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PERCHÉ “LA CASA DI CARTA” HA SUCCESSO? – ALDO GRASSO: “PIÙ CHE DENUNCIA SOCIALE, LA SERIE È SEMPLICEMENTE UN RIUSCITO ESEMPIO DI QUEL MECCANISMO CHE CI TIENE INCOLLATI A UNA STORIA ANCHE QUANDO NE PERCEPIAMO LE ESAGERAZIONI. SENZA VERGOGNARCENE E SENTENDOCI, IN FONDO, PARTE DELLA STORIA” – LA TERZA STAGIONE TRA LOCATION FARAONICHE E EQUILIBRIO INSTABILE TRA ACTION E COMEDY'' - VIDEO

 

 

 

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

la casa di carta 3

La novità più evidente e rilevante della terza stagione de «La casa di carta» sta nella sua origine produttiva, la mano di Netflix c' è e si vede: nel budget, nella rincorsa sfrenata e incalzante dell' eccesso, nelle location faraoniche, nell' equilibrio spesso instabile tra action e comedy.

 

la casa di carta 3

Come una grande famiglia, ritroviamo (quasi) tutti i protagonisti delle prime stagioni; fuggiti dalla Zecca di Stato con il bottino, si godono una sorta di «pensione dorata» dispersi nei luoghi più remoti del pianeta. Grazie a un' articolata e sofisticata mescolanza di piani temporali, la serie spazia dai giorni immediatamente precedenti a un nuovo colpo a periodi persino più remoti rispetto alla prima stagione, guidando lo spettatore in un complesso groviglio di nodi in cui tutto si tiene nelle mani del Professore (un sempre più convincente Álvaro Morte), autentico burattinaio della vicenda.

la casa di carta 3

 

La banda si è arricchita di nuovi personaggi: Stoccolma (l' ex ostaggio innamoratasi di uno dei sequestratori), Palermo (destinato ad assumere centralità nella narrazione) e Lisbona (l' ex ispettore Murillo passata per amore dall' altra parte della barricata). «La casa di carta» è anche questo: un ribaltamento delle convenzioni con i criminali che vengono acclamati e le maschere di Dalì che diventano simbolo del populismo di sinistra in tutto il mondo.

 

la casa di carta 3

Ma più che denuncia sociale, la serie è semplicemente un riuscito esempio di guilty pleasure sociale, quel meccanismo che ci tiene incollati a una storia anche quando ne percepiamo le esagerazioni. Senza vergognarcene e sentendoci, in fondo, parte della Storia.

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