bergoglio televisione

BASTA MAGNA’ ‘STA MERDA! (LO DICE IL PAPA) - IN UN’INTERVISTA AL SETTIMANALE BELGA “TERTIO”, BERGOGLIO TIRA UN 'PAPAGNO' AI MASS MEDIA: “NON ALIMENTINO LA COPROFAGIA DELLA GENTE, COME VOLER SEMPRE COMUNICARE LO SCANDALO E COSE BRUTTE, ANCHE SE SONO VERITÀ. SI PUÒ FARE MOLTO DANNO”

Caterina Maniaci per “Libero quotidiano”

 

papa bergoglio in polonia 12papa bergoglio in polonia 12

I media usati come mezzi per gettare fango sulla gente. Molto peggio: perché la gente, oggi, «ha la tendenza alla malattia della coprofagia». Come è nella sua abitudine, papa Francesco non sua mezzi termini. Anzi, usa termini tutti interi e belli pesanti. Coprofilia, che poi alimenta la coprofilia: accuse precise, e destinate a far rumore. Ma il Papa, nel rilasciare una nuova intervista al settimanale cattolico belga Tertio, non intende abbassare la guardia nel denunciare qualcosa contro cui spesso punta il dito.

 

E non si tira indietro nel designare con precisione la malattia che affligge il nostro mondo saturo di comunicazione, spesso vuota e spesso pericolosa. Giornali e tv invasivi, pronti a seppellire e infangare (eufemisticamente) tutto e tutti. Quei giornali e tv che lo stesso Pontefice utilizza, per la verità, per far passare messaggi che gli preme diffondere, e in cui la sua figura campeggia quotidianamente. Francesco è stato trasformato in un personaggio molto mediatico, uno dei più mediatici al mondo.

 

papa bergoglio a auschwitz  11papa bergoglio a auschwitz 11

Su di lui già sono stati girati film e documentari: proprio ieri è andata in onda, su Canale 5, la prima parte di una fiction sulla sua vita. I media «possono essere tentati di calunnia, e quindi essere usati per calunniare, per sporcare la gente, questo soprattutto nel mondo della politica. Possono essere usati come mezzi di diffamazione». I media, invece, precisa il Pontefice, «devono essere molto limpidi, molto trasparenti, e non cadere, senza offesa, per favore, nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, si può fare molto danno».

 

BERGOGLIOBERGOGLIO

Queste parole, ma diciamo più chiaramente il termine «coprofagia», hanno scatenato i commenti. Sono stati interpellati illustri docenti di linguistica, come Michele Cortelazzo, autore di numerosi tomi sull' argomento, per commentare il fatto: secondo lui si tratta di una vera e propria «bomba atomica linguistica». «Semanticamente», osserva, «il termine utilizzato dal Pontefice esprime un concetto molto duro e pesante utilizzato in una maniera del tutto alta e dotta. Bergoglio ha parlato da Papa, ma la scelta del vocabolo è estremamente interessante: si tratta di un' accusa etico-politica ancor prima che morale».

 

papa bergoglio accarezza la tigre    papa bergoglio accarezza la tigre

E in effetti, nella stessa intervista, il Papa esprime un giudizio ancora più chiaramente politico. «Quando diciamo "Mai più la guerra" lo diciamo con la bocca, ma intanto fabbrichiamo armi e le vendiamo; e le vendiamo agli stessi che si combattono», spiega Francesco; mentre stride, per contrasto, il paragone con il recente passato: «Mai più guerra Schumann, De Gasperi, Adenauer lo dissero sinceramente.

 

Ma al giorno d' oggi mancano leader. L' Europa ha bisogno di leader che vadano avanti». Per la terza volta dalla sua elezione il Pontefice si rivolge, dunque, a quella che lui stesso, nel novembre del 2014, aveva definito a Strasburgo «Nonna Europa», ossia un continente che appare stanco e invecchiato, non «fertile e vitale», dove i grandi ideali che hanno ispirato l' unione hanno perso attrattiva; un' Europa che si va «trincerando» invece di «privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società».

papa bergoglio accarezza la pantera papa bergoglio accarezza la pantera

 

Non si tratta della prima «uscita» verbale di Francesco. Fece molto rumore quello che il Papa disse il 15 gennaio 2015, durante il volo verso Manila. Si parlava di libertà di espressione dopo la strage islamista, a Parigi, nella redazione di Charlie Hebdo. «Libera espressione sì, ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno». Secondo Francesco, un limite alla libertà di espressione è infatti che la fede non venga ridicolizzata, come avevano fatto invece i redattori del settimanale satirico francese.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…