william burroughs

WILLIAM BURROUGHS: CARI STRONZI, VI SCRIVO - JACK KEROUAC? “UN POVERO ALCOLISTA DIPENDENTE DALLA MADRE”. ALLEN GINSBERG? “IL MIO SPACCIATORE DI MESCALINA”. GREGORY CORSO? “UNO SCHIFOSO”. TRUMAN CAPOTE? “DOPO A SANGUE FREDDO UNO SCRITTORE FINITO E AL SERVIZIO DEL GOVERNO”. LE BLACK PANTHERS? “FACCIO PIÙ IO CON LA MACCHINA DA SCRIVERE CHE LORO CON LE BERETTA 25”. L'UNICA SOLUZIONE PER GOVERNARE GLI STATI UNITI? “IL CONTROLLO DELLE MASSE”

William Burroughs

Gian Paolo Serino per "il Giornale"

 

La Beat generation? Qualcosa da dimenticare. Jack Kerouac? «Un povero alcolista dipendente dalla madre». Allen Ginsberg? «Il mio spacciatore di mescalina». Gregory Corso? «Uno schifoso». Herbert Huncke? «Un drogato e un ladro che quando scrive sembra un corvo che gracchia». Truman Capote? «Dopo A Sangue freddo uno scrittore finito e al servizio del Governo».

 

Arthur Rimbaud? «Niente di oscuro nella sua poesia se la vedi come immagini». I movimenti rivoluzionari americani come le Black Panthers? «Faccio più io con la macchina da scrivere che loro con le Beretta 25». L'unica soluzione per governare gli Stati Uniti? «Il controllo delle masse».

 

William Burroughs

Sono solo alcuni dei giudizi che ritroviamo nelle lettere dello scrittore americano William Burroughs, uno dei grandi più vicini alla Beat generation, autore di capolavori come Pasto nudo, La scimmia sulla schiena e Strade morte (tra i tanti), sceneggiatore di film mai usciti, pecora nera di una famiglia benestante, morto a 93 anni nel 1997 dopo una vita spesa tra sperimentazione di ogni droga possibile e incubi che l'hanno ossessionato tutta l'esistenza come l'avere ucciso la moglie nel tentativo di imitare Guglielmo Tell.

 

Autore di diciotto romanzi, non ha mai lavorato in vita sua, è stato sempre mantenuto dalla famiglia, dal padre prima e dalla madre poi: l'unica che non abbia subito il fascino del figlio ma, anzi, pur spedendogli denaro per vivere in una lettera gli aveva dato del «teppista», invitandolo a «non tornare mai a casa».

William Burroughs

 

Laureato in antropologia, ha vissuto tra New York (dove è stato arrestato e poi internato in un ospedale psichiatrico), il Texas (dove coltivava marijuana), il Messico, la Colombia, Tangeri dove viveva seguendo il motto «Niente è vero. Tutto è permesso». Nel 1958 si è trasferito a Parigi dove ha abitato per anni nella stessa camera in un hotel, presto diventato meta di pellegrinaggio dei suoi lettori, perché Burroughs sino alla morte è stato visto come una rockstar, il «Grande vecchio» della controcultura.

 

Precursore della letteratura postmoderna, ha influenzato moltissimo la musica: l'heavy metal è nato prendendo a prestito una sua definizione e tra i suoi lettori più accaniti figurano Frank Zappa, Iggy Pop, David Bowie, Rolling Stones, R.E.M., U2 e Kurt Cobain.

 

William Burroughs

Da giovedì arriva nelle librerie Il mio passato è un fiume malvagio. Lettere 1946-1973 (Adelphi, pagg. 358, euro 24; a cura di Oliver Harris e Bill Morgan, edizione italiana a cura di Ottavio Fatica, traduzione di Andrew Tanzi). Un'antologia epistolare- versione "ridotta" dai due volumi americani, il primo introvabile da anni, con il titolo Rub Out the Words- che rivela tutto l'universo personale di William Burroughs: capace di slanci di generosità con dei perfetti estranei, come pronto a litigare con qualunque amico, a dimenticare per anni di essere padre, come di stroncare qualsiasi scrittore.

 

William Burroughs Francis Bacon

Non perché fosse un bastian contrario o un tossicodipendente: Burroughs è molto molto lucido nelle proprie analisi (anche le più assurde) e scrive le lettere come ha scritto i suoi libri, con molta meticolosità, ossessionato dalla perfezione della prosa e dalla catalogazione di ogni suo scritto; tanto che la maggior parte delle lettere possono essere pubblicate perché di ciascuna inviata ne custodiva una copia con la carta carbone.

 

La prima parte dell'epistolario è più interessante, meglio curata, esattamente come l'edizione americana che nella seconda parte risente degli errori del curatore Bill Morgan: nomi e date sbagliati, "censura" a interi passaggi nei quali Burroughs si confronta con il dottor Dent, che ricorre molto spesso nell'epistolario. Il principale nemico nella vita di Burroughs era l'influenza debilitante dei narcotici.

 

Burroughs Ginsberg

Ciò che lo rendeva felice era il lavoro, in particolare il lavoro collaborativo, e l'eroina andava contro la soddisfazione di una giornata alla scrivania, penna in una mano, lama di rasoio per tagli nell'altra. In lettere inviate alla stampa, ad altri medici e a compagni tossicodipendenti, sottolinea che l'apomorfina «non funziona placando l'ansia ma regolando il metabolismo in modo che il paziente non abbia bisogno di alcol o narcotici».

William Burroughs

 

Che le autorità ignorassero il rimedio di Dent non era una sorpresa: dopo tutto, come disse Burroughs in The Job, una raccolta di interviste pubblicata nel 1969, «i medici hanno un interesse acquisito nella malattia». Burroughs non le mandava a dire. Truman Capote nel 1967 dichiarò al Chicago Daily News: «Odio a morte William Burroughs. Lui è quello che chiamerei uno scrittore pop. Ottiene alcuni effetti molto interessanti su una pagina. Ma al costo di una totale mancanza di comunicazione con il lettore. Il che è un costo piuttosto serio, credo».

 

William Burroughs

Non si fece aspettare la risposta di Burroughs: «Hai messo i tuoi servizi a disposizione degli interessi che stanno trasformando l'America in uno stato di polizia con il semplice espediente di favorire deliberatamente le condizioni che danno origine alla criminalità per poi chiedere maggiori poteri di polizia e il mantenimento della pena capitale per affrontare la situazione che hanno creato. Hai tradito e venduto il tuo talento. Non scriverai mai più una frase al di sopra del livello di A sangue freddo. Come scrittore sei finito. Passo e chiudo. Mi stai seguendo? Sai chi sono? Tu mi conosci, Truman. Mi conosci da molto tempo. Questa è la mia ultima visita».

 

William Burroughs

Per Burroughs, al posto della pena di morte, «l'arma da usare è il controllo di massa delle onde cerebrali. 400.000 cervelli che emettono onde alfa nel sonno e se fanno sogni superficiali, spazziamoli via con 400.000 onde epilettiche». Nel 1972 scrive: «L'Inghilterra è una cupa e fredda nave che affonda senza luce e che scomparirà con una tosse spettrale».

 

Burroughs ha anticipato il Covid? Senz' altro è una suggestione, ma è certo che diverse volte ha intravisto il nostro presente: come nella sceneggiatura Blade Runner (dalla quale Ridley Scott trarrà il titolo per l'omonimo film ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick), in cui immagina una società alla mercé delle grandi aziende farmaceutiche e il pericolo di una dittatura sanitaria.

William BurroughsWilliam Burroughs by richard-avedonWilliam BurroughsWilliam Burroughs kerouacWilliam Burroughs john giornoBurroughs-KerouacWilliam Burroughs William Burroughs con Zappa William BurroughsBurroughsBurroughsWilliam Burroughs

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?