IL CINEMA DEI GIUSTI - FORTE DI DIECI NOMINATION AGLI OSCAR, DEL LEONE D’ARGENTO A VENEZIA PER LA MIGLIOR REGIA E DI OGNI GENERE DI LANCIO, ARRIVA IN SALA L'ATTESISSIMO, AMBIZIOSISSIMO, LUNGHISSIMO, “THE BRUTALIST”, TERZO FILM DIRETTO DA BRADY CORBET - SE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE USATA AL MONTAGGIO PER RICOSTRUIRE LA PERFETTA DIZIONE UNGHERESE DEI PROTAGONISTI FUNZIONA, L’IA APPLICATA PER RICOSTRUIRE LE OPERE BRUTALISTE DEL PROTAGONISTA SEMBRANO RIDICOLE E NON FANNO UN GRAN SERVIZIO ALLO STESSO FILM...

 

Marco Giusti per Dagospia 

 

the brutalist 8

Forte di dieci nominations agli Oscar, del leone d’Argento a Venezia per la miglior regia e di ogni genere di lancio, arriva in sala questo attesissimo, ambiziosissimo, lunghissimo, “The Brutalist”, terzo film diretto da Brady Corbet (“L’infanzia di un capo”, “Vox Lux”), che lo ha scritto assieme a Mona Fastvold, e lo ha girato in 70 mm VistaVision (davvero un tuffo al cuore) con la direzione della fotografia di Lol Crawley e vanta un grande Adrien Brody nel ruolo del protagonista, l’architetto ebreo ungherese Laszlo Toth che cerca di sopravvivere in America, Felicity Jones come sua moglie Erszbet, Guy Pearce come il ricco padronale Harrison Von Buren, Joe alwyn come suo figlio Harry, che lo stesso attore dice di aver modellato sulla famiglia Trump, oltre a Stacy Martin e Isaach De Bankolé.

 

Finalmente gli architetti hanno un film da vedere oltre al vecchio e glorioso (e anticomunista) “La fonte meravigliosa” di King Vidor tratto dal romanzo di Ayn Rand, che ha offerto non poche ispirazioni a questo “The Brutalist”. Ma certo se l’AI usata al montaggio per ricostruire la perfetta dizione ungherese dei protagonisti funziona, almeno per me, l’AI applicata per ricostruire le opere brutaliste del protagonista ci sembrano un tantino ridicole e non fanno un gran servizio allo stesso film.

 

the brutalist 4

Che, comunque la si guardi, è un’opera possente, che nelle sue tre ore e mezzo di durata, con tanto di ouverture iniziale, la musica è di Daniel Baumberg, e 15 minuti di intermission, ha modo di dipanare un quadro narrativo che tocca un po’ tutto, da Goethe (“Non c’è uomo meno libero di quello che dice di essere libero quando non lo è”) a “Amerika” di Kafka, ma si perde poi in un finale sionista, ambientato durante l’inaugurazione della prima Biennale Architettura del 1980, che farà storcere il naso a molti.

 

the brutalist 5

Come faranno storcere le architetture da manualetto del bravo architetto brutalista ricostruito al computer a tanti bravi professionisti. Peccato, perché, pur non avendo il talento da grande narratore di un Paul Thomas Anderson, l’aspirazione è un po’ quella, Brady Corbet tiene fermamente in mano il suo film per oltre due ore, mettendo in piedi una storia che non è tanto semplice da raccontare. E si permette dei cambi di scena inaspettati, come il lancio della celebre, graditissima, “One for You, One for Me” dei La Bionda sui titoli di coda, e delle belle invenzioni.

 

the brutalist 7

Leggo, inoltre, che ha dovuto rimandare per due anni l’inizio delle riprese a causa del covid, cambiando gran parte del cast. Ma già l’idea di girare in 70 mm VistaVision dà al film una ricchezza visiva e un realismo inaspettati. Oltre al piacere di perdersi in questo magnifico schermo che ci riporta alla Hollywood degli anni ’50. Laszlo Toth, architetto ebreo-ungherese che si è formato alla Bauhaus, è scappato dall’Ungheria, alla fine della guerra, e cerca fortuna in America bussando alla porta del cugino Attila. Ebreo come lui anche ha cambiato cognome è diventato Mr Miller della Miller&sons e ha sposato una cattolica. Sarà il cugino a riportarlo a fare l’architetto e a costruire una libreria per il ricco Harrison Von Buren.

 

the brutalist 6

Se il primo incontro sarà uno scontro, Von Buren recupera nel tempo e tira fuori dalla miseria Laszlo, riesce a trovare il modo di fargli arrivare dall’Ungheria l’adorata moglie e la nipote e gli affida la progettazione di un gigantesco centro culturale-religioso-sportivo che il magnate vede come omaggio alla defunta madre. Ma le cose non vanno come devono andare. Il rapporto tra il genio creativo di Laszlo e il comportamento padronale di Von Buren diventa tossico, mentre con la moglie, finita sulla carrozzella perché denutrita in tempo di guerra, Laszlo non riesce a ricostruire una vita normale di coppia soprattutto sessualmente.

 

the brutalist 2

Ma è la tossicità del contrasto tra il committente e l’architetto, con tanto di viaggio alle cave di marmo di Carrara e presenza di uno scalpellino anarchico, interpretato dall’attore garroniano Salvatore Spadone, a fare esplodere qualsiasi possibilità di recupero. Finché il film segue lo scontro artista-magnate le cose funzionano bene, anche l’arrivo della moglie dall’Ungheria e le complicazioni sessuali del suo arrivo funzionano.

 

the brutalist 3

Ma quando il film inizia a predicare la fuga verso Israele come ritorno a casa di un popolo che l’America sembra non volere in quanto straniero, non capiamo più cosa seguire. E il finale fa esplodere delle ambiguità e delle ombre che ci sembrava di aver capito in modo diverso. Resta un’operazione forte e coraggiosa, una bella regia, una grande interpretazione di Adrien Brody. E questo schermo meraviglioso che ci riporta al cinema coi “fine rullo” in evidenza in alto a destra. Ma la prossima volta l’AI se la può risparmiare. In sala. 

Ultimi Dagoreport

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDOZA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...