gina lollobrigida andrea piazzolla

DURA LA VITA DEL TOYBOY: ANDREA PIAZZOLLA VERSO IL PROCESSO PER AVER ''PROSCIUGATO'' I BENI DI GINA LOLLOBRIGIDA - TRA IL 2013 E IL 2018, L'ALLORA VENTISEIENNE PIAZZOLLA HA VENDUTO APPARTAMENTI PER 2,1 MILIONI E COMPRATO AUTO E BENI DI LUSSO. SOLO NEL 2015 SI È ACCREDITATO BONIFICI PER 700MILA EURO. COMPRAVA AUTO COI SOLDI DI GINA, LE RIVENDEVA E POI GIRAVA I SOLDI AI GENITORI - LEI HA FATTO RICORSO CONTRO L'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

 

andrea piazzolla gina lollobrigida (4)

Giulio De Santis per il ''Corriere della Sera''

 

 

Ha sfruttato per anni «lo stato di vulnerabilità» di Gina Lollobrigida per allontanarla dai parenti. Ma soprattutto per prosciugarle il patrimonio attraverso bonifici a cinque zeri sui conti correnti dei genitori o l' acquisto di auto di grossa cilindrata. Questa l' accusa contestata dalla Procura di Roma all' ex manager dell' attrice, Andrea Piazzolla, contro il quale il pm Eleonora Fini ha chiuso l' inchiesta per il reato di circonvenzione di incapace.

 

 

lollobrigida e piazzolla

Le contestazioni arrivano a coprire un arco temporale tra il 2013 e il 2018. Lungo l' elenco delle operazioni sospette finite nel mirino degli inquirenti, che partono da un presupposto per chiarire il perimetro dell' indagine: la Lollobrigida, che a luglio compirà 92 anni, secondo la perizia svolta nell' incidente probatorio soffre di un «indebolimento della corretta percezione della realtà tale da configurare una condizione di deficienza psichica e di menomazione del potere di critica». Piazzolla, 32 anni, avrebbe sfruttato - secondo il pm - la debolezza dell' attrice, facendosi nominare amministratore della «Vissi d' Arte», società che ha gestito i beni della Lollobrigida.

 

lollobrigida e piazzolla 2

Ottenuta la carica - stando all' accusa - nel luglio del 2015 Piazzolla avrebbe venduto tre appartamenti in via San Sebastianello - vicino a piazza di Spagna - per la cifra complessiva di 2 milioni e 100 mila euro, rendendo di fatto inoperativa la società. Poi, sempre accedendo ai conti della «Vissi d' Arte», avrebbe acquistato macchine di lusso mediante bonifici o prelievo di contanti. In questo caso il totale delle spese ammonta, secondo la ricostruzione dell' accusa, a 810 mila euro.

 

gina lollobrigida il tramonto di una dea

E ancora: per i pm, nel 2015, Piazzolla fece un prelievo di 58 mila euro e poi come amministratore della «Vissi d' Arte» si accreditò bonifici per 137 mila euro. Sul suo conto corrente nel 2016 si fece inoltre accreditare bonifici disposti dalla Lollobrigida (e in misura minore anche dalla «Vissi d' Arte») per un totale di 512 mila euro. Nel 2013 comprò una Ferrari berlinetta per 310 mila euro rivenduta l' anno successivo girando il ricavato sul conto dei suoi genitori, Girolamo Piazzolla e Concetta Cinque.

gina lollobrigida su vanity fair

 

Sempre sui conti di padre e madre dell' ex assistente, nel 2015 arrivarono altri tre bonifici disposti dalla società allora guidata da Piazzolla per un totale di 119 mila euro più altri 31 mila euro corrisposti dalla Lollobrigida. Nel 2014 aveva invece comprato un' auto pagandola 90 mila euro, anche questa rivenduta l' anno dopo girando il ricavato sempre ai genitori.

 

Un' operazione simile, sempre secondo l' accusa, la replicò nel 2016 quando acquistò una Bmw. Infine, il pm gli ha contestato un bonifico disposto dalla Lollobrigida mediante il quale arrivarono 292 mila euro sul conto dei genitori.

andrea piazzolla

 

Di fatto, per quel che riguarda il patrimonio immobiliare dell' attrice, è stato nominato un amministratore di sostegno. Mentre nella vita ordinaria Gina Lollobrigida è stata giudicata capacissima di intendere e di volere. Non a caso è potuta tranquillamente andare a Los Angeles il mese scorso per girare il primo ciak del film dedicato alla sua vita: «The Last Diva», l' ultima diva.

 

Lollobrigida ha già presentato ricorso contro la decisione di affiancarle un amministratore di sostegno in quanto avrebbe già fatto testamento e creato un trust nel quale ha spostato le sue proprietà, sulle quali desidera dare le sue disposizioni per quando non ci sarà più.

andrea piazzolla con gina lollobrigidaandrea piazzolla con una pagani huayraandrea piazzolla con ferrari e kefiahandrea piazzolla con gina lollobrigidagina lollobrigida andrea piazzolla con ferrari andrea piazzolla andrea piazzolla andrea piazzolla con ferrari andrea piazzolla su porsche carrera gt

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…