CHI VUOL ESSERE MILIONARIO - DONALD TRUMP ACCUSATO DI AVER TRUFFATO 40 MILIONI ATTRAVERSO LA SUA “UNIVERSITA’ DEL SUCCESSO”

Paolo Mastrolilli per La Stampa

Donald Trump è un truffatore e deve restituire quaranta milioni di dollari agli studenti della sua università. Lo chiede l'Attorney General di New York, Eric Schneiderman, nella causa che ha presentato contro l'imprenditore edile. Lui ha già risposto male, dicendo che si tratta di un provvedimento politico orchestrato dai suoi avversari democratici.

Trump è da sempre un personaggio sopra le righe, impegnato in molte attività diverse. Di mestiere farebbe il costruttore, anche se molti sostengono che ormai è solo il nome di facciata dietro cui si nascondono gli investitori che realizzano davvero gli edifici col suo marchio.

Negli ultimi anni ha avuto grande successo soprattutto con un programma televisivo, «The Apprentice», in cui assume dipendenti destinati al successo nel mondo del business. In più ha pubblicato una serie di libri sullo stesso filone, con titoli tipo «Art of the Deal», «How to Get Rich» e «Think Like a Billionaire», cioè «L'arte dell'affare», «Come diventare ricco» e «Pensa come un miliardario».

Questa attività editoriale ha convinto Donald che con la sua esperienza aveva qualcosa da insegnare, e quindi si è fatto più ambizioso, arrivando a immaginare la creazione di una vera e propria università. L'idea si è trasformata presto nella Trump University, che offriva insieme corsi brevi di tre giorni, o seminari più lunghi costruiti sulle necessità degli studenti, per metterli in condizione di vincere soprattutto nel mercato immobiliare.

Donald aveva promesso che avrebbe scelto personalmente i professori, individuando quelli più bravi a raggiungere risultati pratici, e si sarebbe impegnato per offrire opportunità di pratica e apprendistato agli allievi. Naturalmente sarebbe stato presente nell'università, dispensando anche di persona i suoi consigli .

Per inseguire il suo miraggio, nel corso degli anni i cinquemila studenti iscritti sono arrivati a pagare cifre tra 1.495 e 35.000 dollari, ma i risultati non sono stati all'altezza. Invece di incontrare Trump di persona, facevano una foto con la sua immagine ritagliata nel cartone, e pochi alla fine hanno trovato ad aspettarli gli stage che in teoria dovevano aprire le porte del mondo del lavoro.

L'università poi non aveva una vera licenza che le consentisse di chiamarsi in questo modo, e i manuali distribuiti al personale sembravano già mettere le mani avanti, consigliando ai docenti di avvertire gli allievi che non dovevano aspettarsi il successo assoluto dopo appena tre giorni di istruzione.

Così è scattata la causa, che il ministro della Giustizia dello Stato di New York ha fatto sua. Schneiderman, oltre ad accusare Donald di essere un imbroglione, vuole indietro da lui quaranta milioni di dollari, per risarcire le vittime della sua truffa.

Trump però non si è perso d'animo, e ha subito risposto con decisione. Secondo lui ben 11 mila persone hanno testimoniato in favore della qualità della sua accademica, che il 98 per cento degli studenti ha definito eccellente.

Schneiderman, ha detto, lo sta perseguitando soltanto per due motivi politici: primo, è democratico, mentre tutti sanno che Donald è repubblicano, al punto di aver considerato la candidatura presidenziale; secondo, voleva finanziamenti elettorali dall'imprenditore, che però non sono mai arrivati. La verità, adesso, la stabilirà il tribunale.

 

 

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