boheme torre del lago alberto veronesi

“I FISCHI LI ACCETTO, MA MI PARE VERGOGNOSO MINACCIARE IL MIO LICENZIAMENTO” – IL MAESTRO ALBERTO VERONESI PROVA A DIFENDERSI DOPO LA BUFERA PER LA PAGLIACCIATA A TORRE DEL LAGO, DOVE HA DIRETTO LA BOHEME CON UNA BENDA SUGLI OCCHI, IN POLEMICA CON L'ALLESTIMENTO "SESSANTOTTINO" DI CHRISTOPHE GAYRAL: “IL COMUNISMO NON C’ENTRA NIENTE CON PUCCINI. PARLEREI DI DITTATURA” – “SGARBI DICE CHE MI HA ISPIRATO? È STATA UNA MIA DECISIONE DELL’ULTIM’ORA. NON HO RINUNCIATO ALLA DIREZIONE PERCHÉ” - LA CONTRADDIZIONE: DICE CHE NON È UNA QUESTIONE "POLITICA", MA POI ACCUSA IL REGISTA DI STRUMENTALIZZAZIONE... - VIDEO

TORRE DEL LAGO, ALBERTO VERONESI DIRIGE LA BOHEME BENDATO

 

1. "IO ISPIRATO DA SGARBI? FALSO NON FACCIO PROPAGANDA CON L'ARTE"

Estratto dell’articolo di Adriana Marmiroli per “La Stampa”

 

alberto veronesi con la benda a torre del lago

«I fischi li accetto, sono legittimi. Mentre mi pare vergognoso che gli organizzatori del festival minaccino il mio licenziamento. Non mi pare di avere contravvenuto in niente al contratto. La figura pessima semmai ora la fanno loro, censurandomi».

 

Il maestro Alberto Veronesi ribalta la questione: secondo lui il gesto politico non è il suo, che ha diretto bendato La Bohème, ma quello di chi lo starebbe cacciando.

 

Dunque perché ha diretto bendato?

«È il simbolo di una cesura tra fatto scenico (che segue clamori momentanei) e direzione musicale. Tra direttore d'orchestra e regia non c'è sintonia né dialogo, vince la visione unilaterale del regista. Parlerei di dittatura. Ma per me non puoi imbrattare le opere di Puccini, Wagner o Verdi ed essere esaltato come l'eroe del momento. Ancora più grave se dietro, da parte del regista, c'è una precisa presa di posizione politica».

 

E questo non fa anche della sua reazione un gesto politico?

IL COMUNICATO DELLA FONDAZIONE FESTIVAL PUCCINIANO SU ALBERTO VERONESI

«Mai fatto una questione politica. Non avrei nessun problema a dirigere un Prometeo di Nono con bandiere rosse e falce e martello in scena, ma non Puccini. Non sono i simboli comunisti a preoccuparmi. Ma il ‘68 francese e il comunismo non c'entrano nulla con Puccini. Il farlo è solo una strumentalizzazione. È tradirne lo spirito. È fuorviante. […] E io non voglio partecipare a questo scempio».

 

Ma ha fatto le prove, possibile che con Christophe Gayral non vi siete confrontati prima di arrivare a questo punto?

«Ci siamo incontrati più volte e avevamo stabilito insieme delle cose che poi non ha fatto».

 

Non poteva rinunciare alla direzione, allora?

la boheme di christophe gayral a torre del lago

«Quando l'ho scoperto la deriva che aveva preso eravamo all'ultima settimana, alle prove. Non potevo più tirarmi indietro proprio a causa della mia funzione. Ho visto una strumentalizzazione politica, l'arte non può diventare strumento di propaganda attiva per un partito. Mentre lo confermo: nella mia benda non c'è nulla di politico, ma solo la denuncia di un malessere e del fatto che […] davanti agli occhi avevo una scena che non volevo vedere».

 

[…] Quando ha deciso questa protesta?

«È stata una decisione dell'ultima ora, non premeditata. Nel pomeriggio sono andato a cercare un panno nero, l'ho tagliato e me lo sono messo. Ma dovevo dichiarare questo mio crescente imbarazzo, fare qualcosa per dissociarmi da uno spettacolo che reputo dispregiativo di Puccini».

 

Sgarbi ha detto di esserne stato l'ispiratore, però.

alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 1

«Nei giorni precedenti con l'amico Sgarbi abbiamo parlato di questo mio disagio e che volevo fare qualcosa. Lui ha convenuto che un gesto era necessario. Niente di più. Con tutta la stima che ho per lui, la benda è idea mia».

 

Scusi, ma lei si è anche presentato alle Regionali in Lombardia nelle liste Fdi.

«Ho avuto anche altre militanze».

 

Sì, in passato stava con il Pd. Un salto notevole.

«Mi considero una persona libera. […] Ho fondato un mio movimento, "Liberamente Italia". E in passato ho sostenuto Sala a Milano (con qualche dubbio oggi), Pardini a Lucca e credo che Fontana abbia ben fatto in Lombardia».

 

E Meloni?

«Meloni oggi mi pare la sola soluzione per l'Italia. Ma non voglio che questo colloquio diventi una disanima del Veronesi politico. Queste mie posizioni non interferiscono con il fatto artistico».

alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 2

 

La sua protesta arriva dopo il clamore del caso Venezi, è solo un caso?

«Il fatto che il governo attuale […] abbia un nuovo orientamento, fa sì che gli artisti si possano esprimere più liberamente verso un certo sistema di potere (che italiano ma c'è anche all'estero). Nella fattispecie nella lirica […]».

 

2. SGARBI, LA BENDA UNA MIA IDEA, BOHEME NON È UN COMIZIO

Michele Giuntini per l’ANSA

 

Vittorio Sgarbi attacca ancora sulla Bohème ambientata nel '68 che ha debuttato al Festival Pucciniano di Torre del Lago accusando la regia di fare un uso politico dell'opera. La Fondazione annuncia di voler licenziare il direttore d'orchestra dalle prossime tre recite in cartellone. E lui, la 'bacchetta' che è salita sul podio con gli occhi bendati, spiega che, pur avendo dissentito con questa performance, ha rispettato gli impegni contrattuali.

VITTORIO SGARBI

 

A Torre del Lago la polemica è a tutto campo. "Ho detto io ad Alberto Veronesi di dirigere bendato la Boheme al festival Pucciniano, è un'idea mia e lui ha fatto bene a seguirla" ha rivelato Vittorio Sgarbi, che in un comunicato ribadisce che in questa produzione "il problema della regia non è un problema estetico, ma un problema politico" cioè "l'uso e l'abuso da parte del regista Christophe Gayral di un incarico avuto dal Festival Pucciniano per dichiarare con la regia le sue intenzioni politiche e socio psicologiche".

 

alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 3

"La sua - afferma Sgarbi - è una regia o un comizio? E la regia della Bohème dev'essere lo strumento per criticare il governo e le istituzioni che finanziano il Festival e le celebrazioni Pucciniane? Per il '68 io attendo altra musica, non quella di Puccini che dovrebbe essere lasciato in pace".

 

 In giornata la Fondazione Festival Pucciniano al termine di riunioni accese e consulti anche legali a tempo di record ha diffuso una nota in cui si "si riserva di adottare ogni iniziativa a tutela del proprio pubblico, dei propri lavoratori e per evitare a Veronesi il disagio di dirigere le prossime rappresentazioni".

 

la boheme di christophe gayral a torre del lago.

E' l'annuncio di una molto probabile interruzione del rapporto. Sulla carta Veronesi ha un contratto per tutte le quattro recite di Bohème al festival; oltre all'esordio, sono in cartellone altre date il 29 luglio e il 10 e 25 agosto. Il suo è "un gesto da condannare - sottolinea la Fondazione - soprattutto perché irrispettoso nei confronti di quanti hanno lavorato con passione e professionalità per realizzare lo spettacolo".

 

 Veronesi però spiega all'ANSA di aver diretto "la Bohème per rispettare gli impegni contrattuali", nel contratto col Festival, dice, "non c'è scritto da nessuna parte che non potessi dirigere bendato, quindi ho preso questa decisione" anche perché "se non avessi diretto avrei creato problemi per una sostituzione e poi perché ho sempre mantenuto gli impegni contrattuali e l'ho fatto anche stavolta".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 7

 

 

alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 6vittorio sgarbi alberto veronesi LA BOHEME DI CHRISTOPHE GAYRAL A TORRE DEL LAGO LA BOHEME DI CHRISTOPHE GAYRAL A TORRE DEL LAGO

 

alberto veronesi alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 5alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 4

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…