albatross giulio base tiziana rocca

“ALBATROSS SARÀ PARTE DI UN NUOVO CINEMA CONTROVERSO E ‘CORAGGIOSO’, PERÒ FINANZIATO DA RAICINEMA E DALLA CINECITTÀ DI CACCIAMANI” – ALBERTO PICCININI SUL “MANIFESTO” STRONCA IL FILM DI GIULIO BASE, DA CUI DOVREBBE DIPENDERE LA RISCOSSA DELL'EGEMONIA CULTURALE DI DESTRA: “PARLA LA LINGUA DELLA FICTION ITALIANA DI PROPAGANDA, LA PEGGIORE, QUELLA DEI FOIBE MOVIE DA PROGRAMMARE IN BASSA STAGIONE, COSTOLA DEI VERI SANTINI DI QUESTI ANNI. FATTA PER COMPIACERE I CAMERATI AL GOVERNO: SU DAGOSPIA SONO DISPONIBILI LE FOTO E LE ILLUSTRI PRESENZE DELL’ANTEPRIMA ROMANA DEL FILM…” - VIDEO

 

 

Alberto Piccinini per https://ilmanifesto.it/

 

albatross di giulio base 5

Uno dei momenti chiave di Albatross, il nuovo biopic di Giulio Base (da ieri nelle sale) sulla vita di Almerigo Grilz, neofascista triestino in odore di terrorismo e campi paramilitari che trovò la bella morte come inviato di guerra in Mozambico nel 1987, è quello che il regista romano riserva per sé a tre quarti del film.

 

In un cameo da «giornalista militante», come leggiamo nei titoli di coda, infagottato perciò in una giacca di tweed, cravattino di maglia, barbetta bianca, Base ripete per sommi capi la ricostruzione che la storica (e militante) Claudia Cernigoi fece della vita di Grilz quando quasi una decina d’anni fa si pose l’opportunità di una riabilitazione del «primo giornalista italiano morto in guerra dopo il 1945» in nome della professione, del supremo sacrificio di sé, della pacificazione nazionale tra rossi e neri. Il documento si trova facilmente in rete.

 

Almerigo Grilz

LA SCENA vorrebbe colpire l’ossessione della sinistra per l’antifascismo, da tempo argomento di punta della propaganda di destra.

 

Base, che ha gridato per anni la propria emarginazione dal cinema che conta, regista di molte fiction tv, oggi direttore del festival del Cinema di Torino, la prende sul personale e infierisce: Grilz era «un fascistone», amico dei razzisti e dei fascisti di mezzo mondo, grida qui in una caricatura molto tirata via, prima di lasciare indignato l’aula dove si svolge l’assemblea dell’ordine dei giornalisti triestini che dovrebbe decidere gli eventuali passi di questa riabilitazione.

 

GIULIO BASE SUL SET DI ALBATROSS

Cancel culture. Nella scena successiva, in flashback, Almerigo Grilz sorride assieme ad alcuni guerriglieri neri, nell’angolo di Mozambico in cui poco dopo troverà la morte. Razzista proprio no, dunque.

 

La ricostruzione non specifica il fatto che il reporter seguiva embedded l’esercito del Renamo finanziato da Sudafrica e Rhodesia, niente spiegoni proprio quando ce ne se sarebbe stato bisogno.

 

L’antagonista del giornalista militante nella stessa scena si chiama Vito Ferrari. È interpretato da un Giancarlo Giannini piuttosto svaporato e pochissimo conseguente al suo personaggio di uomo di sinistra cioè del sistema, direttore di un telegiornalone, opinionista tv tanto popolare che sul Frecciarossa per Trieste, poltrona di classe Executive – il nuovo trono dei potenti – ragazzi e ragazze gli chiedono i selfie.

 

tiziana rocca giulio base

È venuto per rendere un ultimo omaggio al suo vecchio nemico/amico, e anche alla sua gioventù. All’epoca dei torvi anni ’70, quando rossi e neri si picchiavano per strada con cartelli del tipo «carogne/ tornate nelle fogne», ma se arrivava la polizia erano i neri a pagare per tutti, Ferrari faceva il capetto dell’estrema sinistra triestina, attendendo il suo turno per entrare tra i potenti.

 

«Voi fascisti siete brutti, brutti da vedere!». «Ti credi Alan Delon?». Grilz (l’attore Francesco Centorame) meditava intanto di fuggire dalle fogne medesime seguendo il volo dell’albatros, proprio come nella Ballata del vecchio marinaio di Coleridge, che ascolteremo recitata in una delirante scena all’aperto di fronte alla fidanzata basita.

 

La quale infatti lo lascerà immediatamente per Ferrari, il comunista col Rolex. E così, con le motivazioni profonde della storia siamo a posto. Strizzata d’occhio cifrata ai camerati: «Le donne non ci vogliono più bene / perché portiamo la camicia nera», cantavano a Salò su testo di Castellacci, quello del Bagaglino.

 

albatross di giulio base 3

Albatross parla la lingua della fiction italiana di propaganda, la peggiore, quella dei foibe movie, degli ha-fatto-anche-cose-buone movie, da programmare in bassa stagione, costola dei veri santini di questi anni – eroi santi navigatori.

 

Soprattutto santi, confezionati anche dallo stesso Giulio Base per Raiuno – da Padre Pio a Don Matteo. Fatta per compiacere i camerati al governo: su Dagospia sono disponibili le foto e le illustri presenze dell’anteprima romana del film. Il presidente del senato La Russa è stato tra quelli che più si sono spesi per riabilitare Grilz, al quale alla fine è stato dedicato un premio e qualche mostra col patrocinio del comune (di destra) a Trieste.

 

albatross di giulio base 2

NEL FILM compaiono gli ex camerati e colleghi Gian Micalessin e Fausto Biloslavo, militanti del Fronte della Gioventù triestino, fondatori con Grilz negli anni ’80 dell’agenzia di videogiornalismo Albatross, da cui il titolo.

 

Costumista e regista hanno trovato particolarmente significativo avvolgere i due nei giacconi di montone che erano il top della moda fascia dell’epoca, assegnando per lo stesso motivo a Grilz un paio di Ray Ban a goccia.

 

maurizio gasparri giulio base

(Della nuova egemonia culturale farà parte anche una revisione dello stile e delle priorità vintage?). Micalessin e Biloslavo sono presenze costanti da decenni in tv e sui giornali di destra, inviati e opinionisti che non hanno mai cambiato idea su niente.

 

Più sfumati i riferimenti per il personaggio di Vito Ferrari: dovrebbe essere Toni Capuozzo, nato a Palmanova, ex militante di Lotta Continua ma sopratutto indimenticato inviato di guerra del tg4 di Emilio Fede, il quale effettivamente ruppe per primo il tabù sulla memoria di Grilz, da sinistra diciamo così.

 

Di recente Capuozzo è stato l’autore degli incredibili speciali Caro Presidente, e Caro Presidente un anno dopo, due dei prodotti più fantozziani dell’audiovisivo recente, dedicati alla morte di Berlusconi.

 

ALMERIGO GRILZ CON GIAN MICALESSIN E FAUSTO BILOSLAVO

Neppure Base è riuscito a utilizzarlo pienamente come personaggio, preferendogli una caricatura che potrebbe comprendere Paolo Mieli e persino Paolo Liguori, i vecchi arnesi della sinistra raccontata (e amata) dalla destra.

 

Albatross sarà parte di un nuovo cinema controverso e «coraggioso», come ha già commentato qualcuno, però finanziato da Raicinema e dalla società dell’ad di Cinecittà Cacciamani. Non tutti sanno, e Giulio Base meritatamente lo svela, che la vera passione di Almerigo Grilz era quella di fare caricature a penna.

fausto biloslavo federico mollicone

 

Ne vediamo alcune, sulle rivistacce fasciste dell’epoca tipo Candido, che sono progenitori dei Libero, Verità, Giornale di oggi. Più seriamente, il film nasconde un non detto piuttosto evidente.

 

La caricatura è la forma di revisionismo preferita dalla destra al governo, in ogni forma: dagli scontri di piazza anni ’70 alle guerre in cui Grilz cerca la verità con la sua cinepresa – sempre praticamente a petto nudo tra i proiettili. Di nessuna di questa avremo un qualche genere di spiegazione a parte le didascalie che indicano generici luoghi dell’azione. Perché?

 

giulio base

PROBABILMENTE soltanto la voce di Gualtiero Jacopetti, la voce dei vecchi mondo movie, il nostro vero cinema fascio, oppure il cultissimo Barbareschi di Cannibal Holocaust avrebbe dato un senso all’attrazione di Grilz per la guerra, il sangue, lo snuff .

Ma a questo Giulio Base nemmeno c’ha pensato. Ai cultori di cinema trash andrà svelato però che mentre i set della giovinezza del protagonista sono correttamente a Trieste, tutto il resto del mondo (Cambogia, Libano, Afganistan, Mozambico) è ricostruito dalle parti di Foggia, sempre stando ai titoli di coda, con un centinaio o più di comparse, qualcuna dai tratti approssimativamente etnici, che si dividono tra rossi e neri, russi e mujaeddin, ribelli e governativi.

 

Albatross non supera mai la prova Boris.  Del resto – per chi conosce la serie – Base è stato anche il regista della commedia Gli occhi dell’amore, e incredibilmente uno dei libri scritti da Grilz si intitolava Gli occhi della guerra.

giulio base e il cast di albatross

albatross di giulio base 7

luca predonzaniroberta torrefederica gentile (2)sebastiano rizzopaolo del brocco alessandro giulifrancesco centoramegiulio base lucia borgonzoni francesco centoramealessandro giuli giulio basesimona agnes maurizio gasparrigiulio base gennaro coppolalucia borgonzoniperla tortora e angelo melloneyvonne scioalessandro giuli (2)rodolfo martinelli isabel russinova (2)paolo del brocco (2)pierfrancesco campanellagiulio base (2)tommaso santinigiulio base e il cast di albatrossalessandro giuli (3)paolo del broccoalessandro giulipaolo petrecca alma manerafederica lucisano con il marito gabriele

albatross di giulio base 1

federica gentile andrea piersanti

albatross di giulio base 4

fausto biloslavo 5fausto biloslavo 6Almerigo Grilz

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…