paolo giordano alessandro campi pietrangelo buttafuoco

“A SINISTRA SONO COMICI. PER LORO IL SALONE DEL LIBRO È COME SANREMO: UNA RIDOTTA DA DIFENDERE A QUALSIASI COSTO”– PIETRANGELO BUTTAFUOCO E LE POLEMICHE SULLA KERMESSE TORINESE, DOPO IL PASSO INDIETRO DI PAOLO GIORDANO PER PRESUNTE PRESSIONI DEL MINISTRO SANGIULIANO – IL PROF. ALESSANDRO CAMPI E LA BORDATA CONTRO L’ETERNO "CHIAGNI E FOTTI" DELLA SINISTRA: "DAVVERO PARLARE DI LIBRI ED EDITORIA (ANCHE) CON ME, BUTTAFUOCO, VENEZIANI E BRUNO GUERRI SAREBBE STATO PER GIORDANO UMILIANTE?"

LA PARROCCHIETTA ROSSA RIFÀ SANREMO A TORINO»

Estratto dell'articolo di Francesco Borgonovo per “La Verità”

 

buttafuoco meloni

Non sono ancora terminate le polemiche sul Festival di Sanremo che già si affaccia sulla scena una nuova «minaccia fascista» a cui tutta l’intellighenzia progressista è chiamata a rispondere armi in pugno. L’allarme riguarda il Salone del libro di Torino, su cui la destra (cioè una masnada di «fascistelli» guidata dal ministro Gennaro Sangiuliano, «agiografo di Putin», come ha scritto qualche partigiano della ultima ora) vorrebbe mettere le mani. E come sapete, anche solo sfiorare qualcosa che la sinistra giudichi di sua esclusiva proprietà non è possibile, non è accettabile, non è democratico. In che cosa consisterebbe il tentativo di golpe nero? Nel fatto che sia stato suggerito dal ministero di affiancare al direttore designato del Salone (Paolo Giordano, della nobile casata Einaudi) un comitato editoriale in cui inserire - pensate! - ben tre o quattro eversori fasssisti.

paolo giordano

 

Qualche giornalista coraggioso ha pure indicato i nomi di alcuni dei pericolosi nemici del popolo segnalati dal ministero: Giordano Bruno Guerri, Marcello Veneziani, Alessandro Campi, addirittura il sottoscritto. E poi Pietrangelo Buttafuoco, che di polemiche sulla kermesse torinese ne ha già vissuta una.

 

Precisamente nel 2019, quando uno dei consulenti del Salone, Christian Raimo, compose una lista di proscrizione con i nomi degli impresentabili destrorsi da escludere dalla manifestazione. Alla fine Raimo si dimise, ma riuscì a far cacciare (cosa inaudita nella storia della fiera letteraria) l’editore Altaforte.

 

(...)

 

Hanno fatto anche il tuo nome, fra gli altri.

lo scrittore paolo giordano

«Secondo me giornalisti privi di fantasia hanno sparato dei nomi a casaccio. Io vorrei fare un ragionamento serio. Per prima cosa, vorrei dire che il Salone del libro è benemerito e meritorio perché nasce sulla fatica inaudita dei librai, la categoria meno tutelata e ai quali viene dato il minimo».

 

A partire dai giovani e meno giovani che normalmente lavorano agli stand...

«Sì. E allora mi viene da pensare che la persona, in assoluto, più coerente con la storia del Salone sia Giuseppe Culicchia».

 

Uno scrittore, e anche molto bravo.

«Sì, ma ti dico subito perché, secondo me, lui è il migliore. Innanzitutto è di Torino e questo è un aspetto anche secondario. Il fatto è che lui nel Salone, da quando questo è nato, ha fatto di tutto: è stato volontario, ha lavorato negli stand, ha gestito l’arrivo delle scolaresche, è stato autore. Cioè, quel mondo lo conosce alla perfezione. Ha un grande difetto, forse, agli occhi degli ottimati: non appartiene alla parrocchietta».

 

salone del libro

Ed eccoci al vero nodo della questione. Culicchia è uno difficilmente incasellabile.

Non fa parte dei circoletti di potere che pretendono di comandare per diritto divino.

E, per la fetta di sinistra che rivendica per sé il Salone, questo è un problema.

«Per loro è come il Festival di Sanremo, devono stupire con gli effetti speciali. Il Salone è una ridotta che vogliono difendere assolutamente. Ora, io dico: ti pare normale che, fino all’ultima riunione dei consulenti della manifestazione, non abbiano parlato d’altro che di questioni di genere, di inviti a scrittrici trans, oltretutto nella parte dedicata alle scuole? Vogliono ripetere tutti i giochi di fuoco, traslati in ambito editoriale, delle sceneggiate viste a Sanremo. Chissà, forse vanno anche capiti. Pensano che quei parametri costituiscano il codice universale valido per tutti, invece lo sappiamo bene che non è così».

 

(...)

 

pietrangelo buttafuoco foto di bacco (4)

UNA RITIRATA PER DIFENDERE LA CASTA CULTURALE DI SINISTRA

Alessandro Campi per “il Messaggero”

 

(...) Da ieri mattina - bastava vedere le aperture di Repubblica, del Corriere della Sera o de La Stampa - abbiamo dunque un nuovo martire della libertà di pensiero.

 

Ora la polemica rimbalzerà, vedrete, sui giornali stranieri, con la Francia come al solito in prima linea, secondo un copione già sperimentato. Michela Murgia e Roberto Saviano interverranno con i loro commenti allarmati (o forse li stiamo leggendo già oggi).

La grancassa dell'indignazione di sinistra - in realtà un eterno "chiagni e fotti" politico-mediatico, capace di far passare per censurati i censori - non si fermerà per giorni.

Ci si chiederà se l'Italia di Giorgia Meloni non stia diventando come l'Iran o la Russia: un inferno per gli intellettuali e le persone libere.

 

alessandro campi

Ma sicuri - chiedo a tutti costoro - che non esista anche per voi una cosa che si chiama "senso del ridicolo"? Con questa vicenda ampiamente superato? Davvero i tre nomi in questione - di intellettuali di centrodestra, come si dice, che il ministro Gennaro Sangiuliano, non avendo alcun potere diretto di nomina, si è limitato a suggerire nel nome di un pluralismo delle idee non rispettato in primis da coloro che se ne ergono a difensori - giustificano la canea scatenata ad arte da Paolo Giordano?

 

Davvero parlare di libri ed editoria (anche) con me, Pietrangelo e Giordano sarebbe stato per Giordano non ho ben capito se più umiliante, inutile o offensivo? Fatto sta che per ragioni tanto futili quanto evidentemente pretestuose ha rinunciato a dirigere il Salone. La responsabilità è stata anche involontariamente mia e non mi resta dunque che scusarmi con lui per l'affronto che ha dovuto subire.

pietrangelo buttafuoco foto di bacco (3)

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