mario orfeo fuortes

TUTTI I DAGO-RETROSCENA DELL’AFFAIRE FUORTES-ORFEO E L'INTERVENTO DI PALAZZO CHIGI DOPO LA LEVATA DI SCUDI DEL PD (IN DIFESA DI ORFEO) - IL COMPROMESSO CON ANTONIO DI BELLA A CAPO DEGLI APPROFONDIMENTI GIORNALISTICI E IL RITORNO DI ORFEO ALLA DIREZIONE DEL TG3 - DA QUESTA TORNATA DI NOMINE RESTA ALL'ASCIUTTO CONTE: SIMONA SALA, CHE ANDRÀ ALLA GUIDA DEL DAY TIME, È QUOTA DI MAIO. E RESTA SOPRATTUTTO SOTTO-RAPPRESENTATA LA MELONI…

DAGORETROSCENA

 

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/troppo-fuortes-rsquo-orfeo-infogliato-quot-foglio-rsquo-rsquo-312348.htm

 

https://m.dagospia.com/cosa-c-e-dietro-la-decisione-anticipata-da-dagospia-di-fuortes-di-silurare-orfeo-i-retroscena-312403

 

 

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/gong-orfeo-fuortes-secondo-round-mercoledi-39-prossimo-cda-312415.htm

 

 

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

CARLO FUORTES

Ha fama di decisionista e stavolta ha dovuto decidere in fretta, in un lampo, anche a costo di passare per quello che un po' ci ha rimesso. È un intervento mattutino di Palazzo Chigi - ai cui telefoni si erano rivolti, dal giorno prima, eminenti esponenti del Pd, a partire dal segretario Enrico Letta - a chiedere all'amministratore delegato della Rai di chiudere subito la pratica Orfeo, trovando una soluzione che fosse autorevole e «nell'interesse dell'azienda».

 

Soprattutto rapida, senza lasciare scontenti. E fu così che Carlo Fuortes si piegò alla via del compromesso, permettendo a Mario Orfeo - defenestrato dagli Approfondimenti della Tv di Stato nemmeno 24 ore prima perché, parola dell'ad, «si è rotto il rapporto di fiducia» - di tornare a occupare una postazione anche più gradita, la plancia di comando del Tg3 lasciata controvoglia 6 mesi prima.

 

mario orfeo

È la Rai, non è il Teatro dell'Opera di Roma, che pure prima della cura Fuortes - cura da cavallo, durata 8 anni di sovrintendenza - era sinonimo di sprechi e lassismi da carrozzone pubblico, che proprio l'attuale ad Rai riuscì a curare. Con mosse anche spregiudicate, come quando alla fine del 2014, al termine di un braccio di ferro con i sindacati di baritoni e contralti che rivendicavano, tra le altre cose, l'indennità di frac, arrivò a minacciare il licenziamento in tronco degli orchestrali. Licenziamento poi ritirato, ma servì a far capire che l'andazzo era cambiato. È una carriera fatta di strappi, dunque, da uomo poco incline agli accomodamenti di sorta, alle trattative infinite, al ristagno. Tanto che poco dopo l'approdo a Viale Mazzini chi già lo malsopportava coniò per lui un soprannome: Napoleone.

MARCELLO CIANNAMEA, FELICE VENTURA, STEFANO COLETTA E MARIO ORFEO

 

Però la Rai, appunto, non è il Teatro dell'Opera. E dopo quasi un anno passato a Viale Mazzini, Fuortes, racconta chi ci ha parlato e lo conosce, non avrebbe gradito certe letture su una Tv pubblica rimasta di fatto impaludata come prima. È la lettura che ne ha dato, per esempio, un articolo tagliente apparso lunedì sul Foglio, giornale certamente non nemico.

 

Le stesse fonti raccontano che il manager si sia convinto che dietro certe fughe di notizie ci fosse proprio Orfeo. Da qui nascerebbe l'idea del blitz, casus belli un ritardo sulla presentazione dei palinsesti. Un ritorno al decisionismo. Solo che, a differenza dell'Opera, si sono fatti sentire i partiti.

 

carlo fuortes foto di bacco

E naturalmente della questione non si è potuto disinteressare Palazzo Chigi. Ne viene fuori quindi un compromesso. Con Antonio Di Bella (nomina d'ispirazione draghiana al pari della direttrice del Tg1 Monica Maggioni) che prende il comando degli Approfondimenti. E il Pd che può brindare al ritorno di Orfeo al Tg3. Dalle parti dell'ad assicurano che gli incastri del puzzle sarebbero stati comunque questi. Certo la versione difetta un po' di linearità, perchè se è vero che il rapporto di fiducia con Orfeo era compromesso, è difficile capire perché, nemmeno 24 ore dopo, lo stesso Orfeo sia stato messo al timone del tg del terzo canale. Indizi che aiutano a capire perché la navigazione di Fuortes sarà complicata i n questo ultimo scampolo di legislatura. E forse anche dopo.

antonio di bella

 

Da questa tornata di nomine resta all'asciutto, come a novembre, Giuseppe Conte: Simona Sala, che andrà alla guida del Day Time, è sì stimata nel M5S, ma dal versante Di Maio. E resta soprattutto sotto-rappresentata FdI, che nel trambusto delle ultime ore ha sperato di portare al posto di Di Bella Angelo Mellone, fedelissimo di Giorgia Meloni. Ma magari sarà per la prossima volta.

simona salasimona sala

mario draghi in conferenza stampa a bruxelles 1angelo mellone 2

mario orfeo foto di baccomario orfeo

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?