
ALL’OPERA DI ROMA SCOCCA L’ORA DI WAGNER – PER L'APERTURA DEL 27 NOVEMBRE TORNA DOPO 50 ANNI IL “LOHENGRIN” PER LA REGIA DI DAMIANO MICHIELETTO, CHE RINUNCIA AL CIGNO (SIMBOLO DELL’OPERA E CHE IMPREZIOSÌ UNA SCENA DI "LUDWIG" DI VISCONTI) PER UN GRANDE UOVO DA CUI GERMINA LA LOTTA TRA BENE E MALE - PREVISTA LA PRIMA ROMANA DI "ROMEO ET JULIETTE" DI GOUNOD. IN CARTELLONE "TANCREDI" DI ROSSINI CON LA REGIA DI EMMA DANTE E "FALSTAFF" DI VERDI - TRE ALLESTIMENTI CON MARIOTTI SUL PODIO, PREAPERTURA IN DIRETTA SU RAI3 L’1 NOVEMBRE CON LA "STORICA" TOSCA DEL 1900 - IL SOVRINTENDENTE FRANCESCO GIAMBRONE SI GODE LA CRESCITA DI INCASSI E SPETTATORI...
Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera” - Estratti
Sul menù del prossimo cartellone dell’Opera di Roma ci sono champagne e Barolo: le bollicine di Händel, con Il trionfo del tempo e del disinganno nella celebre regia di Robert Carsen ambientata in un talent show tv; e la corposità di Wagner, col Lohengrin che qui manca da 50 anni, e si darà all’apertura di stagione del 27 novembre segnando un triplice debutto assoluto:
per il direttore musicale Michele Mariotti, per la voce del russo Dmitry Korchak (ha un passato di belcanto rossiniano, un altro mondo), per la regia di Damiano Michieletto, che rinuncia al cigno, simbolo dell’opera e che impreziosì una scena di Ludwig di Visconti: invece del cigno un grande uovo da cui germina la lotta tra bene e male.
Spigolando nel programma, Tancredi nel cast ha il controtenore Carlo Vistoli in luogo del previsto mezzosoprano, scelta più da festival che da normale stagione. In Italia si è fatta così una sola volta a Martina Franca.
Rossini scrisse un’unica opera per castrato, Aureliano in Palmira , e chissà cosa diranno i rossiniani, sperando di non riattizzare lotte tra bizantini e saraceni che affollano la partitura; la regia dell’opera ambientata in Sicilia è della siciliana Emma Dante, mentre sarà la prima volta per Mariotti, che su Rossini (al festival pesarese che fu fondato da suo padre) si è formato.
La Traviata ha un super doppio cast: l’albanese Ermonela Jaho si alterna con Nadine Sierra; stesso discorso per La bohème con regia di Davide Livermore e bacchetta di Jader Bignamini dove si alternano Carolina Lopez Moreno (esplosa in Puccini) e Maria Agresta. Le Nozze di Figaro ha la regia piena di angioletti (ripresa da Salisburgo 2006) dell’«innovativo» Claus Guth, sul podio l’austriaco Emmanuel Tjeknavorian.
Mariotti ha tre opere: il Wagner più mediterraneo dell’apertura, Tancredi e Falstaff di cui è protagonista Luca Salsi. Roméo et Juliette di Gounod mai rappresentato a Roma ha come direttore Daniel Oren, il regista Luca de Fusco e le voci brillanti di Nino Machaidze e Vittorio Grigolo.
presentazione nuova stagione teatro opera di roma
(...) Preapertura in diretta su Rai3 l’1 novembre con la «storica» Tosca del 1900. L’Opera ha il Nazionale come secondo teatro, dedicato alle contaminazioni di linguaggi e al contemporaneo, come il dittico di Matteo D’Amico da Pirandello, di cui l’autore è pronipote.
I numeri: 4 secoli di musica, dal barocco al contemporaneo; 14 opere (di cui 9 nuove produzioni) e 8 balletti; 60 milioni il budget; occupazione posti all’88 per cento; nel 2024 incassi a 14 milioni e mezzo (+ 18.9 per cento); spettatori (compresa Caracalla) 291.828 (+13.9 per cento).
I partiti hanno fatto un passo indietro riconfermando per cinque anni il sovrintendente Francesco Giambrone, per mano del sindaco e, nel tempo, con due decreti di ministri di fronti politici opposti. La città della politica oggi nella lirica è trasversale alla politica. «È l’unico teatro — dice Giambrone — che non ha avuto un rigo di polemica o di vuoto di gestione». La sfida, aggiunge, è conciliare due anime: il teatro istituzionale e di rappresentanza, con il presidente Mattarella in sala, e il teatro di comunità e territorio, e dunque l’Opera «camion» dove si canta dentro un Tir e la gente si porta da casa la sedia nei quartieri più decentrati.
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il sovrintendente del teatro dell opera di roma francesco giambrone foto michele monasta
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