berlusconi discesa in campo

“TRENT’ANNI FA LA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI: COME ERAVAMO? UN PO’ STUPIDI. NON AVEVAMO CAPITO NULLA” – FILIPPO CECCARELLI: “SI RISE TANTO E SI RISE TROPPO DEL FATTO CHE IL CAV CAMMINAVA SUL PALCO COL MICROFONO IN MANO E LE NUVOLETTE SULLA TESTA, DELLA CALZA DA DONNA SULLA TELECAMERA, DELL’INNO KARAOKE, DELLA MANIA DEI SONDAGGI, DEL “MI CONSENTA”, INSOMMA DI TUTTO. MAI SOTTOVALUTARE UNO CHE SI SOPRAVVALUTA” - LA BATTUTA DI AGNELLI: “BERLUSCONI? SE VINCE, VINCIAMO TUTTI. SE PERDE, PERDE SOLO LUI” – VIDEO

 

Filippo Ceccarelli per la Repubblica - Estratti

 

SILVIO BERLUSCONI VIDEO DISCESA IN CAMPO

 

Trent’anni orsono la discesa in campo: ma come eravamo? Beh, un po’ stupidi. Succede. Tutti o quasi non avevamo capito nulla. Trascorso il tempo di una generazione lo si può riconoscere perfino con serenità, se non ora quando?

 

(...)

 

«Dittatorello sudamericano» sentenziò Occhetto alla guida della “gioiosa macchina da guerra”, già sentendosi la vittoria in tasca. Ma per la verità non furono solo gli altezzosi strateghi post-togliattiani a crogiolarsi nel buio delle proprie strampalate certezze.

 

Bettino Craxi aveva sconsigliato il suo amico dal farsi un partito. Martinazzoli, non proprio un allegrone, si consentì perfino una spiritosaggine: «Dai più recenti sondaggi risulta che il 70 per cento dei cinesi lo vorrebbero come imperatore». Quanto a Mariotto Segni, l’uomo del momento o suppergiù, aveva respinto ogni avance meritandosi dall’imminente trionfatore l’appellativo, tutto milanese, di “capiss-no”.

BERLUSCONI KARAOKE DISCESA IN CAMPO

 

Ma è pur vero che sbuffava anche Montanelli, alzava gli occhi al cielo Ciampi, lo stesso Avvocato Agnelli, richiesto di esplicita benedizione, fece finta di impartirla: «Ci faccia divertire!» congedò il temerario imprenditore; per poi concedere in privato un saggio del suo elegante cinismo: «Se vince, vinciamo tutti. Se perde, perde solo lui». Con il che il Cavalier Silvio Berlusconi può considerarsi – fortuna sua – come il più sottovalutato leader dell’intera storia repubblicana, del tutto minimizzato quale «inventore di cose nuove et insolite» (Machiavelli), l’uomo che avrebbe cambiato per sempre l’arte politica in Italia, e forse non solo.

 

BERLUSCONI FORZA ITALIA KIT DISCESA IN CAMPO

Così, oltre alla più deprecabile presunzione, per altri versi occorre riconoscere che non era facile comprendere il genere di novità che lui incarnava, il particolare rapporto che il berlusconismo avrebbe stabilito con la realtà, la portata dell’incontro fra la tecnologia e l’immateriale simbolico, le risorse dell’istantaneità, il dominio delle immagini e delle rappresentazioni, l’insidiosa fascinazione delle merci e dei consumi applicata alle scelte politiche, la capacità di conquistare attenzione e suscitare desideri, perfino il boato degli stadi e la salmodia dei giocatori del Milan in gloria del loro presidente.

 

Contro Berlusconi, per dire, l’ideona fu di candidare Luigi Spaventa, grande e severo economista: «Ci provi lui, se è capace, a vincere due coppe dei Campioni » lo salutò il Berlusca. Dolce nel fondo, ma amarissima per gli avversari, l’enorme e spregiudicata disponibilità di quattrini.

 

silvio berlusconi forza italia

Detto altrimenti: in quell’Italia, rispetto al Cavaliere, la classe politica era rimasta praticamente all’età della pietra. Ancora si sistemavano le sedie e i microfoni per i comizi, si raccoglievano i bollini dei simpatizzanti o fantastici imbrogli con le tessere; la domenica mattina alcuni superstiti militanti vendevano il giornale porta a porta. Mentre il Cavaliere cominciò il suo percorso politico inaugurando un centro commerciale che si chiamava “Shopville” e poi in un altro tempio del consumo, a Grugliasco: sui lunghi tavoli un’abbondanza di torte, pizzette, pasticcini, bevande e fiori, tutto era perfetto compresi i carrelli della spesa pronti a essere ghermiti dai clienti smaniosi di riempirli. Un sacerdote recitò il Padre nostro in stereofonia.

 

A politici e giornalisti di poca fede tutto sembrava immutabile. Una volta al giorno gli italiani apprendevano il verbo dal grigio Tg1 o dalle omelie di Sandrino Curzi a Telekabul. Per i più indignati l’eroe era Tonino Di Pietro che con la barba lunga agitava le manette, per i più spregiudicati Pannella che provocatoriamente si accendeva una Gauloises a Tribuna politica. Inquadratura frontale, moderatore sorvegliatissimo, noia infinita e garantita. D’altra parte si trattava pur sempre di cittadini, elettori e al massimo telespettatori, non essendosi ancora compiuta la metamorfosi in consumatori di spettacoli politici da divano.

 

IL DISCORSO DI SILVIO BERLUSCONI PER LA DISCESA IN CAMPO IN POLITICA NEL 1994

Anche per noi dei quotidiani la conoscenza della televisione – leggi, meccanismi, effetti - era come minimo approssimativa; schizzinoso e moralistico l’approccio intellettuale alla pubblicità che, secondo la lezione berlusconiana, più che ingannare si poneva semplicemente al di là del vero e del falso facendo leva in una zona intermedia della società che i venditori di Publitalia, da taluni sprovveduti liquidati come “plasticoni”, senz’altro conoscevano molto meglio di sindaci ex democristiani e segretari di federazione del disciolto Pci.

 

Sempre a proposito di sottovalutazione si può aggiungere che al dunque il Cavaliere risultò l’unico a capire e a farsi tornare utile il nuovo sistema elettorale maggioritario; e anche questo, dopo tanti anni, contribuisce a esaltare non solo l’impresa che stava per compiere, ma pure, e di nuovo, il rilievo storico della sua figura: tra evoluzione e regressione, demiurgo e primo esemplare di una nuova razza di animali politici: autodidatti, calorosi, narcisi, esibizionisti e vantaggiosamente senza radici, ma destinati a riprodursi fino ai nostri (sciagurati) giorni. Ma prima, come sempre accade in Italia, si rise tanto e si rise troppo.

BERLUSCONI FORZA ITALIA

 

Del fatto che lui camminava sul palco col microfono in mano e le nuvolette sulla testa, della calza da donna sulla telecamera, del kit del presidente, della spilletta luccicante, del coupon di Sorrisi e canzoni per fondare i club, dell’inno karaoke, della mania dei sondaggi, del “mi consenta”, insomma di tutto. Una festa per bambini, un villaggio vacanze: ed era appena l’inizio mai sottovalutare uno che si sopravvaluta.

BERLUSCONI FORZA ITALIAsilvio berlusconi forza italia silvio berlusconi forza italia SILVIO BERLUSCONI VIDEO DISCESA IN CAMPO

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…