BONCOMPAGNI: “LA VERITÀ È CHE SANREMO DA SEMPRE È UNA SOLA COSA: UNA SERIE DI IMMONDE CANZONACCE URLATE A SQUARCIAGOLA TRA UNO SPOT E L’ALTRO - “UNA LEGGE SPECIALE PER L’ASSOLUTO DIVIETO DI TRASMETTERE IL FESTIVAL”

Malcom Pagani per il Fatto quotidiano

Il tono è grave: "Ho una terribile notizia, ma devo trovare le parole giuste per comunicarla". Poi nelle steppe della pausa postprandiale Gianni Boncompagni sale a cavallo della verità, libera le briglie e galoppa leggero: "Devo liberarmi, tutti devono sapere".

Cosa Boncompagni?
La verità sul destino toccato in sorte a chi a Kiev si è macchiato di gravi delitti.

La conosce?
Ho appena letto un dispaccio. Fonte riservata, ma di provata sicurezza. Roba di prima mano. Nero su bianco. Non ci si sbaglia. È su carta intestata del ministero dell'Interno della Repubblica ucraina.

E lei legge il cirillico?
Dall'anno scorso, conquistato dall'ubriachissimo coro dell'Armata Rossa con Fabio Fazio e Toto Cotugno, non ho potuto farne a meno. Una vocazione . Un'urgenza insopprimibile. Lezioni di russo e dialetti caucasici, tutti i giorni. Sono un'autorità ormai.

Torniamo al dispaccio.
Il dispaccio certo. Dice cose incontrovertibili. Per i congiurati, in luogo delle previste punizioni corporali, c'è una sentenza atroce. Sono stati tradotti in ceppi nella pancia di un aereo militare e catapultati a Sanremo. Seduti in prima fila all'Ariston. Condannati a seguire tutto il Festival senza mai addormentarsi di fronte a uno dei consueti pistolotti della truppa. Mi hanno detto che in quanto a moralismo non si scherzava.

Non li ha ascoltati direttamente?
A dire il vero, no. Ho visto distrattamente. In compenso ho trascorso molte ore al telefono.

Con chi Boncompagni.
Con la Polizia, i Carabinieri, la Finanza, la Guardia Forestale e i testimoni di Geova. Nel dubbio mi son permesso di chiamare anche l'Onu, la Cee, la Nato e i mercenari di ogni risma. Avevo un obiettivo composito. Un piano industriale.

Ce lo svela?
Staccare il segnale Rai. Ma ha sentito le canzoni?

Non le son piaciute?
E come no? Testi altissimi, ispirati alla filosofia teoretica. La verità è che Sanremo da sempre è una sola cosa. Anzi, una cosa sola.

Quale?
Una serie di immonde canzonacce urlate a squarciagola tra uno spot e l'altro. Un incubo del quale chiamando chi davvero è deputato a decidere, mi son fatto carico in prima persona. Non ci si può lamentare e basta, bisogna agire. Così mi son permesso di suggerire l'esigenza di una legge apposita.

Ispirata a quali princìpi?
All'assoluto divieto di trasmettere il Festival di Sanremo. Una legge speciale. Come durante il maccartismo o gli anni di piombo. Roba definitiva, netta, senza mezze misure.

Avrebbe potuto chiamare in causa il suo vecchio sogno. La Polizia televisiva.
Non basta. Nell'avanspettacolo sanremese è tutto molto antico, ma chissà perché sembra indispensabile. Improvvisamente spariscono dai radar Delrio, Grillo e Renzi, la recessione e le rivolte nell'Est Europa, le carestie e i drammi mediorientali e in primo piano, a reti unificate, va questa cosaccia indefinibile di cui parliamo da giorni. Mamma mia, povera Italia.

Ha saputo di Fabio Fazio?
Cos'ha fatto in particolare?

Ha fatto outing pronunciando la prima parolaccia della sua vita in conferenza stampa. Gli imputavano eccessivo buonismo e ha tralignato. "Mi sono rotto le palle", ha detto.
Accidenti, ma è gravissimo. Povero Fazio, puniranno anche lui. Già per Luciana Littizzetto tirava una bruttissima aria.

Ha notizie anche su questo?
Ma con chi crede di parlare? Certo che le ho. Avevano pensato di ghigliottinarla sul palco, ma le è andata bene. Si è salvata per le difficoltà logistiche. Uno dice ghigliottina e pensa a un giochino. E invece è complicato. A Roma sono tutte occupate, a Sanremo non ce n'è traccia e l'unica perfettamente lubrificata si trova a Parigi. Trasportarla costa e i soldi mancano.

Quindi?
Considerati preventivi e consuntivi, costi del ghigliottinaro e introiti, si è deciso di soprassedere e, poveraccia, di perdonare Littizzetto. Il boia è esoso, chiedeva troppo e lo spettacolo sarebbe stato comunque vietato ai minori. Sa come vanno queste cose, no? Le ragioni dei pubblicitari sovrastano tutte le altre. Già nelle passate edizioni c'erano stati momenti degni di un film di Tarantino. A quell'ora siamo pur sempre in fascia protetta e qualche testa era rotolata tra gi spettatori creando forti disagi e mancamenti nel pubblico pagante.

Poi c'è il mistero dei due aspiranti suicidi.
No per carità, preferisco Raffaella Carrà e Arbore. Li conosciamo, ma sono stati bravissimi. Gli unici capaci di restituire vita al mortorio. Forse se avessero lasciato un po' di libertà agli autori anche Sanremo avrebbe potuto essere migliore. Invece li hanno rinchiusi in un posto senza finestre. Lo sapeva?

Lo ignoravamo.
Han passato un allegro mesetto nel bunker di Hitler circondati da vecchi ricordi, reliquie e videocassette enciclopediche. Dallo Zecchino d'o ro al Maestro Manzi non mancava nulla. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. A proposito, sono andati male anche gli ascolti di ieri?

 

 

MARCO TRAVAGLIO RAFFAELLA CARRA E GIANNI BONCOMPAGNI resize x FAZIO SILVAN LITTIZZETTOCROZZA A SANREMO bonco carra RON NOEMI LAETITIA CASTA

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