belgio covid

VIRUS LETALE IN BELGIO: RECORD EUROPEO DI MORTI – IL PAESE REGISTRA ANCHE LA PIÙ ALTA PERCENTUALE DI DECESSI TRA CHI È RISULTATO POSITIVO AL VIRUS. STAMPA E CITTADINI BELGI INFATTI, HANNO ATTACCATO PESANTEMENTE IL GOVERNO GUIDATO DA SOPHIE WILMES, ACCUSANDOLO DI INEFFICIENZA. IN SPAGNA CHIUSURA PROROGATA AL 9 MAGGIO...

Francesco Malfetano per il Messaggero

 

belgio covid

Scoppia il caso Belgio al centro dell' Europa. Da alcuni giorni il piccolo Paese registra non solo il più alto tasso di mortalità da Covid-19 all' interno della Ue, ma anche il tasso di letalità più marcato. In pratica da un lato il numero delle morti rispetto alla popolazione totale di 11,5 milioni di persone è incredibilmente elevato (471 per ogni milione di cittadini, contro i 384 dell' Italia e i 429 della Spagna), dall' altro lo è anche la percentuale di decessi tra chi è risultato positivo al virus.

 

In particolare, secondo gli ultimi dati disponibili, il tasso di letalità è del 14,6 per cento con circa 5.400 morti sugli oltre 37 mila casi positivi rilevati fino a questo momento.

 

Si tratta di un dato superiore a quello di Italia (13,2 per cento), Regno Unito (13,5), Francia (12,6) e Spagna (10,4), vale a dire dei Paesi nei quali, in termini assoluti, si sono registrati più decessi. Percentuali che non potevano non creare polemiche. Stampa e cittadini belgi infatti, hanno attaccato pesantemente il governo guidato da Sophie Wilmes, accusandolo di inefficienza.

 

Tuttavia, secondo le autorità sanitarie del Paese, i dati in questione più che dall' inadeguatezza delle risposte messe in campo sarebbero condizionati dalla «massima trasparenza» con cui sono stati comunicati i dati sin dall' inizio dell' epidemia.

 

belgio covid

 IL CONTEGGIO Come ha spiegato la stessa Wilmes in conferenza stampa infatti, questo modus operandi del governo avrebbe prodotto dati che «a volte sono sovrastimati». Mentre la maggior parte dei conteggi ufficiali degli altri paesi europei riflette una frazione del numero effettivo di contagi poiché si stanno testando solo i casi più gravi, in Belgio si è scelto di fare diversamente. A differenza di quanto avviene anche in Italia ad esempio, le autorità di Bruxelles hanno deciso di tenere conto delle morti nella case di cura e di riposo.

 

Vale a dire in quelle strutture in cui risiede gran parte delle persone a rischio per età o malattie pregresse. Non a caso, proprio all' interno delle 1.500 case di riposo, si sono registrate il 50% delle morti totali (contro il 48% negli ospedali) e appena il 7,8% di questi decessi sono validati dai tamponi come dovuti al Covid-19.

 

Per cui il 92% delle morti che fanno impennare l' indice di mortalità e di letalità, sono solamente sospette e aderendo agli stessi criteri adottati dalle altre autorità sanitarie europee le cifre sarebbero ben diverse. In ogni caso, l' esecutivo ha fatto sapere che impiegherà oltre 200mila tamponi per verificare la situazione reale di ospiti e personale delle case di riposo. Intanto il governo Wilmes ha esteso fino al 3 maggio le restrizioni adottate a partire dal 18 marzo scorso e non c' è alcuna data fissata che dia il là ad un allentamento progressivo

 

MADRID INDECISA Intanto in Spagna non c' è unità d' intenti sulla strada da prendere.

pedro sanchez e bedona sanchez

Ci sono pressioni per allentare la morsa delle chiusure, soprattutto verso i minori (la sindaca di Barcellona, Ada Colau che ha due figli di tre e nove anni, aveva lanciato un appello su Facebook per «liberare i bambini»). «Perché i bambini possano uscire in strada c' è bisogno di un numero di nuovi casi giornalieri sufficientemente basso da evitare che torni a esplodere l' epidemia e che non metta a rischio i malati e il sistema sanitario», la risposta del responsabile del comitato tecnico del governo spagnolo sul Covid-19, Fernando Simon precisando che si valuterà giorno per giorno.

 

Ma il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato che chiederà una ulteriore proroga del lockdown di 15 giorni, fino al 9 maggio, per contrastare la diffusione del coronavirus: «Servono ulteriori sforzi per entrare nella fase due del confinamento».

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO