eleonora abbagnato

“FINTA BIONDA E PAZZA DISPOTICA” – LETTERE ANONIME ALLA ÉTOILE ELEONORA ABBAGNATO: A GIUDIZIO IL CORVO DELL’OPERA DI ROMA – ERA LA MAMMA DI UNA BALLERINA CHE VOLEVA VENDICARSI PERCHE’ LA FIGLIA NON AVEVA OTTENUTO UNA PROMOZIONE – LA ABBAGNATO: “HO AVUTO PAURA ANCHE PER I MIEI BIMBI…”

Michela Allegri per il Messaggero

 

abbagnato

Tutù e gelosie. Invidie, tra un plié e una piroetta. Insulti, minacce e calunnie. Lettere anonime che per mesi hanno infiammato i corridoi del Teatro dell'Opera di Roma e che ora hanno spedito la madre di una ballerina sul banco degli imputati. Vittima della rabbia della donna, Eleonora Abbagnato, étoile dell'Opera di Parigi, che dal 2015 dirige anche il corpo di ballo del Teatro dell'Opera della Capitale. 

 

L'imputata, furibonda perché la figlia non è mai stata promossa prima ballerina e non è riuscita a guadagnarsi un ruolo di rilievo sul palcoscenico, ha inviato una serie di lettere ai più importanti quotidiani italiani, ma anche in Procura, accusando la Abbagnato e l'impresario teatrale Daniele Cipriani di aver favorito alcuni allievi ed essere in combutta per distruggere il corpo di ballo. Le contestazioni, ovviamente, si sono rivelate infondate. E ora la donna si trova sul banco degli imputati con le accuse di calunnia e diffamazione. A ottenere il rinvio a giudizio, il pm Mario Ardigò. 

 

eleonora abbagnato

LA PAURALa Abbagnato, difesa dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Valentina Panvini, si è costituita parte civile nel processo. «Ho avuto paura, quelle lettere erano inquietanti. Ero molto preoccupata anche per i miei bambini. Forse un tempo funzionava minacciare per ottenere ruoli di rilievo, ma con me le cose sono cambiate», ha detto la ballerina, che dal 2011 è sposata con l'ex calciatore Federico Balzaretti, oggi dirigente della Roma.

 

LE LETTEREIn effetti, le parole usate dall'imputata erano minacciose. I fatti risalgono al 2016. «Aprite un'inchiesta, subito. Ciò che succede al corpo di ballo del Teatro dell'Opera è al di là dell'immaginabile. Innanzitutto è stata affidata la direzione a Eleonora Abbagnato, pazza bipolare, dispotica», si legge in un foglio scritto a mano e fotocopiato, spedito ai vertici dell'Ente, ai colleghi della Abbagnato, ai quotidiani e alla polizia giudiziaria. Nelle righe successive, la direttrice viene accusata di avere orchestrato un «diabolico progetto... affidano ruoli a una cerchia ristretta di ballerini e gli altri li tengono seduti dietro le quinte ad assistere, spingendoli ad andarsene». 

 

L'imputata ha anche tentato di attribuire quelle parole ad alcuni colleghi della vittima, scrivendo il loro nome sulla busta che conteneva il foglio. Dopo la seconda missiva, questa volta dattiloscritta, la ballerina decide di sporgere denuncia. Il tono era diventato inquietante. La lettera era scritta sotto forma di preghiera: «Padre nostro che sei nei cieli, ti preghiamo: liberaci della Abbagnato e donaci di nuovo la serenità del nostro lavoro per il quale tanti sacrifici abbiamo fatto».

abbagnato

 

L'étoile veniva insultata più volte, definita prima una «finta bionda», un'«incapace» e poi addirittura «una triste ambulanza diretta inesorabilmente verso un centro di igiene mentale». Il passaggio che, più degli altri, ha spaventato la vittima è uno. L'imputata, rivolgendosi ai vertici del Teatro dell'Opera scriveva: «Se scoppia un casino, noi l'avevamo già detto tanto tempo fa, ma evidentemente non ci aveva presi sul serio e quando le bombe scoppiano, anche se in senso figurato, non ci sono più mediazioni, ma solo distruzione, morti e feriti». 

 

federico balzaretti eleonora abbagnato

LE INDAGINIIl caso approda in Procura. Dopo mesi di indagini, gli inquirenti individuano la responsabile. A tradirla, una foto pubblicata su Facebook dalla figlia: la madre le aveva regalato alcune marmellate fatte in casa e aveva scritto a mano il nome degli ingredienti sulle etichette. La calligrafia era identica a quella della prima lettera di minacce. Ora, la donna è finita a processo. 

 

eleonora abbagnato

«Da quelle lettere emergeva una grande cattiveria, mi è dispiaciuto anche per gli altri ballerini, che sono stati indicati come mittenti. Il nostro è un lavoro di squadra e questa storia ci ha turbati. Quello che mi rattrista di più è che nessuno ci abbia chiesto scusa. La figlia, oltretutto, lavora ancora nel corpo di ballo», ha commentato la Abbagnato.

ELEONORA ABBAGNATO FOTO DI MASSIMO GATTI jpegeleonora abbagnato federico balzaretti

 

federico balzaretti eleonora abbagnato

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…