fabrizio corona

CORONA SALE IN CATTEDRA - PER 300 EURO, 15 ALLOCCHI HANNO PARTECIPATO AL CORSO DI “COMUNICAZIONE EFFICACE”, ZEPPO DI OVVIETA', TENUTO DA FABRIZIO CORONA: “LA MIA SCARCERAZIONE? E’ UN CLASSICO CASO DI STORYTELLING. IN TRE ANNI NON SI E’ MAI SMESSO DI PARLARE DI ME…”

Francesco Oggiano per www.vanityfair.it

 

FABRIZIO CORONA TIENE UN CORSO DI COMUNICAZIONEFABRIZIO CORONA TIENE UN CORSO DI COMUNICAZIONE

«Tu come ti chiami? Cosa fai? Dammi il tuo numero». Fabrizio Corona è dietro la scrivania, chino su un quaderno. Con una penna sta annotando i nuovi contatti appena allacciati. Sono startupper, imprenditori, o aspiranti tali, che verranno ricontattati dai suoi uomini con una proposta di partnership di marketing. Il finale del corso in Comunicazione Efficace - New media, public speaking, videocrazia, advertising strategies e Mktg, è tutto qui: Corona ti chiede il numero di cellulare.

 

L'inizio è previsto per le 11 di sabato mattina, al primo piano di un palazzo alle spalle dell'Hotel Principe di Savoia a Milano. I presenti paganti sono circa 15, di cui cinque donne. Vengono fatti accomodare in una sala. A un capo della stanza, una scrivania enorme in vetro, coperta di riviste e volantini con la faccia di Fabrizio Corona.

 

300 EURO

FABRIZIO CORONAFABRIZIO CORONA

Sui muri sono appesi alcuni cartelloni degli sponsor. Su un tavolo, qualche caffè e bottigliette d'acqua. Sulle sedie, una penna e un bloc notes con cui i partecipanti potranno prendere appunti. La cifra che hanno sborsato è di 300 euro, 100 all'ora. In teoria. Perché Corona non è mai stato noto per la sua puntualità. «Fabrizio arriva tra 10 minuti», annunciano gli organizzatori. Ne passeranno 140. Qualcuno si innervosisce, qualcun altro no. «Al corso del 2012 arrivò dopo quattro ore, è normale», spiega Davide, imprenditore nel campo dei macchinari tessili e veterano di questi corsi.

 

«ANCHE L'ABBIGLIAMENTO E' MARKETING»

FABRIZIO CORONAFABRIZIO CORONA

Alle 13 e 40, Corona fa il suo ingresso. Ha una maglietta grigia e un pantalone di tuta blu che contrastano con l'abbigliamento piuttosto ricercato dei presenti, fatto di occhiali di marca, orologi d'acciaio, cover dell'iPad griffate e tagli di capelli scolpiti col rasoio. «E' marketing anche questo», spiega. «Con questo vestito informale io vi lancio un messaggio: "Siete a casa mia e vi sto ricevendo come dei miei amici, per raccontarvi un po' di cose in confidenza"». La prima lezione è già sul piatto.

 

I PARTECIPANTI

FABRIZIO CORONAFABRIZIO CORONA

«Ora voglio sapere chi ho di fronte». Inizia il giro delle presentazioni. Corona ascolta tutti, di ciascuno chiede storia e dettagli. C'è Manuel, studente di economica («Che progetti hai?»); Fabrizio, che sta facendo un dottorato di ricerca («L'altra volta eri venuto in giacca e cravatta. Oggi sei più casual, stai meglio»); Mattia, laureando («Credi nella laurea?». «No». «Bravo»); Donata, personal trainer («Sei signora o signorina? Anche questo è marketing»). Tutti devono dire quanto fatturano. Le cifre che girano non sono male. Quello più «ricco» è Christopher, che gestisce l'azienda di famiglia di vernici («5 milioni di euro»).

 

«NON FATEVI FREGARE DALLA VANITA'»

C'è chi vuole avere qualche dritta per «migliorare la vendita dei prodotti», chi vuole capire come far sbarcare l'aziendina di famiglia sui social network, chi è solo fan di Corona (come la signora che continua a far suonare L'uomo migliore, canzone dedicata a Corona che è diventato il suo «inno») e chi, sotto sotto, vuole solo capire come diventare famoso. Quest'ultima categoria è messa subito in guardia da Corona, che avverte: «Il peccato più grave per un imprenditore è la vanità, con la quale non si mangia. Voi non dovete apparire, se non nel caso in cui la vostra apparizione è prodromica alla vendita del prodotto. Io alla fine della giornata non devo guardare i like sulla mia pagina Facebook, ma quanto ho fatturato».

 

FABRIZIO CORONAFABRIZIO CORONA

«LA DOTE PIU' PREZIOSA? LA CATTIVERIA»

Corona sforna il suo credo teorico, fatto di praticità («Fate stage, non state sui libri»), qualche consiglio generico («Dovete crederci») e inviti all'autodeterminazione («Non c'entra l'autostima, dovete muovervi, andare contro le regole»). La dote più preziosa? La cattiveria. «Non devo dirvelo, ma è quella che fa la differenza. Non dovete guardare in faccia nessuno». Corona cita House of Cards («Rappresenta la politica»), Matteo Renzi («Ha vinto, ma ha calpestato tutti i suoi principi») e ovviamente se stesso.

 

«Se non fate, non potrete mai raccontare una storia. E lo storytelling è l'ingrediente base per ogni campagna di comunicazione». Lui, le sue aziende, hanno raccontato la sua, storia. Ovviamente tagliata dalla sua prospettiva: «E' la storia di un uomo finito in galera per reati infamanti, con l'immagine distrutta, che in carcere ha studiato diritto, i conti delle sue società, libri, settimanali e uscito fuori ha ricominciato a fatturare per più di 3 milioni di euro l'anno».

fabrizio coronafabrizio corona

 

«IL MIO STORYTELLING»

Persino la sua scarcerazione, invocata da personaggi dello spettacolo e del giornalismo (come il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio) è frutto anche di un sapiente storytelling: «Mica Adriano Celentano si è svegliato una mattina e ha chiesto la grazia per Corona.

 

Quella è stata solo la conseguenza di un'operazione di anni e anni di lavoro. In quei tre anni di galera non si è mai smesso di parlare di Corona. Questo ha permesso di arrivare a un dibattito dal punto di vista giudiziario, che mi ha permesso di portare tutte queste persone che chiedevano la grazia, che hanno fatto sì che i magistrati si convincessero che avevo ragione. Questo è un classico storytelling».

 

I CONTATTI

FABRIZIO CORONAFABRIZIO CORONA

Applausi. Alle 15 e un quarto, dopo un'ora e mezza di corso, Fabrizio deve andare. «Ho un aereo per Palermo e sono già in ritardo. Ci sono domande? Intanto datemi i vostri numeri, così sarete ricontattati per un appuntamento». Prende carta e penna. Raccoglie almeno sette contatti di altrettanti ragazzi interessati. Corona gli ha chiesto il cellulare.

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…