fioretta mari

“NINO MANFREDI? ERA MOLTO ATTENTO A SPENDERE, NON GLI PIACEVA PAGARE” – FIORETTA MARI MEMORIES: “SORDI TIRCHIO ERA UNA DICERIA. LUI A CENA MI INVITAVA... HA DATO, SENZA CLAMORE, MOLTI DENARI A FAVORE DI ANZIANI E ANIMALI. A NOVE ANNI E MEZZO FUI VIOLENTATA DA UN BRUTO, PER GIUNTA MALATO DI SIFILIDE. LE VISITE, DOPO, FURONO UN'ALTRA VIOLENZA - IN TANTI, ATTORI E REGISTI, MI SONO SALTATI ADDOSSO" – E POI IL RIMPIANTO BERLUSCONI, DE FILIPPI, WALTER CHIARI CHE LE RECITÒ UNA POESIA CHE AVEVA DEDICATO A AVA GARDNER: “ANCORA SOFFRIVA PER LEI”. "UGO TOGNAZZI MI FECE UN COMPLIMENTO SULLA MIA BELLEZZA. 'RASSEGNATI, SONO SPOSATISSIMA'" – E LUI…

Adriana Marmiroli per “la Stampa” - Estratti

 

fioretta mari

Compie 83 anni il 19 luglio Fioretta Mari. Ottanta dei quali trascorsi recitando. Il debutto a tre anni, primo spettacolo accreditato a 17. Poi ha girato il mondo, incontrato il gotha del teatro e del cinema italiani, in tv è passata dagli show del sabato sera ai talent. A Taormina, pochi giorni prima, le faranno festa grande con un Premio alla carriera.

 

Ma tutta la stagione appena conclusa è stata intensa: in tournée con My Fair Lady e Donnacce, lezioni al Lee Strasberg Theatre and Film Institute di New York dove insegna da 8 anni. E poi il gran successo Netflix, Ricchi a tutti i costi, con Angela Finocchiaro e Christian De Sica.

 

nino manfredi alberto sordi

Interpreta un'attrice ottantenne cui l'età non impedisce entusiasmi e voglia di godersi la vita fino in fondo. E lei?

«La vita è un lungo fiume più o meno tranquillo. Il corso a volte è contorto e doloroso, spesso impetuoso, comunque memorabile. Poi, sempre, finisce nell'oceano».

 

Sbaglio se dico che per lei quell'oceano pare molto lontano?

«In famiglia funziona così. ..(ride, ndr). Dodicesima generazione di gente di spettacolo, di quelli che una volta si seppellivano in terra sconsacrata. Mia figlia (soprano) la tredicesima».

 

Teatranti veri, dunque?

«Della nobile famiglia d'arte dei Carrara per parte di mamma. Turi Ferro è mio zio: all'inizio non volevo farlo sapere per non dare l'impressione sbagliata, poi abbiamo lavorato tanto insieme».

fioretta mari

 

Il suo debutto?

«A tre anni in Mi porti un bacione a Firenze, con Odoardo Spadaro. Ma in scena ho rischiato di nascere: mamma ebbe le doglie anticipatamente mentre faceva Fioretta nell'opera comica Il Beffardo. Di qui il mio nome: fregò sul tempo mio padre che, ufficiale di carriera, mi voleva Barbara in onore della Santa dei militari».

 

L'ufficiale e l'attrice: quasi un film, non trova?

«Babbo era anche un artista e un letterato, come dimostrò quando smise la divisa. Ma era, soprattutto, un fan dell'opera: e mamma un ottimo soprano. La scomparsa di mamma è stato uno dei più grandi dolori della mia vita. Morì che ero a teatro, al Sistina: la sera del debutto di Parole d'amore... Parole, regia di Nino Manfredi, con Gianluca Guidi debuttante. Durante l'intervallo mi avvertirono, ma "show must go on" e quindi finii lo spettacolo. Ma una cosa è certa: gioie e dolori andrebbero rispettati».

 

fioretta mari alberto lionello

Manfredi "fuori scena"?

«Era molto attento a spendere, non gli piaceva pagare.

Per via dell'infanzia povera?

È una cosa che ti resta attaccata. Era la moglie Erminia la sua più grande ricchezza».

 

Molto "attento" anche Alberto Sordi, con cui fece Il malato immaginario.

«Una diceria: erano altri i tirchi veri. Lui a cena mi invitava... Aveva un grande cuore e ha dato, senza clamore, molti denari a favore di anziani e animali. Mi fa piacere essere parte del docufilm Alberto Sordi Secret uscito il 28 giugno: interpreto la nonna».

 

Altri ricordi?

fioretta mari

«A otto anni sulle gambe di Totò, che gli chiedo: "Principe, che occorre per essere attrice?". "Piccerè, 'a cazzimma. Ma tu già la tieni". Walter Chiari una sera a Taormina che, forse dopo un bicchiere di troppo, mi recita una poesia che aveva dedicata ad Ava Gardner: erano passati molti anni ma ancora soffriva per lei. Giorgio Albertazzi, che mi aveva riportata a teatro con La figlia di Iorio dopo la morte di mamma, che fa il gesto di fermare gli applausi per indicare me.

 

Ugo Tognazzi il più signore di tutti: riservato, spiritoso, innamoratissimo delle donne. Dovevo lavorare con lui nell'Avaro, mi invitò in camerino, mi fece un complimento sulla – be'– sulla mia bellezza. "Rassegnati, sono sposatissima". "Vabbè – incassò –. Vuol dire che sarai la mia migliore amica", e così fu. Ci sono gli uomini (e vanno onorati e amati) e i maschi (da usare). Sono passata da brutte esperienze».

ugo tognazzi i mostri

 

Brutte quanto?

«In tanti, attori e registi, mi sono saltati addosso. Quasi tutti morti, ora. Sono cose lontane, inutile fare i nomi. Ma erano tempi bui: oltre all'umiliazione, perdevi il posto, nessuno ti credeva... A nove anni e mezzo fui violentata da un bruto, per giunta malato di sifilide.

 

Le visite, dopo, furono un'altra violenza. Mio padre a un certo punto si scocciò, mi prese e portò in caserma con lui: i suoi soldatini mi hanno "guarita". È grazie a loro se ho superato il trauma e ho ripreso a credere negli uomini (ma da allora ne odio l'odore: sapone e deodorante, chiedete ai miei ragazzi di Amici)».

 

Con Amici fu una seconda carriera?

fioretta mari

«Forse quella più bella. Iniziò tragicamente: la prima riunione di redazione fu l'11 settembre 2001. Ci interruppero: "L'America è in guerra". Uno shock. Dovevano essere 4 puntate, furono 10 anni. Insegnavo recitazione e dizione, ma davo anche un sostegno psicologico: il teatro è terapia che aiuta a capire chi sei».

 

Degli allievi di Amici chi ricorda?

«Alessandra Amoroso: aveva un grande talento, ma piangeva sempre, e io le tiravo libri per farla reagire. Marco Carta lo presero solo perché avevo insistito, poi ha vinto tutto».

 

Una definizione di Maria De Filippi?

 

«Una regina e un capo nato. Come lei Lina Wertmüller: una specie di gendarme a cavallo, cui mi legano 50 anni di amicizia, da quando insegnai il siciliano a Giancarlo Giannini Mimì Metallurgico alla sua ultima regia teatrale, A che servono gli uomini».

 

fioretta mari

Ma tv fu anche Pippo Baudo e Rai.

«In Secondo voi e Luna Park ho espresso la mia vena comica (anche se mi spiace essere stata definita "cabarettista"). Nel cast Solenghi, Grillo e Troisi. Beppe era già allora un abile intrattenitore (il politico non mi interessa).

 

Massimo un attore in sottrazione come solo i più grandi e una persona meravigliosa: mi fece promettere che avrei aperto una scuola di recitazione nel suo paese (cosa che feci). In quegli show anche Michele Guardì, che anni prima, proponendosi come mio autore radiofonico, mi aveva conquistato con una battuta: "Compare Alfio, scompare Turiddu". Troppo simpatico. Ma sa chi non scordo? ».

 

leo gullotta fioretta mari

Chi?

«Silvio Berlusconi. Dopo la prima di Tovaritch, che aveva prodotto, venne in camerino: "Voglio che entri nella nostra famiglia" e mi offrì un contratto per 10 anni. Ma ero in Rai e dissi di no. Me ne sono pentita».

 

Si fermerà mai?

«Ribadisco: appartengo alla razza per cui la morte deve trovarci ben vivi, ovvero in scena. Non guardo al passato e non penso al futuro, conta solo il presente. Carpe diem».

fioretta mari

fioretta mari

fioretta mari

fioretta marifioretta marifioretta mari franca valeri pino strabioliBEPPE GRILLO CON SOLENGHI FIORETTA MARI BEPPE GRILLO PIPPO BAUDO fioretta mariFioretta Mari alda d eusanio vladimir luxuria corrado ferrante fioretta mari e conny caracciolofioretta mari

WALTER CHIARI

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”