kirk douglas.

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – KIRK DOUGLAS ERA IL MIO ATTORE PREFERITO. SOLO LUI AVEVA QUELLA RABBIA IN CORPO, QUEL GHIGNO ASSURDO DI CHI STA A ROSICARE DA TANTO TEMPO, CHE GLI FACEVA MUOVERE ETUTTO IL CORPO, IL CIUFFO E IL MENTO CON IL BUCHETTO TUTTO IN AVANTI CHE ESPLODEVA NEI SUOI DUELLI FINALI – NON È STATO SOLO UNA GRANDE STAR, HA PROVATO SEMPRE A CAMBIARE LE REGOLE. È STATO UN UOMO, COME HA SEMPRE DETTO, “TROPPO VECCHIO PER CAMBIARE” - VIDEO

 

 

Kirk Douglas rip

Marco Giusti per Dagospia

kirk douglas con i figli joel e michael

 

Kirk Douglas era il mio attore preferito. Magari assieme a due miti assoluti come Burt Lancaster e James Stewart. Ma solo Kirk aveva quella rabbia in corpo, quel ghigno assurdo di chi sta a rosicare da tanto tempo, che gli faceva muovere tutto il corpo, il ciuffo e il mento con il buchetto tutto in avanti che montava scena dopo scena  e esplodeva nei suoi duelli finali o nei suoi scontri violentissimi con le donne.

kirk douglas spartacus

 

Non poteva che essere lui Spartacus, l’eroe popolare che guida la rivolta più vecchia del mondo degli schiavi e dei gladiatori nel capolavoro di Stanley Kubrick, ma prodotto da Kirk e scritto da Dalton Trumbo “Spartacus”. Guardate che rabbia mette nei suoi primi film, in “Le vie della città” di Byron Haskin con Burt Lancaster e nel capolavoro “Le catene della colpa” di Jacques Tourneur con Robert Mitchum.

 

 

kirk douglas con la seconda moglie anne buydens

Senti il rosico di chi viene dal basso, dalla povertà, del resto era figlio di due profughi russi, con padre stracciarolo che aveva trasportato la famiglia dalla Biellorussia a New York. Quando Lauren Bacall lo aiuta nel cinema, presentandolo a Hal B. Wallis della Paramount non sapeva neanche dove andare a dormire. Ogni rapporto sulla scena, con uomini e donne, è uno scontro all’ultimo sangue. Janet Leigh non lo vuole ne “I vichinghi” di Richard Fleischer perché gli preferisce il fratellastro Tony Curtis? “Se non avrò il tuo amore allora avrò il tuo odio!” gli urla Kirk pronto a affettare Tony Curtis che gli ha fatto perdere un occhio strappato via dal suo falcone.

 

 

kirk douglas con la moglie anne e il figlio eric nel 1958

“Odinoooo…” Come scordare quando balla senza controfigura si spera sui remi della nave vichinga… O se la spassa sulla nave di Ulisse costruita da Ponti e De Laurentiis che finirà poi sul Garda per le miserabili produzioni avventurose di Fortunato Misiano. Aveva fatto quel film per la cifra astronomica, allora, di 250 000 dollari, malgrado fosse amico di Carlo Ponti, e passa da lui, ad Amalfi, la luna di miele con la seconda e definitiva moglia, Diane, allora direttrice del bureau de presse del Festival di Cannes. Donna forte.

kirk douglas alias chuck tatum in l'asso nella manica

 

kirk douglas con burt lancaster in sette giorni a maggio 1964

Ma sullo schermo, guardate come tratta Jane Greer in “Le catene della colpa”, come è sempre competitivo con tutti i suoi partner maschili, a cominciare da Burt Lancaster. Era Kirk Douglas, mica una mammoletta alla Montgomery Clift o gli attori fighetti degli anni ’70. In “L’uomo senza paura” di King Vidor, altro capolavoro, sa come rollare una sigaretta rimanendo a cavallo.

 

kirk douglas con marilyn maxwell in il grande campione 1949tony curtis kirk douglas

Un’intera generazione di giovani critici era sbalordita. Certo, Kirk montava su certo Pie, cavallo star di Hollywood che già aveva fatto i grandi western di James Stewart con Anthony Mann. Saremmo stati buoni tutti, diciamo, ma solo nel film di Vidor c’è una scena così e solo Kirk sa come recitarla. Anche in “Solo sotto le stelle” diretto da David Miller con una sceneggiatura meravigliosa di Dalton Trumbo, recita sempre a cavallo.

 

kirk douglas con la madre bryna

Del resto è il suo film preferito, la storia di un vecchio cowboy che non si ritrova nell’America moderna e seguita a girare col suo cavallo mentre lo sceriffo Walter Matthau ha la passione di vedere i cani che pisciano e cacano per la strada. In “Asso nella manica” di Billy Wilder è il primo giornalista assatanato di successo che costruisce un caso mediatico su una storia minore non guardando in faccia nessuno. Billy Wilder sembra conoscerlo alla perfezione.

kirk douglas con l'oscar

 

Lo vuole anche per “Stalag 17”, ma rifiuta il ruolo da Oscar che va a William Holden. Hedda Hopper, dopo il successo di “Il grande campione”, 1949, gli dice “Adesso che sei una star, diventerai un vero figlio di mignotta”. “Sbagliato”, risponde Kirk, “Sono sempre stato un figlio di mignotta. Solo che non te ne sei mai accorta prima”.

 

kirk douglas interpreta vincent van gogh in lust for lust 1956

Domina gli anni ’50 di una Hollywood a cavallo tra film classici e campioni dell’Actor’s come nessun altro. Porta la sua rabbia in ogni genere di film. Vincent Minnelli lo vuole per “Il bruto e la bella”, dove è un produttore-padrone americano alla Val Lewton, ma anche per interpretare Vincent Van Gogh nel biopic “Brama di vivere” e per fare il regista premio Oscar in crisi in “Due settimane in un’altra città” che arriva a Roma con i suoi Oscar nella valigia. Howard Hawks gli affida un ruolo da esploratore avventuroso in “Il grande cielo”, che perderà un dito stupidamente in una scena che John Wayne non avrebbe mai fatto.

 

anne e kirk douglas per il primo compleanno del figlio peter nel 1956

Ma, pur da democratico, ha sempre rispettato John Wayne, come ha rispettato Charlton Heston. Richard Fleischer se lo ritrova come marinaio canterino (“Ho un paio di storie da raccontar…”) in “Ventimila leghe sotto i mari” per la Walt Disney e ne fa poi lo strepitoso fratello cattivo, ma non così cattivo, ne “I vichinghi”, addirittura figlio di Ernst Borgnine. Nessuno ha quel ghigno. Per farne una sorta di remake italiano con “Erik il vichingo” Mario Caiano affida lo stesso ruolo a Gordon Mitchell. Pauroso, ma meno di Kirk. Lavora con tutti i grandi registi di Hollywood.

 

steven spielberg kirk douglas

E’ Bix Beiderbecke in “Chimere” di Michael Curtiz, è il protagonista di un bellissimo western di Raoul Walsh, “Sabbie rosse”, assieme a Virginia Mayo, lo ritroviamo in “L’occhio caldo del cielo” di Robert Aldrich con un Rock Hudson grosso, invadente e non così carismatico. John Sturges se lo reinventa come Doc Holliday nel capolavoro “Sfida all’O.K. Corral”, dove è a fianco di Burt Lancaster come Wyatt Earp. Se Burt è un po’ legnoso, a causa del ruolo, Kirk è il miglior Doc Holliday di ogni tempo, romantico e truce al tempo stesso, l’unico in grado di reggere il confrono con Jo Van Fleet.

kirk douglas con pier angeli storia di tre amori 1953

 

Sturges gli offre anche il ruolo dello sceriffo protagonista di “Il giorno della vendetta”, che si ritrova la moglie indiana stuprata e uccisa dal figlio scemunito del potente Anthony Quinn. Altro che Liam Neeson… Ma qualsiasi ruolo sembra stargli stretto. E’ un personaggio sempre “bigger than life”. Sia nel western che nella commedia ha sempre qualcosa in più. Nel bellissimo “Noi due sconosciuti” di Richard Quine, dove è un architetto sposato innamorato di Kim Novack, le spiega e ci spiega come riesce a farsi la barba sul buchetto del suo mento. “Ho una lametta piccolissima fatta apposta…”.

kirk douglas con paul lukas e peter lorre in ventimila leghe sotto il mare 1954

 

Da spettatore, non potevi che adorarlo, scordando che peste doveva essere sul set. Mario Camerini e tutta la troupe italiana di “Ulisse” lo odiava. Ma solo alla fine delle riprese Camerini lo chiamò sul set e gli disse quanto aveva rotto le palle a tutti durante le riprese. Fanatico. Non gli bastava fare l’attore, non gli bastava il successo. Quando diventò produttore e fece i suoi grandi film, “Orizzonti di gloria” e “Spartacus”, si permise di contestare Anthony Mann su “Spartacus” sostituendolo appunto con Kubrick, ma offrì anche il nome sui titoli di testa allo sceneggiatore Dalton Trumbo, che era stato “blacklisted” dai maccartisti e solo grazie a Kirk Douglas, e a Otto Preminger con “Exodus”, ritornò alla ribalta di Hollywood.

kirk douglas con lana turner

 

kirk douglas con la prima moglie diana dill

Già dalla metà degli anni ’60 non sempre trova nel cinema di Hollywood i personaggi e gli umori giusti. Gira con Preminger “Prima vittoria”, è vero, ma non sono grandi titoli “Carovana di fuoco” o “I combattenti della notte”. Hollyood non è più la stessa, i registi non sono più gli stessi e lui è un personaggio ingombrante. Probabilmente sbaglia a rifiutare un film da Oscar, “Cat Ballou”, dove il suo ruolo lo prende Lee Marvin, e non riesce a girare lui stesso “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, che aveva fatto a teatro e lancerà come superstar Jack Nicholson.

kirk douglas con lauren bacall chimere 1950kirk e michael douglas sul set di hail hero

 

Arriva troppo presto e  col titolo sbagliato ai film di mafia, “La fratellanza” di Martin Ritt è un pre-Padrino che non avrà alcun successo. Elia Kazan gli fa sostituire ancora una volta Marlon Brando nel film autobiografico “Il compromesso” nel ruolo di Eddie Anderson. Brando si dice sconvolto dall’omicidio di Martin Luther King, ma forse non vuole fare il film.

kirk douglas con diana dill e i figli joel e michael

 

Kirk non c’entra nulla col personaggio e non si ritrova con Kazan. Costosissimo, con Faye Dunaway strapagata, il film è un disastro di critica e di pubblica. Kirk ha l’occasione d’oro di ritrovare Joseph Mankiwicz per uno strano e strepitoso western della New-Holluwood, “Uomini e cobra”, dove recita con Henry Fonda un copione scritto da Benton e Newman, gli stessi di “Gangster Story”. Mankiewicz avrebbe voluto Marlon Brando e Warren Beatty. Non ha torto. Fonda e Douglas, bravissimi, sono troppo vecchia Hollywood.

kirk douglas e famiglia

 

anne e kirk douglas 1

Finisce in Italia in un due produzioni non così meravigliose, “Un uomo da rispettare” di Michele Lupo e “Holocaust 3000” di Alberto De Martino. Ma non è tanto meglio il fantascientico di Stanley Donen “Saturn 3” o il western mezzo comico “Jack del Catus”.  Dirige lui stesso due film, neanche male, “Scalawag – Un magnifico ceffo da galera” dove fa una sorta di Long John Silver, e il western politico “Posse” con Bruce Dern. Affronta in un duello mortale perfino Johnny Cash in un piccolo western sballato ma curioso, “Quattro tocchi di campana”. Sono due vecchi pistoleri che si incontrano solo per soldi. Ma uno dei due morirà.

 

anne e kirk douglas lauren bacall kirk douglas 1999

Di tutti i suoi ultimi film lo trovo strepitoso solo in “Fury” di Brian De Palma, dove se la vede con un malefico John Cassavetes e viene trattato come la star di Hollywood che era. Sopravvissuto a quattro anni di guerra, a un infarto, un terribile incidente d’elicottero, due operazioni all’anca, Kirk Douglas non è stato solo una grande star della Hollywood più classica, perché ha provato sempre a cambiare le regole, a imporre temi forti, la brutalità della guerra, il bisogno di libertà dalla schiavitù di ogni tipo, a lavorare con sceneggiatori e registi scomodi. Onore a Kirk Douglas, un uomo, come ha sempre detto di se stesso, “troppo vecchio per cambiare. Come Braccio di ferro, sono quello che sono. Amami o odiami, ma non posso esserti indifferente”.

kirk douglas con la famigliakirk douglas ne lo strano amore di martha iversmichael, joel, kirk, eric e peter douglasmichael, kirk e cameron douglas 1anne e kirk douglascameron, kirk e michael douglaskirk douglas e lana turner in il bruto e la bella 1952eric e kirk douglaskirk douglas con il figliio michael nel 1949la famiglia douglaskirk, diandra, cameron, anne e michael douglas 1991kirk douglas e doris day in chimere 1950kirk e anne douglas 8catherine zeta jones con il suocero kirk douglas ai golden globes 2018kirk e anne douglas 7kirk douglas a veneziakirk douglas 1kirk douglas 7kirk douglas con la moglie anne, il figlio micheal e catherine zeta joneskirk e anne douglas 9kirk e cameron douglas 1kirk e anne douglaskirk douglas con ava gardner sette giorni a maggio 1964kirk douglas nel 2010

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...