laura ravetto

IL DOPPIOPESISMO DEI “BUONI”: SE OFFENDONO LORO, E’ TUTTO REGOLARE - LE VIGNETTE DEL “FATTO” SULLA RAVETTO NON SONO SESSISTE SOLO PERCHÉ LA DEPUTATA E’ PASSATA ALLA LEGA - OBAMA PUO’ FARE BODYSHAMING DI SARKOZY DEFINENDOLO “GALLO NANO” (MA QUANDO BERLUSCONI DEFINÌ OBAMA “ABBRONZATO” SI SCATENÒ IL DELIRIO) - GLI INSULTI DI ASIA ARGENTO ALLA MELONI, DI SCANZI ALLA SANTANCHÉ, DI MICHELA MURGIA A SALVINI

1 - «SARKÒ NANO, GIULIANI POVERO VECCHIO» SE NON SEI DI SINISTRA, TI MERITI L'ODIO

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

LA VIGNETTA DI NATANGELO SU LAURA RAVETTO

Scene da film di Tarkovskij. È come se esistesse una Zona, cinturata da una linea invisibile: basta varcare il confine e hic sunt leones. È sufficiente un piccolo sforamento per entrare nel territorio di caccia, nell'area grigia in cui si può essere sbranati senza che alcuno provi sconcerto. Se si è fuori dalla Zona si è al riparo, al caldo, coccolati fra gli illuminati progressisti. Dentro la Zona - là dove vivono i subumani populisti - che il sangue scorra.

 

La rappresentazione plastica di tutto ciò che la offrono i sommovimenti interni a Forza Italia degli ultimi giorni. Silvio Berlusconi si dichiara «responsabile», potrebbe presto tornare utile all'attuale esecutivo e all' improvviso tout est pardonné. Salvo qualche piccola trincea di coerenza antiberlusconiana (la ridotta di Marco Travaglio), il resto della sinistra dimentica all'improvviso lo Psiconano, il Sultano, il culo flaccido, il Banana, il pelato eccetera. Spariscono gli insulti, svaporano le offese, non se ne va il disprezzo ma viene ben celato. La scure alzatasi dal collo di Silvio, però, è calata su quello di Laura Ravetto, parlamentare forzista passata alla Lega. In un lampo, ecco scatenarsi su di lei le fiere.

SILVIO BERLUSCONI LAURA RAVETTO

 

Mario Natangelo, autore satirico del Fatto, le ha dedicato una vignetta da bar di Caracas.

Ritrae Berlusconi intento a commentare l'addio a Fi della signora: «Peccato, era brava la Ravetto, sapeva fare una cosa con la lingua che». Il sottinteso sessuale è chiaro, e non è di certo inedito. Così come non sono affatto inedite le reazioni che la vignetta ha suscitato.

 

A parte qualche sparuta dichiarazione di solidarietà giunta da sinistra, gli insulti alla parlamentare neo salviniana sono passati sono silenzio. Il che stona un po' con il clima imperante di ossessione antisessista, in cui basta mezza parola storta per vedersi attribuire la patacca di orrendo machista.

 

Siamo alle solite: passando al nemico sovranista, la Ravetto è entrata nella Zona, dunque la si può tranquillamente accusare di aver fatto carriera concedendo favori sessuali senza che questo provochi scandalo. E ovviamente a Natangelo non saranno mosse accuse di razzismo o sessismo. Tanto che il fumettista, in una seconda vignetta, fingendo di precisare il suo pensiero, ha dato della «mignotta» alla Ravetto. Tutto secondo copione: se sei fra gli eletti fuori dalla Zona, ti puoi permettere di disprezzare e dileggiare chi è dentro.

LA VIGNETTA DI NATANGELO SU LAURA RAVETTO

 

Come ha fatto ieri Gianni Riotta nel breve ritratto di Rudolph Giuliani pubblicato sulla Stampa. Ha raccontato di aver incontrato Giuliani quando era sindaco di New York e di averlo intervistato perché «amico e collega» di Giovanni Falcone. Al tempo gli aveva fatto un'ottima impressione. Era «l'uomo che aveva ristabilito l' ordine» nella Grande Mela, un «gentleman». Oggi, però, Giuliani non è più «l'amico di Falcone», bensì «l' amico di Trump». E infatti Riotta ha cambiato tono: lo descrive come un «patetico avvocaticchio», suggerisce che si sia rincoglionito con l'età.

 

Gianni lo spietato insiste sulla «lacrima viscida» di mascara che - in una foto molto circolata sui media americani - si vede colare sul volto sudato di Giuliani durante un incontro con la stampa. Poiché è entrato nella Zona, l' ex sindaco di New York - a prescindere dagli eventuali meriti - può essere raccontato come un anziano ridicolo che si trucca e si tinge i capelli. Alla faccia di quello che gli statunitensi chiamano «ageism», cioè discriminazione verso gli anziani. Volete un altro esempio?

 

BARACK OBAMA NICOLAS SARKOZY

Prendete il libro di Barack Obama appena uscito. L' ex presidente americano snocciola colorite descrizioni di alcuni leader incontrati nel corso della sua carriera. A proposito di Nicolas Sarkozy scrive: «Con i suoi tratti scuri, vagamente mediterranei (era mezzo ungherese e per un quarto ebreo greco) e la sua bassa statura (un metro e 66 ma portava rialzi nascosti nelle scarpe per sembrare più alto), sembrava uscito da un quadro di Toulouse-Lautrec». Poi aggiunge rifiniture di questo calibro: «Le mani in perenne movimento, il petto gonfio come un gallo nano». Pare che queste parole non abbiano indignato nessuno, e forse è anche giusto così.

 

Dice il profeta: «Non temete l'insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro scherni».

Ma vi ricordate che putiferio scoppiò quando Berlusconi definì Obama «abbronzato»?

Avete idea di che cosa succederebbe se qualcuno, oggi, osasse dire che il caro Barack è «scuro» o se lo paragonasse a un animale? Provate a immaginare che accadrebbe se un sovranista su di giri utilizzasse le parole «ebreo» e «ungherese» nella stessa frase, magari riferendole a George Soros. Subito si udirebbe ringhiare: «Antisemita!».

 

rudy giuliani con la tinta colata

E chissà che cosa accadrebbe se un giornalista italiano dipingesse Soros con la tempera color odio utilizzata da Gianni Riotta nel suo articolo su Giuliani. O se un vignettista «di destra» insinuasse che una rappresentante del Pd si è inginocchiata davanti a Zingaretti per far carriera.

 

A sinistra sono così fissati con le discriminazioni e i commenti negativi sull'aspetto fisico che persino il ministro dell' Istruzione, Lucia Azzolina, sfida il ridicolo e racconta - onde mandare un messaggio contro il bullismo - che a scuola la schernivano per via delle labbra e la chiamavano «Cazzolina». In nome della «lotta all'odio» questa maggioranza scodella progetti liberticidi tipo il ddl Zan. Poi, però, quando la discriminazione e l' odio si manifestano in purezza, passano in cavalleria: basta che chi sputa e insulta sia di sinistra e tutto è concesso.

 

LUCIA AZZOLINA

2 - QUELLE OFFESE DA BRIVIDO MAI PUNITE. DA ASIA ARGENTO A MURGIA E SCANZI, IL FESTIVAL DEGLI INSULTI SESSISTI

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

Escluso Morra, l'ultima prodezza l'ha firmata Natangelo, vignettista del Fatto Quotidiano. «Il dolore di Silvio», è il titolo del fumetto di cattivo gusto, condiviso su Twitter. Si vede un Silvio Berlusconi che secondo Natangelo sarebbe affranto per l' addio agli azzurri della deputata Laura Ravetto, passata alla Lega di Salvini. Sopra la testa dell' ex premier c' è una nuvoletta: «Peccato era brava, la Ravetto, sapeva fare una cosa con la lingua che...».

Repertorio da caserma o linguaggio da osteria, restano il sessismo e una rovinosa caduta di stile. Ma le donne di centrodestra molto spesso sono il bersaglio preferito degli insulti di altre donne.

 

TRAVAGLIO BERLUSCONI

Si veda alla voce Asia Argento, già paladina del #metoo. Siamo a febbraio del 2017. L'attrice fotografa, di nascosto, la leader di Fdi in un ristorante romano. Quindi pubblica la foto su Instagram. Il commento tradotto dall' inglese suona così: «Schiena lardosa della ricca e senza vergogna, fascista beccata a mangiucchiare». La dose di bodyshaming è servita sui social.

 

Sempre sul tema degli sfottò sui veri o presunti difetti fisici, c' è Marco Travaglio, direttore del Fatto, più volte accusato di prendere in giro il deputato ed ex ministro di Forza Italia Renato Brunetta per via della sua altezza. L' ultimo riferimento in un editoriale del 22 settembre scorso, dove Brunetta veniva definito «mini-indovino». Un po' come faceva il fondatore del M5s Beppe Grillo, abituato a giocare sulla statura di Berlusconi, soprannominato dal comico «nano» e «psiconano».

scanzi i cazzari del virus

 

Tra indignazione a intermittenza e accuse di sessismo a corrente alternata, nell' elenco non può mancare Daniela Santanché, attualmente deputata di Fdi. Presa di mira nel 2013 dall' ex ministro M5s dell' Istruzione Lorenzo Fioramonti, allora profesore all' Università di Pretoria in Sud Africa. Come rivelato l' anno scorso dal Giornale l' ex pentastellato su Facebook commentava così una performance televisiva della parlamentare: «Se fossi una donna mi alzerei e le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti».

 

lorenzo fioramonti

La Santanché, insieme alla deputata di Fi Michaela Biancofiore, riceve un trattamento simile nello stesso anno da Andrea Scanzi, giornalista di punta del Fatto Quotidiano. Ecco un estratto del post Facebook incriminato, fin troppo eloquente nella sua trivialità: «Ciò detto e ribadito, scusandomi oltremodo per i toni grevi da Cioni Mario, mi sento di condividere una recente massima di mio padre. Questa: «Se nella mia vita avessi conosciuto solo donne come la Santanché o la Biancofiore, o entravo in seminario o mi ustionavo dalle seghe».

 

berlusconi biancofiore

E poi c'è la scrittrice Michela Murgia. Che a Otto e Mezzo a fine settembre parla di Salvini, spiegando che un politico con «il muso unto di porchetta» non è credibile nelle vesti del moderato. Per la Murgia il leader leghista evidentemente somiglia più a una specie di bestia provvista di «muso» che a una persona dotata di faccia.

 

Virando di nuovo sul tema della svalutazione della donna di centrodestra, troviamo Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia. Vittima due anni fa di una sequela di insulti sessisti irripetibili da parte dei fan di una pagina Facebook vicina al M5s, che aveva condiviso un video di un suo intervento alla Camera in difesa di Berlusconi, scatenando la canea degli haters. E adesso con Morra è stato oltrepassato l' ennesimo limite.

MICHELA MURGIA

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)