mike bongiorno giuliana logari

TORNA UN GRANDE CLASSICO: L’UCCELLO DELLA SIGNORA LONGARI – LA STORICA CAMPIONESSA DI "RISCHIATUTTO" RICORDA: “L'ESCLAMAZIONE, ATTRIBUITA A MIKE “AHI AHI AHI, SIGNORA LONGARI, MI È CADUTA SULL'UCCELLO” NON FU MAI PRONUNCIATA MA A LUI FACEVA COMODO PERCHÈ AUMENTÒ LA SUA AURA DI SIMPATIA - FELLINI VOLLE CONOSCERMI, FORSE ATTRATTO DALLA MIA PETTINATURA ANNI '40. AVEVA PENSATO DI FARMI FARE GRADISCA IN 'AMARCORD'. QUANDO MI VIDE RIMASE DELUSO. PENSAVA FOSSI PIÙ PROSPEROSA. E GIULIO ANDREOTTI…" - VIDEO

 

Roberto Faben per "la Verità"

 

MIKE BONGIORNO SIGNORA LONGARI 22

La signora Maria Giuliana Toro, residente a Riano, un centro di circa 10.000 abitanti in provincia di Roma, non guarda mai la tivù. Preferisce occupare il suo tempo a sfamare i gatti randagi, leggere saggi e cucinare.

 

Questa non è una notizia tale da richiamare l' attenzione della cronaca. Lo diventa se si svela quello che lei definisce il suo «nome d' arte», Giuliana Longari. Longari è il cognome che acquisì dal marito, da cui divorziò, circa 30 anni fa. Dal 7 maggio al 16 luglio 1970, fu campionessa di Rischiatutto, lo storico quiz del secondo canale Rai condotto da Mike Bongiorno.

 

mike bongiorno giuliana longari

La repentina popolarità le garantì la conquista di copertine di quotidiani e riviste, condizionando altresì il successo del programma e lasciando, nell' antologia italiana del costume, una traccia che ancor oggi perdura. Uno degli elementi decisivi del persistere della rinomanza della storica campionessa del gioco a premi è legato a un episodio che, quantunque puntigliose ricerche d' archivio abbiano declassato a leggenda, continua a passare sotterraneamente come verità che guizza nell' ironia delle metafore linguistiche.

 

L' esclamazione, attribuita a Mike Bongiorno, sarebbe stata la seguente: «Ahi ahi ahi, signora Longari, mi è caduta sull' uccello». La signora Longari, classe 1943, figlia di un industriale di liquori, nata a Popoli (Pescara) ma sempre vissuta a Roma prima di trasferirsi a Riano, pur essendo certa che quella frase non gli sia mai stata rivolta dal conduttore, ha eseguito personalmente puntigliose verifiche per appurare l' origine dell' equivoco.

 

mike bongiorno signora longari 11

Possiamo chiamarla signora Longari?

«Certo. Lo considero il mio nome d' arte, quello con cui tutti mi riconoscono. Ma non ho mai amato la notorietà. Su Facebook mi sono registrata come Giuliana Toro».

 

Come andò il provino a Rischiatutto?

«C' erano Mike Bongiorno e gli autori della trasmissione, Limiti, Turchetti, Carnevali.

Mi fecero alcune domande, specialmente sulla materia che intendevo portare, storia romana. Mi presero subito, anche perché ero caruccia. Avevo 27 anni, presi la licenza classica al Mameli a Roma e poi mi laureai in lettere moderne alla Sapienza. L' anno prima ebbi Enrico, il mio unico figlio, che oggi lavora a Seattle, alla Microsoft, uno dei cervelli italiani in fuga.

 

Poiché c' erano pochi spazi per me nell' azienda di famiglia, a Tocco da Casauria, in Abruzzo, produttrice del liquore Centerba, la cui ricetta era segreta e si tramandava solo ai figli maschi, dovevo cercarmi un lavoro. Iniziai con supplenze di latino e collaborai con gli stabilimenti cinematografici di De Laurentis, nel reparto ricerche scenografiche».

 

giuliana longari

Rischiatutto, pertanto, poteva costituire un' occasione e anche attraverso le sue performance, il programma decollò.

«Girava voce che il quiz televisivo era morto. Ma Mike ci credeva, tanto che il pubblico rapidamente si appassionò e il programma, la cui conclusione era inizialmente prevista in maggio, riprese a settembre e andò avanti fino al 1974. "Grazie alla signora Longari" ha sempre detto Bongiorno. Rischiatutto riprendeva, con alcune variazioni, un format statunitense. Era un quiz puro.

 

Durava solo un' ora e non dava tempo per annoiarsi. Si registrava il mercoledì e la puntata andava in onda il giovedì, all' inizio in seconda e poi in prima serata. Alcune parti, con troppe intemperanze, venivano tagliate. Nel giro di poco gli ascolti s' impennarono, tanto che si raggiunsero 25 milioni di spettatori e, cosa più unica che rara, la coincidenza tra indice di ascolto e indice di gradimento.

 

Alla vigilia delle elezioni la trasmissione dovette essere spostata dopo Tribuna politica, perché i dirigenti Rai si avvidero che i telespettatori preferivano il quiz ai programmi dei partiti. Era impressionante.

SABINA CIUFFINI MIKE BONGIORNO

 

Ricordo che, mentre si disputavano anche i mondiali di calcio in Messico, una sera mi recai a casa di amici ai Due Pini, dopo i viadotti di corso Francia. Mi affacciai sugli attici attorno e, con Roma completamente deserta, tutti i televisori erano sintonizzati su Rischiatutto».

 

I testimoni dell' epoca, calamitati dal tele-gioco, rammentano campioni provvisti di straordinarie doti di memoria, come le sue e quelle di Massimo Inardi, e il pathos al momento delle domande finali in cabina.

«Nei tempi della mia partecipazione, per prepararsi non c' era un testo di riferimento indicato dagli autori della trasmissione. Ci si potevano aspettare, dunque, domande di qualsiasi tipo. Io studiavo sui libri di Aldo Ferrabino, tre straordinari volumi su Roma antica, devo averli ancora da qualche parte.

 

Avevo molta memoria visiva, mi ricordavo del testo scritto. Una volta risposto alla prima domanda, le altre venivano di conseguenza, perché si trovavano nella stessa pagina del testo.

 

Quello mnemonico era un metodo appreso al liceo. All' esame finale di licenza si portavano, per le varie materie, i programmi di tre anni. Gli studenti non dormivano la notte. Ancora oggi sognano quell' esame di maturità. In seguito scoprii che gli esperti del quiz prendevano le domande dal Bignami. Quando Rischiatutto, dal Teatro delle Vittorie a Roma, si trasferì a Milano, i concorrenti disponevano di libri concordati su cui prepararsi».

mike bongiorno con pippo baudo e loretta goggi a rischiatutto

 

Dovette rinunciare al titolo di campionessa a causa di una risposta sbagliata?

«No, la cosa fu intenzionale. All' undicesima puntata ero esausta. Decisi che era il momento di chiudere».

 

Lei vinse 13 milioni di lire in gettoni d' oro. Si trattava davvero di gettoni d' oro?

«Certo, e per di più di quello morbido, a purezza 1000, che nei film western verificavano con il morso. Fu una vera fortuna poiché, dopo gli accordi di Bretton Woods, la quotazione dell' oro fu svincolata dal dollaro e il suo prezzo schizzò in alto. I miei 13 milioni diventarono molti di più. Inoltre più avanti, i gettoni d' oro della Rai non furono più in oro 1000, considerato valuta, ma di una lega di minor valore. Dovetti però pagare 3 milioni di tasse».

 

Con che causale?

sabina ciuffini mike bongiorno

«Provento occasionale da lavoro intellettuale».

 

In quegli anni 13 milioni erano un bel gruzzolo. Possiamo chiederle come decise di impiegarli?

«Acquistai, attorno al 1972, una casa sulla via Cassia, a Roma nord. Un' altra parte la conservai in una cassetta di sicurezza. E una terza parte la vendetti a un produttore di leghe per i dentisti».

 

È curioso pensare che qualche inconsapevole sconosciuto abbia masticato con l' ausilio di capsule contenenti l' oro dei gettoni vinti dalla signora Longari a Rischiatutto L' improvviso successo le procurò occasioni di lavoro?

«Ah, accaddero le cose più incredibili. Finii sulla copertina di Grazia, tra le donne più famose del 1970, pensi, accanto a Golda Meir (fu la prima donna premier di Israele, ndr).

Mi avevano offerto di partecipare a Lady Italia e Lady Europa. Fellini volle conoscermi, forse attratto dalla mia pettinatura anni Quaranta.

 

Aveva pensato di farmi fare Gradisca in Amarcord. Quando mi vide rimase deluso. Pensava fossi più prosperosa. Il bianco e nero ingrassa. Io però preferivo i complimenti per le mie conoscenze storiche. Giulio Andreotti, che amava la storia romana, volle conoscermi. Mi donò le opere di Cicerone. Di occasioni me ne capitarono.

ROTUNNO FELLINI

 

Avrei potuto sfruttarle. Ma rifiutavo o fuggivo. Ho preferito stare dietro le quinte. E ho qualche rimpianto. Se mi fossi lanciata, altro che casetta sulla via Cassia. Comunque ho lavorato con RadioRai in programmi come Itineradio, Estate con noi, Shampoo, Rischianiente, scritto sceneggiati radiofonici, e messa su una società di doppiaggio. Mediaset mi contattò, ma tutto era cambiato. Decisi di lavorare alle Teche Rai con Barbara Scaramucci, fino alla pensione, nel 2010».

 

Qualche telespettatore s' innamorò di lei?

«Sì. Ad esempio un signore di Terni che mi scrisse di essere innamorato di me alla follia.

Arrivò una lettera dei suoi eredi. Era incapace d' intendere e di volere. E poi non ricordo se fosse stato un principe indiano o uno sceicco arabo, che veniva con il suo yacht a Montecarlo per vedere Rischiatutto. Stappava bottiglie di champagne a ogni mia vittoria. Mike non mi ha mai voluto dire il suo nome. Forse per salvare la santità del mio matrimonio».

sabina ciuffini mike bongiorno

 

Com' era il rapporto con Mike Bongiorno?

«Considerava Rischiatutto come una sua creatura e si stizziva non poco quando ci vedeva scarsamente concentrati e ci sorprendeva a chiacchierare».

 

La gaffe a lui attribuita, «signora Longari, mi è caduta sull' uccello», è stata oggetto di un' ampia diatriba, entrando financo nella storia della televisione

 

«Guardi, io sono certa che questa esclamazione non mi è mai stata rivolta dal presentatore. Aldo Grasso sul Corriere ipotizzò che questa uscita di Mike Bongiorno riguardasse una domanda sull' Uccello di fuoco di Stravinskij rivolta a una concorrente. Ma puntigliose ricerche fatte nelle Teche Rai non hanno portato ad alcun risultato. Nessuna traccia. Però...».

 

Prego.

«Solo molti anni più tardi Mike riconobbe di non aver mai pronunciato quella frase.

Mantenere il segreto gli fece comodo, perché la sua figura in Mediaset si basava sulle sue note gaffe. Penso che quella frase sia stata inventata da qualcuno che fabbricava barzellette basate su doppi sensi tra insegnante e alunna. L' alunna divenne la signora Longari».

 

Come trascorre le giornate?

andreotti fellini

«Sto in compagnia dei miei tre gatti, Briciolo, di pelo rosso, Rambo, grigio, un certosino, e Mimì, una femmina semi-siamese. E accudisco quelli randagi. Ogni tanto una gatta non sterilizzata mi porta in regalo i suoi micini. Poi cucino, ad esempio pasta toscana con verdure e ingredienti poveri, come la panicianella, perché mia madre era toscana. E poi leggo, soprattutto saggi. Ora sono alle prese con Splendori e miserie del gioco del calcio di Gaelano. La tivù non la guardo, poiché la sua grammatica visiva è troppo lontana da quella della Rai che ho amato, fatta d' inchieste che diventavano letteratura».

 

Qual è il ricordo più bello della sua vita?

federico fellini

«È del 6 settembre 1969. Il giorno che nacque mio figlio».

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