MORTO AMMAZZATO! - MICHAEL JACKSON UCCISO (INVOLONTARIAMENTE) DAL DOTTORE CONRAD MURRAY - 4 ANNI PER DELITTO COLPOSO: IL 25 GIUGNO DEL 2009 “ABBANDONÒ” IL RE DEL POP DOPO AVERGLI SOMMINISTRATO DOSI PERICOLOSAMENTE ALTE DI PROPOFOL (UN POTENTE SEDATIVO) SENZA POI SORVEGLIARNE L’EFFETTO COME AVREBBE DOVUTO - FAN IN DELIRIO - LA SORELLA LATOYA: “GRAZIE AMERICA, GRAZIE AVVOCATI, ABBIAMO VINTO” (SÌ, UNA GITA AL CIMITERO)...

1 - LA GIURIA EMETTE IL VERDETTO. LA SORELLA LATOYA: GRAZIE AMERICA, GRAZIE AVVOCATI, ABBIAMO VINTO
http://bit.ly/sM2H9w (IL VIDEO DELL'ARRESTO)

Maurizio Molinari per "La Stampa"

È stato Conrad Murray a uccidere, sebbene involontariamente, Michael Jackson. I dodici componenti della giuria del tribunale di Los Angeles hanno raggiunto l'unanimità dopo nove ore di camera di consiglio, consegnando al giudice Michael Pastor e all'America una sentenza che ha fatto esplodere in un boato di gioia le centinaia di fan della rock star assiepati da settimane davanti alla sede del processo.

«Colpevole! Colpevole!» hanno ritmato a lungo fuori dal tribunale, alcuni improvvisando passi di danza per emulare i movimenti di Jackson, in un segno di estremo omaggio. «Tremo in maniera incontenibile, grazie America, grazie ai fan ed agli avvocati, sono stati tutti grandi, Michael era alle udienze ed è per questo che abbiamo vinto» ha commentato via Twitter LaToya, sorella di Michael Jackson, all'uscita dall'aula stringendosi assieme agli altri famigliari ma non ai tre figli della star, rimasti sempre lontano dalle udienze.

La giuria ha fatto propria la tesi dell'accusa secondo cui il 25 giugno del 2009 Michael Jackson morì nel letto della propria villa a Neverland per il fatto di «essere stato abbandonato» da Conrad Murray, il proprio dottore che gli aveva somministrato dosi pericolosamente alte di propofol - un potente sedativo - senza poi sorvegliarne l'effetto sulla salute come avrebbe dovuto fare.

Ad essere determinanti a carico di Murray si sono rivelate le testimonianze dei paramedici di Los Angeles sugli effetti del propofol e di sue tre ex compagne, che hanno raccontato di essere state chiamate dal dottore durante la notte in cui Jackson morì, avvalorando così la tesi della colpevole carenza di cure. Murray sottovalutava i gravi rischi che il propofol comportava per la salute del paziente. L'imputato ha ascoltato la lettura del verdetto con il volto impietrito, non riuscendo neanche a muoversi per diversi minuti.

Durante il dibattimento aveva tentato di respingere le accuse affermando che «Michael Jackson non voleva farsi curare» ma tale tesi non ha convinto la giuria, sebbene le nove ore di discussione lasciano intendere la presenza di dubbi a lungo esaminati. In particolare il cardiologo originario di Houston, in Texas, conservava nell'abitazione della compagna una quantità significativa del potente calmante, avvalorando così il sospetto di somministrarlo senza alcun tipo di remora.

Il dottore resta ora in prigione perché gli è stata negata la cauzione, in attesa di sapere quanto durerà la condanna: rischia un massimo di quattro anni di detenzione, anche se forse potrà uscire prima, e la perdita della licenza medica. Ma ciò che più conta è la ricostruzione di quanto avvenne perché testimonia che il Re del Pop era tutt'altro che desideroso di morire, e puntava invece a presentarsi puntuale sul palco del megaconcerto di Londra.


2 - LA NOTTE FATALE VALIUM, SONNIFERI POI LA DOSE KILLER

Piero Negri per "la Stampa"

Nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì 24 giugno 2009, Michael Jackson si è seduto a tavola per l'ultima volta con i tre figli. Ha mangiato tonno marinato e un'insalata, ha bevuto un succo di carota e arancia, poi ha unito le mani in preghiera, ha detto: «Grazie» e «Dio vi benedica» ed è partito per le prove del suo nuovo, e ultimo, tour. Il 13 luglio, meno di tre settimane dopo, era in programma il primo dei cinquanta concerti di Londra con cui avrebbe dato l'addio alle scene: quasi 800 mila biglietti erano già stati venduti.

Poco prima delle sette di quella sera, è salito sull'auto di servizio, una Cadillac Escalade blu, con il suo assistente personale, Michael Amir Williams. Alla guida c'era la sua guardia del corpo, Faheen Muhammad, che in pochi minuti da Holmby Hills, quartiere di ville di lusso incastonato tra Bel Air e Beverly Hills, in California, è giunto allo Staples Center, dove si sarebbe svolta una delle ultime serate di prova. Di lì a pochi giorni, l'intero gigantesco circo si sarebbe trasferito in Gran Bretagna.

Quella sera, per la prima volta, Michael Jackson, i musicisti e i ballerini hanno suonato il suo vecchio ed enorme successo Thriller in versione definitiva, con tanto di costumi e di effetti speciali. L'ultima canzone cantata da Michael Jackson è stata Earth Song : «Ti sei mai fermato a pensare a tutti i bambini ammazzati dalla guerra? Ti sei mai fermato a osservare la terra che piange, questa spiaggia che muore?». Le prove sono terminate a mezzanotte, Michael è tornato a casa, ha salutato i pochi fan che sostavano davanti al cancello d'ingresso ed è salito al primo piano.

Per ore, quella notte, il dottor Conrad Murray ha tentato di farlo addormentare: subito con il valium, ripetuto poi all'1,30 del mattino, con il lorapezam mezz'ora dopo, via flebo, alle 3 con il midazolam e con altri due milligrammi di lorazepam alle 5. Ma alle 7,30 Michael Jackson era ancora sveglio: il re del pop giaceva insonne sulle lenzuola bianche del letto in stile «renaissance». La polizia troverà lì una statuetta in porcellana con le sembianze di un putto biondo e svariati flaconi di ossigeno, lacci emostatici, garze, dentifricio e un rosario, sulla testata del letto diversi dvd, molti film per bambini. La casa era piuttosto sporca e caldissima: a fine giugno, l'impianto di riscaldamento era acceso.

Alle 10,40, finalmente, Murray si decise a somministrargli 25 milligrammi di propofol, l'unica sostanza che sembrava funzionare. Poi, dopo dieci minuti, si allontanò e fece alcune telefonate: dovette essere di ritorno intorno alle 12, perché alle 12,13 chiamò l'assistente di Jackson e gli lasciò un messaggio allarmato in segreteria e successivamente la guardia del corpo, che salì in camera e trovò il cantante disteso sul letto con le braccia aperte e gli occhi spalancati. Murray stava tentando di rianimarlo con un massaggio cardiaco, mentre due dei figli di Jackson, Prince e Paris, urlanti, venivano allontanati dalla stanza. L'ambulanza arrivò alle 12,27 e scrissero sul referto che alle 12,29 il paziente aveva già smesso di respirare. Michael Jackson arrivò al Ronald Reagan Ucla Medical Center all'1,07 e fu dichiarato morto alle 2,26

 

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