fabrizio ferri

A FERRI E FUOCO: "L'EQUILIBRIO? UNA BAGGIANATA. HO AVUTO TANTE DONNE E UN FIGLIO A 65 ANNI. LA VITA È QUESTA" - IL GRANDE FOTOGRAFO HA L'ANIMA SEMPRE A SINISTRA: "UNA VOLTA LO DICEVI E AVEVA UN SENSO. OGGI NON CAPISCI PIÙ NULLA"- POI PARLA DI SUO CUGINO GIULIANO FERRARA ("CONOSCO IL SUO TRATTO MEFISTOFELICO E LA SUA BONTA’") DI BIANCA BALTI E DI INSTAGRAM: “IL VERO, NUOVO GIORNALE”

Paola Pollo per il Corriere della Sera

 

fabrizio ferri

Ad ottobre saranno sessantasei anni. È che Fabrizio Ferri è sempre Fabrizio Ferri, in spirito (avventuriero) e presenza (imponente). Fotografo, stilista, imprenditore, ristoratore, artista. Una vita in moto perpetuo, fra Milano, New York e Pantelleria. Ha amato tante donne.

 

Ha avuto quattro figli, tre splendide ragazze, Marta da Barbara Frua e Matilde ed Emma da Alessandra Ferri, e ora Orso, che ha poco più di un mese, avuto con Geraldina Polverelli, la sua giovane e tosta moglie. Un colpo di fulmine in cima a una scala mobile: «L' ho vista lassù che parlava con qualcuno. Ho chiesto chi fosse, "una studiosa d' arte", mi dissero. Non ci siamo più lasciati». Insieme hanno aperto altri Industria Superstudio (il format di studi di produzione avviato a Milano negli anni Ottanta e poi a New York, Downtown, nel Duemila) a Williamsburg, il quartiere cool, per metà ebreo ortodosso e per metà artistico e notturno. Dove la vita comincia, Ferri c' è sempre.

 

«Un figlio a 65 anni? Sono un uomo, è la mia natura. È la cosa più bella al mondo. Banale dirlo. Mi chiedo piuttosto come abbia potuto fare mia moglie un figlio con me».

Per via dell' uragano Ferri?

«Se tu guardi un uragano da terra è impressionante, se lo osservi dal cielo è una delle cose più belle che tu possa vedere, di una calma incredibile, come un valzer».

fabrizio ferri

Per chi sta giù, però...

«È vero ma i cambiamenti della vita, piacevoli e non, vanno visti dal satellite».

Il «per sempre» mai, allora?

«Non mi sono mai posto il problema. Noi non costruiamo il nostro futuro, ma scriviamo la nostra vita con il passato. Così è importante il comportamento, e parlare di etica e di filosofia per la nostra accezione di responsabilità nel costruire qualcosa che resti. Ho avuto più compagne, però anche queste donne hanno avuto me e anche altri amori. Penso che "ci siamo avuti" e poi abbiamo preso strade diverse. La vita non la si cambia, è sempre la stessa, è lei la nostra compagna. E va rispettata e vissuta con coraggio e fermezza. Questa è l' unica cosa da dire».

La sua, di vita, le piace?

«Molto. Ne combino sempre una più del diavolo ma oggi con maggior serenità».

La felicità per lei è?

fabrizio ferri

«Penso sia riconoscere e accettare la straordinarietà, le cose fuori dall' ordinario che ci arrivano addosso e ci portano al confronto. L' equilibrio? Baggianate».

 

Anima sempre a sinistra?

«Sempre. Il problema è che una volta lo dicevi e aveva un senso.

Oggi non capisci più nulla».

Anche al di là dell' Oceano?

«La distanza dà più che altro conforto, perché vedi le cose senza doverle condividere con quell' odioso ingrediente che è il lamento. A che titolo potrei lamentarmi da lontano? Però continuo a pensare che l' Italia sia il Paese più bello al mondo e che non sia di noi italiani ma patrimonio di tutti. Potrebbe essere questa la nostra forza. Anche per emanciparci da un Europa che ci costringe troppo».

 

Perché allora ha scelto di vivere in America?

«Nei primi anni Duemila in Italia cominciavano a manifestarsi quelle chiusure strumentali sugli immigrati. Un sentimento razzista che non condividevo. Volevo che i miei ragazzi crescessero in un posto dove questo problema non c' era: New York con la sua mescolanza di razze mi sembrava perfetta». Ma le sue figlie sono poi tornate in Europa: «Certo, ma con una consapevolezza diversa e una sensibilità più aperta».

 

E suo cugino Giuliano (Ferrara)?

fabrizio ferri

«Viene spesso a trovarmi, siamo come fratelli. È cambiato, molto. Ora è dolce e affettuoso e buono».

Prima no?

«Da piccolo ero io l' aggressivo poi, credo per difendersi nel suo lavoro/ruolo, lo è diventato lui, per imporsi. Adesso questo gli riesce con calma, umanità e dolcezza.

Incredibile, vero?». Lo preferiva più aggressivo?

giuliano ferrara

«Ho sempre conosciuto sia il suo mefistofelico, sia la sua bontà. Non usava l' intelligenza per sostenere la verità ma per creare dubbi e la sua voce ha avuto il merito di far pensare e ragionare».

 

Di nuovo nella moda, dopo parecchio, con una delle sue campagne-verità per Oviesse: testimonial (in questo caso Bianca Balti) senza un filo di trucco. Dentro e fuori, sempre. Impressioni?

fabrizio ferri

«La moda sta attraversando un momento di grande decadenza e regressione ed è curioso perché dovrebbe essere sempre una delle cose che trainano il costume, la società, l' economia. I magazine sono in crisi e spesso ci chiedono di lavorare quasi gratis e di trovare il modo per poter migrare su Internet. Non può funzionare così. Bisogna trovare prima il linguaggio adatto. Per cui hai un problema.

 

BIANCA BALTI

Che si riflette sulla natura e sulla vita stessa della fotografia, la quale si sta spegnendo come cibo per i giornali e sta invece attraversando un momento di forza come arte. Poi c' è anche quel maledetto trend, un grande preservativo che nasconde ed evita le contaminazioni e impedisce di raccontare, a noi e a loro: i designer. Prima, negli anni Ottanta e Novanta, non esisteva: i fenomeni come Armani o Dolce & Gabbana, e gli altri grandi, facevano la loro strada, con forza. Ma c' è il resto del mondo che non va certo in giro nudo. Ecco allora il fast fashion che veste chiunque e ha reso tutti meno tristi».

 

Per questo ha accettato il lavoro per Oviesse?

«Veramente mi ha scelto Bianca Balti. Le grandi modelle per contratto lo possono fare».

È giusto? «Ci sta. Lavorare con lei poi è un piacere: è dolce, simpatica, umana, sembra una top di altre generazioni».

 

Significa che le nuove sono insopportabili?

fabrizio ferri

«Non lo so, piuttosto non si riflette, nelle modelle di oggi, l' incredibile bellezza che c' è in giro. Tu vedi per strada ragazze che sui giornali non arrivano».

Ma sulla Rete sì.

«Per questo Instagram è il vero, nuovo giornale». A voi fotografi non turba? «Non sono foto ma immagini».

 

Però tutti pensano di essere grandi fotografi!

«Mi piace da morire questo, non lo nego. Ne sono affascinato.

Quando cominciai c' era un solo problema che stava tutto in quella frase: "speriamo sia venuta". Oggi quel concetto non esiste più. Chiunque scatti un' immagine col cellulare fa una foto perfetta con strumenti che un tempo ci rendevano privilegiati».

Non le fa rabbia?

fabrizio ferri

«Perché? È una sfida: quel che fa la differenza non è più la qualità ma la capacità di emozionare, di toccare il cuore. E quella ce l' hanno in pochi».

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