LACRIME E SANGUE A VIA SOLFERINO - LA RICETTA DI CAIRO PER RCS? "TAGLIARE I COSTI DEL 20%, CIOÈ 200 MILIONI IN UN ANNO. E NON VENDERE IL SETTORE LIBRI" - "FANNO RIDERE GLI AZIONISTI CHE SE NE DICONO DI TUTTI I COLORI E POI SI ACCORDANO SULLE POLTRONE"

Giovanni Pons per "la Repubblica"

 

urbano cairourbano cairo

L’assemblea di Rcs si avvicina e con il rinnovo del board vi sarà un passaggio di consegne su due punti delicati rimasti in sospeso: la nomina del nuovo direttore del Corriere della Sera e la vendita di Rcs Libri alla Mondadori. Sul primo punto ieri Giovanni Bazoli ha auspicato un dialogo «fra consiglieri e azionisti Rcs per la condivisione su una rosa di candidati». Sul secondo potrebbero avere voce in capitolo anche i consiglieri che verranno espressi dalle liste di minoranza.

 

Dottor Cairo, lei è salito al 4,6% del capitale Rcs e poi ha presentato una sua lista di minoranza per il rinnovo del cda. Qual è il significato di queste due mosse?

«Ho fatto un investimento in azioni Rcs che ritengo importante, con risorse personali e non della quotata Cairo Communications di cui sono azionista di maggioranza. Ritengo che Rizzoli abbia un potenziale inespresso elevato che con le scelte giuste può essere dispiegato a vantaggio della società e di tutti gli azionisti».

 

Da dove bisogna ricominciare secondo lei?

Paolo Mieli e Scott JovanePaolo Mieli e Scott Jovane

«Io iniziai 19 anni fa la mia avventura imprenditoriale proprio grazie alla concessione della raccolta pubblicitaria per alcune testate Rizzoli. Su quel seme ho poi costruito un gruppo editoriale di un certo rilievo comprando prima la Giorgio Mondadori e in tempi più recenti La7. In entrambi i casi ho prima risanato e poi rilanciato ».

 

Intende dire che la crisi Rcs di oggi deve essere affrontata con lo stesso approccio?

«Sì, la formula è piuttosto semplice ma occorre molta determinazione per metterla in atto: bisogna tagliare i costi affinchè la casa editrice torni a produrre free cash flow con il quale si devono abbattere i debiti. In questo modo si liberano risorse per riavviare un ciclo virtuoso di investimenti e sviluppo ».

Maurizio Costa Ad MondadoriMaurizio Costa Ad Mondadori

 

Dai suoi calcoli quanti costi si potrebbero tagliare in Rcs?

«Senza toccare le spese per il personale tutti gli altri costi ammontano a quasi un miliardo. Pensare di ridurli di un 20% mi sembra un obbiettivo fattibile, a La7 abbiamo tagliato in meno di un anno 95 milioni di costi su 185, cioè circa il 50%. Senza licenziare nessuno e mantenendo i migliori volti di rete. In Rcs se si recuperano 150-200 milioni di margine operativo lordo il debito può scendere a circa 300 milioni, riconquistando credibilità nei confronti delle banche. Così si risana senza vendere nulla».

 

Dunque lei è contrario alla cessione della Rcs Libri alla Mondadori?

paolo mieli   nozze carraipaolo mieli nozze carrai

«Non credo sia una buona idea cedere asset per ridurre il debito. Scott Jovane oggi è su un sentiero strettissimo, non ha le risorse per fare sviluppo ed essendo costretto a vendere non riesce a spuntare i prezzi migliori. A mio parere deve alzare l’asticella, tagliare i costi in modo feroce per almeno 200 milioni nel prossimo anno. In Europa l’editore con il miglior rapporto cost/income è il gruppo inglese Trinity Mirror con 80, poi ci siamo noi della Cairo Editore con 85, quindi la spagnola Prisa con 87 mentre la Rcs è a quota 98. Lo spazio di miglioramento è molto ampio ».

 

Se riuscirà a inserire uno o due consiglieri nel prossimo cda questi spingeranno per la strategia del taglio costi?

«Il mio intervento ha uno spirito costruttivo avendo tra l’altro investito circa 30 milioni. L’inserimento in cda di Simontacchi e Pompignoli, due professionisti molto competenti, potrebbe fungere da stimolo per la società. La mia lista è infatti rivolta a tutti gli azionisti di minoranza che credono nel rilancio di Rcs».

DELLA VALLE ELKANN DELLA VALLE ELKANN

 

Gli altri soci importanti dopo molti scontri si sono accordati per una lista comune di maggioranza che vedrà Maurizio Costa alla presidenza e Pietro Scott Jovane confermato ad. Lo ritiene un passo avanti?

«Fa un po’ sorridere vedere azionisti che prima se ne dicono di tutti i colori e poi si accordano come se non fosse successo niente. Ma come socio di minoranza sarò contento se vedrò finalmente il management andare nella direzione giusta con il supporto di tanti azionisti. Spero che il cda sia compatto nel dare le indicazioni strategiche corrette».

 

SEDE CORRIERE DELLA SERA  SEDE CORRIERE DELLA SERA

Non pensa che in futuro possa verificarsi una convergenza tra la Cairo Communications e la Rcs?

«Di questo non abbiamo mai parlato. Ora conta il risanamento della Rcs».

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...