dostoevskij

IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - VI AVVISO CHE SU SKY OGGI ARRIVA "DESTOEVSKIJ", MINISERIE, MA IN REALTÀ È UN LUNGO FILM DI SEI ORE, DEI FRATELLI D’INNOCENZO. PER ME È LA LORO OPERA PIÙ RIUSCITA, FILM O SERIE POCO IMPORTA - UN CRIME AUTORIALE E BIZZARRO, ALLA RICERCA DI UN SERIAL KILLER, CHIAMATO DOSTOEVSKIJ PERCHÉ LASCIA OGNI VOLTA UNA LETTERA SUL LUOGO DEL DELITTO, SEGUENDO UN POLIZIOTTO, L’ENZO VITELLO DI UNO SPETTACOLARE FILIPPO TIMI - I D’INNOCENZO POSSONO NON PIACERE, MA NON SONO MAI NÉ BANALI NÉ SUPERFICIALI NELLA LORO RICERCA VISIVA E NARRATIVA… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

filippo timi Dostoevskij

Che vediamo stasera? Beh. Se avete già finite le due ultime puntate di “L’amica geniale”, quelle col doppio parto di Lila e Lenù, se avete finito le nuove puntate di “The Day of the Jackal” e di “Grotesquerie”, vi avviso che su Sky oggi arriva “Dostoevskij”, miniserie, ma in realtà è un lungo film di sei ore, dei fratelli D’Innocenzo, già presentato lo scorso inverno al Festival di Berlino nella sezione Berlinale Special. Ne scrissi come il “Fargo” dei fratelli D’Innocenzo, perché è un crime autoriale e bizzarro.

 

i fratelli d'innocenzo sul set di dostoevskij

Per me, lo scrissi allora e lo ribadisco, è la loro opera più riuscita, film o serie poco importa. Ma non ci cascate. Anche se può avere la divisione in puntate, è pensato e girato esattamente come un lungo film, sei ore di cinema, un crime piuttosto tipico, anche se fotografato in un elegante 16 mm da Matteo Cocco e montato da Walter Fasano, alla ricerca di un serial killer, chiamato Dostoevskij perché lascia ogni volta una lettera sul luogo del delitto, seguendo un poliziotto, l’Enzo Vitello di uno spettacolare Filippo Timi, che non sembra meno disturbato dell’assassino e che vediamo all’inizio del film, tentare il suicidio e scrivere anche lui una lettera di confessione e addio.

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 8

 

Indirizzata al mondo, ma soprattutto alla figlia, Carlotta Gamba, tossica e in conflitto costante col padre. Un crime, a ben vedere, dove l’antagonista è invisibile e quindi si deve adattare alle ombre del protagonista pronto a sdoppiarsi nel suo demonio interiore, non a caso il titolo è Dostoevskij, piuttosto che a confrontarsi con i colleghi poliziotti, il vecchio amico Federico Valli e il giovane scalpitante Gabriel Montesi.

 

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 9

 Se l’idea, più che la struttura narrativa, della serie serve ai D’Innocenzo per costruire il crime, e quindi passare dal cinema d’autore alla Garrone al cinema di genere del seriale Sky, avere obbligatoriamente un percorso da seguire, con la caccia al mostro, la costruzione dei singoli delitti e delle piste da seguire, i dialoghi con i colleghi, il rapporto con la figlia, porta nel loro tipo di cinema iper-autoriale un’ossatura narrativa più semplice, ma più solida e sperimentata rispetto a quella di alcuni loro film precedenti, come “Favolacce” e “America latina”.

 

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 2

E se il loro punto di forza rimane una sorta di sguardo post-pasoliniano sul degrado paesaggistico e abitativo dell’Italia fuori da ogni raccordo cittadino, dove la natura si confonde con abitazioni fatiscenti, a costruire una marginalità frutto di anni e stratificazioni diverse, i D’Innocenzo inseriscono in questi slums, in questo orrore da fotografia d’arte, personaggi e situazioni di genere, conflitti personali e famigliari dove la caccia all’orrore che possiamo avere dentro di noi sembra quasi una produzione naturale del degrado.

 

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 1

Rispetto a questo aspetto davvero dostoevskiano, il film non poteva che avere un livello recitativo più alto, come quello offerto da Filippo Timi, cacciatore in lotta col mondo alla ricerca di qualcosa che sembra aver visto fin troppo vicino. Meno estetizzante però di quanto potessimo immaginare, e questo è un bene, il film esalta sì il genere come ossatura narrativa, ma non segue poi le quattro regolette del crime. E intanto ambienta il racconto in un’Italia fuori da ogni riconoscibilità regionalistica o da commedia, con una polizia che si chiama solo Polizia, fuori dalle città e da ogni tipo di prevedibilità da già visto. Alla fine le sei ore si seguono benissimo.

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 3

 

I D’Innocenzo possono non piacere, ma non sono mai né banali né superficiali nella loro ricerca visiva e narrativa, e molto li aiuta l’attento montaggio di Walter Fasano. Non solo offrono a Timi un grande ritorno al cinema di serie A dopo anni di serialità di crime-comedy con “I delitti del Bar Lume”, ma superano qui quella che in “America latina” poteva essere vista come una maniera, una ripetitività da film d’autore. Mi sembra tra i migliori film italiani di questo 2024. Da oggi su Sky.

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 4

 

dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 6dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 7dostoevskij 2dostoevskij 6dostoevskij 11dostoevskij 13dostoevskij 12dostoevskij 10dostoevskij dei fratelli d'innocenzo 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...