campo orto

1. "IN TUTTI I LAVORI PRECEDENTI NEGOZIAVO LO STIPENDIO. IN QUESTO CASO QUI HO DETTO: DITEMI VOI QUANT'È. MI HANNO RISPOSTO: 'QUELLO DI PRIMA'. PERFETTO". LO HA AFFERMATO IL DIRETTORE GENERALE DELLA RAI, ANTONIO CAMPO DALL'ORTO, AUDITO IN VIGILANZA RAI 2. E ORA CHI GLIELO DICE A CDO CHE GUBITOSI SI ERA ADEGUATO LO STIPENDIO A 240 MILA APPENA ENTRATO IN VIGORE IL TETTO VOLUTO DA RENZI E LO HA MANTENUTO A 240 MILA FINO ALL'USCITA DA RAI. ALLORA DELLE DUE L'UNA. O MENTE CDO OPPURE (E SAREBBE PIÙ GRAVE) RENZI NON SAPEVA DI AVERE IN CASA UN MANAGER COME GUBITOSI A 240 MILA EURO

 

 

RAI, DALL'ORTO: SU MIO STIPENDIO HO DETTO 'DECIDETE VOI'

direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolidirettori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodoli

(LAPRESSE) - "In tutti i lavori precedenti negoziavo lo stipendio. In questo caso qui ho detto: ditemi voi quant'è. Mi hanno risposto: 'quello di prima'. Perfetto".Lo afferma il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, audito in Vigilanza Rai.

 

DAGONOTA

E ora chi glielo dice a Camposanto dall'Orto che lo stipendio di Gubitosi non era 650 mila euro ma 240?

 

luigi gubitosiluigi gubitosi

Gubitosi si era adeguato lo stipendio a 240 mila euro appena entrato in vigore il tetto voluto da Renzi e lo ha mantenuto a 240 fino all'uscita da Rai. Allora delle due l'una. O mente CDO oppure (e sarebbe più grave), Renzi non sapeva di avere in casa un manager come Gubitosi a 240 mila euro. Un manager che arrivava dal privato dove guadagnava qualche milione l'anno e unico manager alla guida di un'azienda pubblica ad adeguarsi volontariamente al tetto. In ogni caso, lo stipendio di Gubitosi era 240 mila euro.

renzi - camporenzi - campo

 

3. IN RAI C’E’ IL FUHRER

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

Basta vederlo entrare una qualsiasi volta davanti alla commissione parlamentare di vigilanza per capire come Antonio Campo Dall’Orto non sia fatto per i rapporti con la politica. Per lui il palazzo è una vera sofferenza. Ascoltare i politici quasi una tortura.

Il direttore generale della Rai ci va perché altro non può fare,ma entra con una smorfia quasi di ribrezzo in quelle aule che sembrano fargli perdere parte del suo prezioso tempo. E non lo nasconde, come è stato evidente proprio ieri durante la prima parte dell’audizione insieme al presidente Monica Maggioni che si concluderà oggi pomeriggio.

CAMPODALLORTO RENZICAMPODALLORTO RENZI

 

Cdo è un manager che si sente assai superiore ai quei quattro politici che gli fanno le pulci. E con fastidio fa presente che lo stanno annoiando: «La verità è che trovo che il dibattito che si sta facendo sulla trasparenza si è trasformato in un dibattito politico molto di breve visione che - devo essere franco - culturalmente a me non interessa».

 

Non gli interessano le polemiche sul suo stipendio da 650 mila euro. Una noia pure quelle. Altra smorfia, dottorando con una biro in mano: «Il mio stipendio? In tutti i lavori precedenti io negoziavo lo stipendio. In questo caso qui c’è stato un altro meccanismo. Ho detto di dirmi loro quanto era. Mi hanno risposto che era quello di prima. Perfetto». E non è così credibile, perché due direttori generali fa lo stipendio era esattamente quello.

renzi nomine rairenzi nomine rai

 

Poi arrivato Luigi Gubitosi e cambiato il clima generale, decise di ridurselo insieme all’allora presidente Anna Maria Tarantola. Quindi lo stipendio che c’era in Rai quando arrivò Campo dall’Orto non era di 650mila euro l’anno. Particolari noiosissimi per un manager che lavora sodo e nessuno se ne accorge «perché non interessa il quotidiano».

 

Bontà sua CDO trova «legittime le domande dei parlamentari, anche quella sui compensi delle star. Ma all’estero quelli non si pubblicano,perché ci sono problemi di concorrenza». Fine. E basta graticola: «Io non c’ero in passato, sono venuto al pubblico dopo avere lavorato nel privato per 22 anni, e non c’entro con le storture trovate». Può piacere un tipo così al Palazzo? Ovvio che no,e in commissione di vigilanza godono a metterlo sulla graticola con sempre minore pudore.

renzi nomine rai 3renzi nomine rai 3

 

All’inizio c’era qualche resistenza: insomma, era l’uomo che il capo della maggioranza aveva scelto per cambiare la tv di Stato. Poi si è avvertito che mano mano fra viale Mazzini e palazzo Chigi quella sintonia si stava stemperando. Quella con il Nazareno in pochi mesi si è praticamente disintegrata. C’è ormai grande gelo fra CDO e il Pd, e raramente si è visto in così pochi mesi. Quasi non c’è stata luna di miele, e subito è diventata di fiele.

 

«Almeno avesse lottizzato un po’», si sussurra dalle parti del Nazareno, «e invece ha solo piazzato amici suoi, risolto problemi occupazionali e di stipendio ad altri grandi gruppi editoriali a cui ha fatto favori non da poco». A Palazzo riesce a creare più frizioni del suo direttore generale uno come Carlo Verdelli, capace di diplomazia come un carro armato è capace di accarezzare l’asfalto.

 

campo dall'orto renzi nomine raicampo dall'orto renzi nomine rai

Così nei corridoi parlamentari non si parla che della spina che lo stesso Renzi vorrebbe staccare dalla creatura che lo avrebbe tanto deluso. Vero, esagerato? Non c’è modo per saperlo che andare a bussare alla porta del panzer renziano per eccellenza, Michele Anzaldi.

 

Da qualche tempo stanno cercando di trasformarlo in una sorta di Epurator, di disegnarlo come una macchietta per dare meno importanza a quel che dice. Non è così: continua ad essere assai vicino all’inquilino di palazzo Chigi, e molto ascoltato in quel consesso.Le sue antenne sono importanti. Lui sorride e spiega in generale: «Devo dirti che ha ragione chi dice che noi con la legge di riforma della Rai abbiamo fatto una sorta di super Gasparri.

MICHELE ANZALDIMICHELE ANZALDI

Pensavamo di creare un missile dell’era renziana. Invece con Campo dell’Orto quel missile si è trasformato in una supposta per il Pd...».

 

Non manca di chiarezza, e spiega che questa Rai sta «distruggendo l’informazione », che è «l’esatto contrario di quel che volevamo». Aggiunge che il re delle news grazie a questo ora sarà «Giovanni Floris, che sta a La7. Il secondo per ascolti sarà sempre a La7. Il terzo probabilmente sarà Nicola Porro con il suo Virus su Mediaset. Bel risultato, no?». Una delusione cocente, «e ogni settimana è peggio. Perché ho visto i dati ufficiali e nel periodo del disastro ferroviario di Andria al Pd in Rai è stato concesso un solo minuto. Sembra un’azienda contro ormai...».

 

E Campo Dall’Orto?Quello ormai lì deve restare, altrimenti Renzi perde la faccia... «Ma perché?», reagisce Anzaldi, «a toglierlo di lì bastano 5 minuti, basta sfiduciarlo. Il problema è farne passare un altro in questo parlamento. Ma siccome sta sulle scatole a tutti, forse con un po’ di lavoro politico non è impossibile». E nel frattempo il Pd guarda verso altre aziende.

 

MICHELE ANZALDI COME GOEBBELS SUL BLOG DI BEPPE GRILLOMICHELE ANZALDI COME GOEBBELS SUL BLOG DI BEPPE GRILLO

Pare che un emissario di Urbano Cairo abbia preso anche contatti duraturi, che qualche frutto iniziano a dare. Ad esempio è aperta la questione sull’utilizzo dei 400 milioni in più di canone che verrà pagato grazie all’operazione bolletta elettriche, che recupererà un bel po’di evasione.

 

«Enrico Mentana», spiega Anzaldi, «dice che dovremmo metterli all’asta per pagare buone idee di servizio pubblico. In effetti mi chiedo anche io perché mai dovremmo darli a CDO che ha cancellato ogni informazione e ridotto a zero il servizio pubblico perfino sul referendum che per noi è decisivo. Facciamo correre le idee degli altri e se sono buone quei 400milioni li dividiamo fa loro.

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO