letizia battaglia anthologia mostra

MAFIA, SANGUE E RIBELLIONE BY LETIZIA BATTAGLIA - L'ARCHEO-INTERVISTA BY PIROSO: "A OGNI DELITTO DI COSA NOSTRA CORREVO SUL POSTO E SCATTAVO, MA NON AVREI VOLUTO. MI VENIVA DA VOMITARE, CONTINUAVO A SENTIRE QUELL'ODORE, IL SANGUE, DAPPERTUTTO, PERFINO DENTRO CASA. MI COSTAVA MOLTO DOLORE" – LA FIDUCIA IN MATTARELLA, FALCONE, LEOLUCA ORLANDO ("GLI ATTACCHI A FALCONE? MINCHIATE"), IL FASCISMO DI POUND ("SECONDO ME NON CAPIVA UN CAZZO") - "SO CHE QUALCUNO SI CHIEDE SE PER CASO IO NON SIA LESBICA. SE LO FOSSI, DI CERTO NON…"

L’intervista di Antonello Piroso a Letizia Battaglia per La verità del 26 giugno 2019

LETIZIA BATTAGLIA 1

 

Indomita e battagliera lo è sempre, Letizia Battaglia. Un nome e un cognome che incarnano un ossimoro. Da una parte, la gioia, la serenità, il bene. Dall'altra, la lotta, il conflitto, la guerra. 

 

Arrivata a 84 anni, la voce arrochita dalla quantità industriale di sigarette fumate ogni giorno ("Dovrei diminuirle" "Perché, quante sono?" "Cinquanta, sessanta, vorrei stare almeno nei due pacchetti, ho cominciato a dodici anni"), la più celebre fotoreporter italiana, la prima europea premiata dagli americani già nel 1985 - "no, no, non chiamatemi fotografa, sono solo una persona che scatta foto"- ha l'entusiasmo di una ragazzina nel puntualizzare, polemizzare, difendere con veemenza e crudezza i suoi punti di vista, illustrare il suo lavoro come testimonianza e impegno anche civile. 

letizia battaglia

 

Ma come spiega lei, "per diventare bravo, bisogna essere quello che siamo: chi fa arte o scatta, deve far vibrare quello che è. Se si è cattivi si faranno foto spietate, se siamo compassionevoli, faremo foto compassionevoli". 

 

Il New York Times l’ha inserita, unica connazionale, tra le undici donne più rappresentative del 2017. 

In occasione della mostra "Letizia Battaglia, fotografia come scelta di vita", una grande retrospettiva a Venezia fino al 18 agosto, Marsilio ha pubblicato un volume antologico che raccoglie 300 scatti, alcuni dei quali inediti. Oggi (giovedì 27) a Roma, all'auditorium del museo Macro, verrà proiettato il documentario Shooting the Mafia, presentato al Sundance Film Festival di Robert Redford, dedicato a questa donna passionale e coraggiosa. 

 

Lei sfoggia capelli di un rilucente color rosa, ma in passato io li ricordo anche verdi.

LETIZIA BATTAGLIA

Oh sì, li tenevo così nella foto della carta d'identità. Li ho avuti pure rossi. Per il futuro non escludo il blu. Un vezzo, ma la vita è un susseguirsi di colori. Niente trucco solo un po' di rossetto, niente lifting, mi piacciono le mie rughe, sto discretamente in salute, arrivata alla mia età ho una forza che non avevo quando ero più giovane, e sento di poter dire e fare quello che voglio, e di cose ne voglio fare ancora tante.

 

Però da fotografa ha sempre prediletto il bianco e nero.

Vero. Mi è capitato di fare foto a colori, ma poi le ho messe via. Ho un animo essenziale, sono un poco drammatica, il colore banalizza, il bianco e nero ti permette di vedere, per contrasto, cose che il colore non rivela. E comunque non avrei mai potuto raccontare i morti di Palermo a colori, se lo immagina?

Palermo c'è sempre, un rapporto viscerale.

Certo! Palermo è me, e io sono Palermo. Qui sono nata, qui sono sempre tornata.

storie di strada letizia battaglia

 

Perchè se n'è allontanata?

Da bambina perché papà era un marittimo, e ci portava in giro con sé. Napoli, Civitavecchia, Trieste durante la guerra, da cui ritornammo a Palermo con un viaggio di 14 giorni tipo carro bestiame. Poi all'inizio degli anni 70 per mantenermi, visto che mi ero separata, salii a Milano.

 

Si era sposata giovane?

Fulvio Abbate fotografato da Letizia Battaglia, Palermo 1980

Sì, e a 17 anni avevo già una figlia, la prima di tre, tutte femmine. Noi donne ci innamoriamo, ai nostro uomini diamo dedizione, che loro ripagano volendoci asservite e fottendoci, esaltando il proprio egoismo, arrivando all'indifferenza e alla violenza. Quando decisi che era finita, rifiutai perfino gli alimenti. Ma a quel punto dovevo ingegnarmi per campare, e cominciai come redattrice al quotidiano L'Ora.

 

Quindi alla fotografia non è arrivata perché sentiva ardere dentro di sé un sacro impulso...

No, ci sono arrivata per fame. A L'Ora mi pagavano molto poco, mi trasferii a Milano, iniziai a collaborare con altri giornali, tra cui Vie Nuove, che era un periodico comunista. Io portavo l'articolo, e quelli mi chiedevano: "E le foto?".

 

Lo domandano anche oggi...

Allora mi procurai una piccola macchina non professionale e comincia a scattare, ma solo perchè era necessario a sostenere la mia indipendenza. Dopo tre anni, pubblicavo sulle testate più importanti, il Corriere della seraIl Giorno.

 

letizia battaglia

Ma la sirena di Palermo era irresistibile.

L'Ora mi chiese di tornare per occuparmi del settore fotografico del giornale. Cominciai a studiare il lavoro dei grandi professionisti, e imparando e scattando, m'innamorai della fotografia.

Diventando la fotografa della mafia, anche se la mostra a Venezia e il volume di Marsilio dimostrano che il suo occhio si è posato anche altrove: gli innamorati, le donne, l'infanzia, gli animali e le processioni religiose. Con Palermo sempre a fare da scenografia.

Fulvio Abbate, Franco Zecchin e lo scrittore Gaetano Testa (foto di Letizia Battaglia)

Certe volte mi dico: basta parlare di mafia. Non ne posso più. Parliamo piuttosto di riscatto, di bellezza, di futuro. Ma all'inizio era così. A ogni delitto correvo sul posto e scattavo, ma non avrei voluto. Mi veniva da vomitare, continuavo a sentire quell'odore, il sangue, dappertutto, perfino dentro casa. Mi costava molto dolore. E fatica, perchè in molti mi vedevano come la figlia dei fiori, una figura pittoresca vestita con colori sgargianti e con gli zoccoli. Fu grazie alle forze dell’ordine, e al commissario Boris Giuliano, che finirà pure lui ammazzatto dai killer di Cosa Nostra,  oltre che alla qualità del mio lavoro, che vinsi le resistenze.

Come riusciva ad andare avanti ad affrontare la morte, trovandosi in mezzo a quella che lei ha definito una guerra civile tra siciliani, scatenata dai corleonesi di Totò Riina?

Per senso del dovere, vincendo il senso di nausea. Dovevo andare oltre le mie emozioni, giravo con Franco Zecchin (suo compagno per 18 anni, ndr) sulla sua vespa per testimoniare quello che stava succedendo e condividerlo con la gente di Palermo. Scattavo molte foto, perchè per il coinvolgimento emotivo mi tremavano le mani e venivano mosse o sfuocate, ma alla fine quella buona usciva sempre.

 

storie di strada letizia battaglia

Andò così anche il 6 gennaio del 1980...

Transitammo per via Libertà, e vedemmo un piccolo capannello di persone, saranno state cinque sei, intorno a un'auto. Pensammo a un incidente, ci fermammo. Franco girò dal lato del passeggero, io da quello del guidatore e scattai infilando la macchina nell'abitacolo senza sapere sul momento di chi fosse quel corpo. E sullo sfondo un uomo con i capelli bianchi che lo sorreggeva.

 

storie di strada letizia battaglia

Una foto che ha fatto il giro del mondo. Un'immagine che, non so perchè, mi ha sempre fatto pensare alla Deposizione di Caravaggio. Quell'uomo con i capelli bianchi era il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che teneva tra le braccia il fratello Piersanti, presidente della regione.

Mattarella mi infonde fiducia perchè con lui lì non vedremo traffico o mercimonio tra lo Stato e la Mafia come è successo in passato.

 

Si riferisce alla cosiddetta "trattativa".

Be', c'è una sentenza che certifica che tra una parte dello Stato e i mafiosi ci fu questo accordo consumato sulla pelle di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Qualcuno propose un immondo scambio: "Voi smettete di ucciderci, noi vi veniamo incontro, vi garantiamo qualche vantaggio, un minore rigore carcerario". E così è avvenuto.

 

(Vorrei obiettare che quelle tragiche vicende sono intrecciate in modo complesso, che si presta a una lettura più articolata, ma su questo punto Letizia Battaglia è un fiume in piena, come quando tiro in ballo il sindaco di Palermo) Lei è da sempre sostenitrice di Leoluca Orlando, è stata anche assessore per i Verdi nella sua giunta durante la Primavera siciliana della seconda metà degli anni 80, e poi deputato regionale nella sua Rete. Eppure lui a un certo punto attaccò Falcone, che fu costretto a difendersi davanti al Csm dall'accusa di tenere i dossier scottanti "chiusi nel cassetto".

storie di strada letizia battaglia

Minchiate! Erano amici, si sostenevano l'un l'altro, e quel fraintendimento fu chiarito: non furono mai nemici. Si voleva indebolire il fronte antimafia, questa è la verità.

 

Dopo l'estate di sangue del 1992 lei se ne andò di nuovo da Palermo.

Amore e odio, per la mia città. In quel momento volevo morire, ma per davvero. Mi rifugiai a Parigi, dove Franco aveva un monolocale da cui quasi non uscivo. Durò un anno, poi trovai la forza di tornare.

 

E' sempre di sinistra?

storie di strada letizia battaglia

E me lo chiede? Sempre. Ho fotografato Pier Paolo Pasolini, Enrico Berlinguer. Persone che hanno vissuto con tensione civile e distacco dal potere, di cui non subivano il fascino e non avevano la vanità, come mi ha insegnato Ezra Pound.

 

Ma come, mi cita un fascista?

storie di strada letizia battaglia

Innanzi tutto, io non ho i paraocchi. Secondo, era un poeta, una persona m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a. L'ho conosciuto prima di diventare fotografa, e un suo verso "Strappa da te la vanità, ti dico: strappala!", è un monito che a 35 anni ho fatto mio, mentre affrontavo un percorso di analisi freudiana. E quanto al fascismo di Pound, secondo me non capiva un cazzo, aveva una visione confusa, di ammirazione per le politiche economiche e sociali di Benito Mussolini, finì pure in manicomio, e mi dispiace che della sua figura si siano appropriate le teste rasate di CasaPound.

letizia battaglia

 

Ma se le chiedessi di farmi il nome di qualcuno di sinistra oggi? Che so, Nicola Zingaretti, segretario del Pd?

Persona per bene, mi pare, ma non mi dice proprio nulla. Matteo Renzi? Ma perchè, era di sinistra? Forse direi Massimo Cacciari...

 

Da ultimo: perchè adesso le foto di donne nude?

Il corpo nudo femminile è pulito, sereno, autentico, senza sovrastrutture. E' Palermo. Ho questa attrazione, e so che qualcuno si chiede se per caso io non sia lesbica. Se lo fossi, di certo non lo nasconderei nè mi nasconderei. I miei amanti sono stati uomini, ma sa che c'è? Voi maschi non siete soggetti poi così interessanti da fotografare.

letizia battaglia coverle foto di letizia battaglia per lamborghinistorie di strada letizia battaglialetizia battaglia 18letizia battaglia 17letizia battaglia 15letizia battaglia 16letizia battaglia 14letizia battaglia 13letizia battaglia gae aulentiletizia battaglia dacia marainiletizia battaglia 24letizia battaglia 5letizia battaglialetizia battaglia 4letizia battaglia 2letizia battaglia 3letizia battaglia 1battaglia mattarellabattaglia bagarellaletizia battaglia zac 2016 (00000002)letizia battaglia e82dec612918battaglia 9battaglia 6battaglialetizia battaglia 18letizia battaglia 7battaglia 5battaglia 4battaglia 16battaglia 1foto di letizia battagliabattaglia 11battaglia 14battaglia 13foto di letizia battaglialetizia battaglia 2letizia battaglia 3foto di letizia battaglia 8foto di letizia battaglia 6foto di letizia battaglia 25foto di letizia battaglia 3foto di letizia battaglia 24foto di letizia battaglia 5foto di letizia battaglia 7foto di letizia battaglia 2foto di letizia battaglia 20foto di letizia battaglia 21foto di letizia battaglia 19foto di letizia battaglia 22foto di letizia battaglia 23foto di letizia battaglia 16foto di letizia battaglia 17foto di letizia battaglia 11foto di letizia battaglia giovanni falconefoto di letizia battaglia paolo borsellinofoto di letizia battaglia 10foto di letizia battaglia 18 la madre di peppino impastatofoto di letizia battaglia 12foto di letizia battaglia 13foto di letizia battaglia 14foto di letizia battaglia 15foto di letizia battaglia 4letizia battaglia per lamborghini

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...