LE VERE “CUCINE DA INCUBO” SONO QUELLE DI GORDON RAMSAY! – IL “CELEBRITY CHEF” BRITANNICO HA I CONTI IN ROSSO: L’ANNO SCORSO L’AZIENDA CUI FANNO CAPO I SUOI OLTRE 30 RISTORANTI NEL REGNO UNITO HA ACCUMULATO PERDITE PER CIRCA 18 MILIONI DI EURO – A CAUSA DEI PROBLEMI FINANZIARI, IL CUOCO HA DOVUTO LICENZIARE QUASI 200 DIPENDENTI E CHIUDERE DIVERSI LOCALI: A SOFFRIRE SONO LE CATENE DI LIVELLO MEDIO-BASSO, COME LE SUE PIZZERIE, LE HAMBURGHERIE E L’ANGOLO DA “HARRODS” – I SUOI PROGRAMMI TV VANNO ANCORA BENE, MA IL SUO GRUPPO HA ACCUMULATO DEBITI PER CIRCA 55 MILIONI DI EURO…
Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
Come nel suo celebre programma televisivo, rischiano davvero di trasformarsi in cucine da incubo quelle di Gordon Ramsay: perché l’impero gastronomico del più famoso e mediatico chef britannico comincia a dare segni di scricchiolio.
[…] I giornali inglesi […] hanno cominciato a fare i conti in tasca a un personaggio sempre sopra le righe, rinomato per il suo turpiloquio quanto per le sue creazioni culinarie: e così si scopre che l’anno scorso l’azienda cui fanno capo i suoi oltre 30 ristoranti britannici ha accumulato perdite per 15,5 milioni di sterline (circa 18 milioni di euro), nonostante i ricavi in crescita.
Di conseguenza sono stati licenziati quasi 200 dipendenti e chiusi diversi locali: a soffrire sono soprattutto le catene di livello medio-basso in cui Gordon si è lanciato, come le sue pizzerie e hamburgherie, e perfino l’angolo da Harrods, […] ha dovuto spegnere le luci. Ad andar bene sono le sue scorribande televisive, ma il suo gruppo ha accumulato in totale debiti per circa 55 milioni di euro.
[…] A pesare sono l’aumento dei costi energetici e degli affitti dei locali, oltre alle nuove tasse imposte alle imprese dal governo laburista e al continuo lievitare del salario minimo, cui si aggiunge la scarsità di manodopera in conseguenza della Brexit. Il carovita morde pure nelle tasche dei clienti, ma influiscono anche le mutate abitudini dei consumatori: il salutismo, soprattutto fra le generazioni più giovani, porta a bere di meno, e si sa che i margini dei ristoranti sono garantiti dalle liste dei vini più che dal cibo.
A Londra poi la gente ha preso l’abitudine di cenare presto e tornare a casa, per cui si evitano troppe portate, ma soprattutto incidono le punturine dimagranti, che qui sono un fenomeno di massa che coinvolge almeno due milioni di persone: il risultato è che anche chi mangia fuori finisce per ordinare poco o nulla.
Ma a questi problemi strutturali si è aggiunta, per Gordon Ramsay, una fame di espansione che secondo alcuni lo ha portato a fare il passo più lungo della gamba: ormai il suo marchio è presente ovunque, dagli Stati Uniti alla Cina, e a Londra non si è mai più di qualche metro lontani da un suo locale.
Lui però non molla, anzi rilancia, perché si considera un gatto dalle nove vite, un «lucky cat», come ha chiamato il suo ristorante nella City che è il più alto d’Europa: e così, dopo essere scampato in agosto a un cancro alla pelle e prima a un incidente in bicicletta che lo ha quasi ammazzato, annuncia piani di rilancio in Spagna, Arabia Saudita e India, oltre che un nuovo programma su Apple tv che si chiamerà «Knife Edge», a fil di lama: un po’ come tutta la sua carriera spericolata.
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gordon ramsay: cocaina al ristorante 2
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GORDON RAMSAY PIZZA


