinodo dei vescovi: il cronometrico coming out pre-lavori del monsignor Charamsa, la lettera critica con il Papa di 13 cardinali, e il falso scoop della malattia nella testa di Bergoglio.

 

papa francesco bergoglio arriva in america accolto da obama  47papa francesco bergoglio arriva in america accolto da obama 47

Il salvataggio di Francesco al Sinodo si doveva alla maestria del Pontefice Emerito Benedetto, che dietro le quinte riusciva a mettere d’accordo porporati conservatori e riformisti nell’influente e decisivo Gruppo Germanicus sulla questione centrale della comunione da dare ai divorziati risposati (proposta vinta per un solo voto), e l’assemblea si chiudeva con un successo.

 

Ma i corvi avevano cominciato a lavorare prima. Lo stesso gruppo, già sperimentato sul campo. La diffusione di documenti nei libri, per i tempi di lavorazione dei volumi, com’è ovvio era cominciata precedentemente alla convocazione del Sinodo. Gli effetti sono arrivati subito dopo.

 

bergoglio a cuba 4bergoglio a cuba 4

Diverse organizzazioni influenti e vari gruppi all’interno di alcuni Paesi manovrano per far cadere Francesco. E non hanno l’intenzione di fermarsi. Ecco perché i viaggi all’estero di alcune delle persone sotto osservazione, fra Stati Uniti e Israele, America Latina ed Europa, sono al vaglio degli inquirenti: proprio per comprendere il filo rosso che a livello internazionale può chiarire il quadro di un tentativo che non è per nulla locale, ma la risultante di un’azione ampia con attori diversi.

 

luigi bisignaniluigi bisignani

L’altro giorno, sul quotidiano Il Tempo, Luigi Bisignani, definito come “il manager del potere nascosto” e uomo sempre ben informato sugli intrighi politici, prefigurava uno scenario con “tre pontefici”. Come a dire: presto Bergoglio si dimetterà. Il quale Francesco, tuttavia, ha un’altra età rispetto al suo predecessore Benedetto, mostra un piglio più battagliero, e soprattutto gode di una cerchia di amici più solida di un Papa teologo alla fine rimasto isolato.

 

 

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…