viscardi giorello

MA UN FILOSOFO E UNA YOUTUBER CHE SE DEVONO DI’? AMORI, SESSO (POCO) E PAURE NEL DIALOGO TRA GIULIO GIORELLO E LA 18ENNE SOFIA VISCARDI IN TESTA ALLA CLASSIFICA COL SUO PRIMO ROMANZO "SUCCEDE": “LA POLITICA? A SCUOLA NESSUNO MI HA MAI INSEGNATO NIENTE. MI È ARRIVATA LA TESSERA ELETTORALE E MI SONO MESSA LE MANI NEI CAPELLI, E MO' CHE FACCIO”

SOFIA VISCARDISOFIA VISCARDI

Dialogo tra Giulio Giorello e Sofia Viscardi a cura di Ida Bozzi pubblicato da “la Lettura - Corriere della Sera”

 

S' incontrano subito, sul piano dei sentimenti, il filosofo Giulio Giorello e la youtuber Sofia Viscardi, diciotto anni appena compiuti, che ha scritto un romanzo - Succede (Mondadori) - da tre settimane sul podio della classifica, tutto dedicato agli amori di un gruppo di ragazzi. E così anche la conversazione, nella redazione de «la Lettura», affronta senza timidezze anagrafiche i grandi temi: l' amore, la solitudine, la paura. Prima partendo dal romanzo, e poi raccontando della vita privata, delle storie di ognuno. Di quella volta che.
 

GIORELLOGIORELLO

GIULIO GIORELLO - Si vedono un mucchio di belle cose, e di bei problemi, nel libro. Posso citartene una, pagina 153: «Ho mille domande, mille preoccupazioni, mille dubbi, un casino di cose da raccontare, nessuno a cui rivolgermi. Questa forse è la solitudine».

 

Mi sembra un pezzo di notevole bellezza, è una delle linee con cui leggere il libro. Però l' impressione è che alla fine la solitudine sia vinta. Che il senso di solitudine sia vinto dall' amore di Meg per Tom, i protagonisti. I quali si riconoscono dopo essersi visti-rivisti-stravisti mille volte. E questo è uno dei punti che mi sono piaciuti di più. E c' è un altro punto, due righe prima: «Vorrei essere amata e imparare ad amarmi». All' inizio sembra che la ragazza non si piaccia.
 

SOFIA VISCARDISOFIA VISCARDI

SOFIA VISCARDI - O non totalmente... C' è un altro pezzo, dove scrivo: «Dico sempre che vorrei essere come gli altri ma non mi cambierei mai per essere qualcuno che non sono».

 

Alla fine Meg ha solo bisogno di trovare qualcuno che le faccia capire che è giusto così, che siamo tutti imperfetti, che però bisogna imparare ad accettarsi, e una volta che ci si accetta si appare più sicuri e si può anche essere amati dagli altri. A un certo punto i due si lasciano, e Meg dice: «Perdo l' amore, ma devo imparare ad accettare la perdita».
 

SOFIA VISCARDI - Anche per questo il romanzo si intitola Succede . Succedono, le cose. Bisogna imparare a prenderle come vengono. Anche qualcosa di brutto, bisogna metabolizzarlo.
 

VISCARDI COVERVISCARDI COVER

GIULIO GIORELLO - Metabolizzarlo e riprendere. La protagonista è tutt' altro che una rassegnata, mi pare. Combattere le piace. Nelle situazioni critiche se la cava bene. Perfino quando si sbronza con un gruppo di svitati, se la cava egregiamente - alla fine no, arriva a casa a pezzi, ma all' inizio se la cava bene. Cioè dimostra di essere capace di adattarsi al mondo che la circonda e questo mi sembra uno dei lati più interessanti di questo libro. Non c' è mai rassegnazione e non c' è mai conformismo.
 

SOFIA VISCARDI - Eh, sono io. Io non mi arrendo mai. A volte è una cosa negativa, bisognerebbe anche saper abbassare la testa. Però se c' è qualcosa che ho imparato è l' adattamento. Se le cose non vanno così, non è un grande problema, sono capace di adattarmi.

I suoi coetanei, i suoi fan su YouTube hanno questa stessa capacità di affrontare le cose?
SOFIA VISCARDI - Dipende. A volte ci sono persone molto deboli, molto disorientate, magari più piccole di me, che mi chiedono aiuto. Quello che cerco sempre di comunicare io, è «prendi quello che arriva e cerca di farne esperienza, anche se non è una cosa che in questo momento ti rende estremamente felice».
GIULIO GIORELLO - Una pagina mi è piaciuta molto, pagina 83, quando descrivi Milano d' inverno. «Amo l' inverno quando è fuori dalla finestra, quando io però sono rintanata sotto le coperte; non quello gelido delle otto del mattino quando perdo l' autobus e mi trovo a correre come una pazza per arrivare a scuola». Devo dire che non è cambiato molto, rispetto ai vecchi anni, se non che ai miei tempi non c' era l' autobus ma il tram.
 

GIULIO GIORELLO GIULIO GIORELLO

Che scuola?
SOFIA VISCARDI - Ho fatto un po' di licei milanesi... Un anno di Berchet. Che però non è andato bene.

 

GIULIO GIORELLO - Io ho fatto lì i miei cinque anni, al Berchet.
SOFIA VISCARDI - Poi ho cambiato, un anno al Besta, poi al Virgilio l' anno scorso (è la scuola di Meg e Olimpia, nel libro) e quest' anno vado al liceo di scienze umane, il Voltaire. Mi iscriverò di nuovo qui, è la prima volta che faccio per due anni la stessa scuola.

 

sofia viscardi in posa con una fan (2)sofia viscardi in posa con una fan (2)

GIULIO GIORELLO - Ecco, i professori in questo romanzo non fanno una gran figura.
SOFIA VISCARDI - Ma io sono una persona un po'...Non riesco ad abbassare la testa davanti a un professore, io rispondo; e a loro dà molto fastidio. Poi, l' anno scorso, con il fatto di YouTube e il web, alla scuola pubblica non accettavano il fatto che una ragazza di 17 anni oltre alla scuola potesse fare altro. Sono uscita con la media del 7, ma con il 6 in condotta perché «facevo» YouTube.

È diverso parlare di sentimenti su YouTube e in un libro?
SOFIA VISCARDI - Molto. Ho sentito la necessità di scrivere un romanzo e non di raccontare queste cose online, perché in forma scritta mi esprimo molto meglio, cioè riesco a elaborare dei concetti, rileggo e correggo, mentre parlando è buona la prima. Mi sento molto più a mio agio nello scriverne.
 

GIULIO GIORELLO - Sulla pagina scritta sembra tutto naturale, non oso dire che è la tua confessione, ma certo il romanzo è in parte autobiografico. Credo emerga un forte bisogno di ritorno ai sentimenti in questo libro. I sentimenti ci agitano dai tempi dei tempi, anche se evidentemente ai tempi di Dante non c' era internet.
 

GIULIO GIORELLO GIULIO GIORELLO

Ma quello che mi ha colpito è che il bisogno di sentimenti è non tanto o non solo nei personaggi femminili, ma anche e molto in quelli maschili. Che hanno necessità di aver qualcuno, di poter dire la loro, di poter darsi a qualcuno e non solo dirsi. Ed è una cosa molto curiosa, interessante, questo lato maschile anche un po' fragile.
 

SOFIA VISCARDI - In realtà i maschi «si coprono» vestendosi e comportandosi da menefreghisti, ma non ho mai conosciuto nessun maschio veramente senza sentimenti. Tutti i miei amici alla fine sono molto più fragili di quel che danno a vedere.
 

GIULIO GIORELLO - Ma c' è una parte di bellezza in questo, no? Personaggi belli e dotati di sentimenti. Invece... gli adulti non escono così bene. Il «quasi ragazzo» di Olimpia, intendo, che alla fine si scopre avere già una famiglia.
 

SOFIA VISCARDI - Lì il fulcro non era tanto il fatto di essere adulto, quanto la relazione cominciata conoscendosi su internet. Il genere di cosa che non sai mai dove va a finire e che non ho mai approvato. Non l' ho mai vissuta, ma qualcosa di strano, piccole esperienze, sì; e mi piaceva sottolineare il fatto che preferisco comunque sempre una relazione faccia a faccia, il contatto fisico.

 

GIULIO GIORELLO - Quindi non è vero il luogo comune che i ragazzi oggi vivono solo su internet, soltanto con l' iPad, o i social... ci vivono quando gli pare opportuno farlo. Nulla cancella il faccia a faccia.
 

sofia viscardi intervistatasofia viscardi intervistata

SOFIA VISCARDI - Internet può essere una grande opportunità per uno scambio di informazioni e di pareri, per conoscere i pensieri di tante persone. Ma secondo me la vera essenza di una persona la scopri e la conosci solo vedendola, fisicamente. So di persone che riescono ad affogare la loro timidezza online, e quindi usano internet come scudo, diventano all' apparenza «superforti», e poi dal vivo non sanno spiccicare parola.

Ma gli adulti, per i ragazzi, ci sono, sono presenti?
SOFIA VISCARDI - Gli adulti ci sono, ma non tantissimo. Io sono sempre stata supportata dai miei genitori, libera di fare quello che mi sentivo, mi hanno insegnato a prendermi la mia responsabilità. Però per i sentimenti, penso che nel romanzo ci sia il rapporto che io ho avuto con mia mamma.

 

Non è mai stata la mia prima confidente in queste cose, ho sempre preferito parlare con le amiche. Per me è giusto così, so di genitori che diventano invadenti. Due delle mie migliori amiche hanno genitori che vogliono sempre sapere tutto, e ogni tanto loro si ritrovano a mentire.
 

GIULIO GIORELLO - Lo dici infatti, nel dialogo tra Meg e Olimpia: «Mentire non è mai meglio».
 

Spesso nel libro sembra che i personaggi dicano «voglio essere vera, voglio che tu con me sia vero».Anche nel web delle condivisioni, c' è un nuovo peccato originale che è la «non verità». Guai se uno youtuber è costruito e non racconta la verità.
 

sofia viscardi e pietro valsecchisofia viscardi e pietro valsecchi

SOFIA VISCARDI - Sì. Prima di essere una che racconta, sono stata una che guarda, ero una spettatrice e quello che cercavo io sul web era la genuinità. Con i miei tempi. Di recente sono stata in ospedale per una piccola operazione e lì per lì non mi sono sentita di condividerlo, anche se era una cosa piccola, ma poi sono tornata a casa e ho raccontato la mia esperienza.

 

Mi sono messa a ridere, ho detto dei medici che non mi si filavano ecc., e ho avuto un riscontro positivissimo, persone che scrivevano «guarda, ti ringrazio, perché sono in una situazione abbastanza simile alla tua e tu fai un video in cui racconti queste cose ridendo, mi hai fatto capire che non ha senso se sto qua a rimuginare, passiamoci sopra».
 

Gratificante per me, ma se serve a qualcuno, anche una persona sola, mi fa piacere.
GUILIO GIORELLO - A proposito di paure. A un certo punto dici una cosa curiosa, che i due ragazzi vogliono amarsi e vogliono scambiarsi tre cose, «anima, corpo e paura». Allora la paura è un elemento importante, un elemento forte. Non da eliminare e da reprimere, ma con il quale coesistere, per diventare più saggi, magari capendo che abbiamo paura.

libro di sofia viscardilibro di sofia viscardi

 

SOFIA VISCARDI - Non va rifiutata, la paura. Sa, quando si dice che se non c' è tristezza non c' è felicità?
 

Secondo me se non si ha paura di perdere qualcuno, allora non è così importante per te. Ovviamente la paura non può essere troppa, sennò finisce per fare del male, ma è giusto averne un po'.
 

le fan di sofia viscardile fan di sofia viscardi

Quindi, le paure. Anche sul sesso? Nel libro quasi non ce n' è.
SOFIA VISCARDI - Mi è stato chiesto se avessi avuto problemi a parlare di sesso. In realtà è più una questione di trama. Nella mia testa doveva finire così, questo libro; nel seguito ho in mente un sacco di cose da far vivere ai miei personaggi. Quindi la storia si ferma prima del sesso.

 

sofia viscardi si fa un selfie (2)sofia viscardi si fa un selfie (2)

Ma le faccio un esempio: mio papà cucina, da quando sono piccola, e cucina sempre poco perché dice che se ti rimane la voglia di cibo allora il piatto poi è più buono. Se invece hai mangiato troppo, non ti piace più… Alla fine Tom e Meg si lasciano e si riprendono. Ci sono pagine di sofferenza e quasi di ossessione. Oggi si sente spesso di amori ossessivi, di sentimenti malati.
 

GIULIO GIORELLO - Alcuni passano anche alle vie di fatto, come vediamo e leggiamo tutti i giorni. A me ha colpito che nel suo libro ci sia per fortuna una notevole assenza di violenza.
 

SOFIA VISCARDI - Tranne un episodio: lui la spinge, a un certo punto, si arrabbia e spinge Meg. Poi si pente subito. E c' è quest' episodio perché è stata l' unica cosa che mi è successa, e che ci tenevo a raccontare. Ma quanto agli amori ossessivi, beh, in seconda liceo sono stata nove mesi con un ragazzo, mi vedevo con lui, sempre insieme, esisteva solo lui, e i suoi amici, e basta.

 

sofia viscardi si fa un selfie (1)sofia viscardi si fa un selfie (1)

Poi, quando è iniziata l' estate, e sono andata da sola a un campus di surf (lui non faceva surf) per due settimane, ho detto «cavolo, ci si diverte così tanto anche in altri modi». E ho capito che avevo tanto trascurato me e la mia vita. Ho cercato di dirgli che avevo bisogno dei miei spazi. Che lui continuasse a chiedere, per sapere dov' ero, cosa facevo, era diventato troppo. Ho cercato di farglielo capire, ma alla fine ho troncato.
 

GIULIO GIORELLO - Senza alcuna ossessione non vivremmo, se non abbiamo cose che ci attirano, che ci avvolgono, che ci prendono, guai. Ma basta un piccolo filo e… salta tutto. Qualche volta, purtroppo, vengono fuori anche quelli che per un' ossessione diventano violenti. Non molto diversamente dalle ossessioni che troviamo in altri campi, ad esempio nella politica. Che può diventare una politica malata. A proposito, in questo libro non si parla di politica.
SOFIA VISCARDI - Eh, no, mi dispiace. Nessuno a scuola mi ha mai insegnato niente...
 

sofia viscardi s intrattiene con le sue fan (4)sofia viscardi s intrattiene con le sue fan (4)

GIULIO GIORELLO - Cioè, i professori non hanno mai…

SOFIA VISCARDI - Secondo me è assurdo che in quarta liceo mai una volta nessuno mi abbia parlato dello Stato italiano oggi. Dovrei informarmi da sola, e forse lo farò, anche perché mi è arrivata la tessera elettorale e mi sono messa le mani nei capelli, e mo' che faccio…

 

GIULIO GIORELLO - Beh, allora uno può informarsi da solo anche sulle parabole, le iperboli o che altro, a questo punto. Capisco benissimo. C' è ogni tanto una distanza del mondo della scuola dal mondo della vita che è terribile.
 

SOFIA VISCARDI - Ci sono cose banali e superficiali che ci fanno imparare a memoria. Ma la politica, che dovrebbe formare il cittadino, mai. C' è diritto, mi insegnano contratti di lavoro, cose pratiche, ma...
 

GIULIO GIORELLO - Ma non spiegano il senso della faccenda. Non ti spiegano perché.
SOFIA VISCARDI - Però ci sono tante cose che mi piacciono, ad esempio le lingue, guardo molti film in inglese, studio lo spagnolo. Poi scienze umane, metodologie della ricerca, che mi piacciono tantissimo. E la filosofia. Che abbiamo iniziato quest' anno.
 

sofia viscardi si fa un selfie (3)sofia viscardi si fa un selfie (3)

GIULIO GIORELLO - Ma lei che cosa vorrebbe fare, dopo?
SOFIA VISCARDI - Studiare comunicazione, pubbliche relazioni.

Cioè, come lo vede il futuro?
SOFIA VISCARDI - Non me la sono mai sentita di parlare del futuro. Prendiamo quello che viene e vediamo. Non voglio bloccarmi nessuna strada.

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