
“AI” GOES TO HOLLYWOOD – IL MONDO DEL CINEMA TREMA: È ARRIVATA TILLY NORWOOD, UN’ATTRICE CREATA CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE - A DIFFERENZA DAGLI INTERPRETI IN CARNE E OSSA, TILLY NON HA BISOGNO DI TROUPE, COACH O BUDGET ELEVATI PER “RECITARE” NELLE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE – LO STUDIO DI TALENTI “XICOIA”, CHE HA CREATO L’ATTRICE, SOSTIENE DI VOLER "RIPORTARE SUL GRANDE SCHERMO ARTISTI LEGGENDARI” – DI QUESTO PASSO, IL LAVORO DELL’ATTORE RISCHIA DI DIVENTARE ROBA DEL PASSATO… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Walter Veltroni per il "Corriere della Sera"
Tilly Norwood, ricordiamo il nome di questa attrice. […] È una creazione dell’intelligenza artificiale e, fin qui… Ma ciò che stupisce, «Signora mia dove siamo finiti», è che la promettente attrice da qualche giorno sia rappresentata da un’agenzia di talenti che le troverà film da fare, più difficilmente commedie teatrali, pubblicità da girare, videogames in cui apparire. […] Lo ha rivelato il sito Deadline annunciando che a Zurigo la fondatrice di Particle6, Eline Van Der Velden, lancerà Xicoia, il primo studio di talenti AI con l’obiettivo di lanciare e valorizzare star digitali.
Non più dunque attori in carne ed ossa, anche perché non sono immuni dal difetto di invecchiare sia in carne che in ossa e talvolta persino di morire, ma divi che possono conoscere il dono dell’immortalità. […] Ma sono volti senz’anima, manipolati dal regista di turno.
[…] Così la descrive l’articolo di Deadline: «A differenza degli avatar statici, i personaggi AI di Xicoia sono sviluppati con storie complete, voci distinte, archi narrativi in evoluzione e personalità pienamente realizzate. I personaggi possono intrattenere conversazioni non sceneggiate, recitare monologhi, rispondere alle tendenze in tempo reale e adattare il tono e i riferimenti per soddisfare il pubblico specifico della piattaforma. Opereranno su un modello ibrido di supervisione creativa umana e reattività autonoma dell’AI, garantendo la rilevanza culturale e la sicurezza del marchio, pur mantenendo l’ambizione creativa».
Insomma la perfezione. E poi non hanno pretese sul set, non necessitano del runner per andarli a prendere a casa, non richiedono truccatori e costumisti, saranno infatti anche loro digitali, non devono avere il cestino all’ora di pranzo, non discutono della sceneggiatura, vuoi mettere?
L’agenzia dovrà tutelare qualcosa, anzi qualcuno, che non esiste in realtà, ma avrà una sua emotività, programmata da qualcuno, della quale tenere conto. Da quando è stata annunciata al pubblico si sono moltiplicati i fan di Tilly Norwood che, fin qui, non ha recitato, o meglio non è apparsa, da nessuna parte. Tempi bambini.
Si può vedere questa innovazione in due modi: la prima è pensare che questa continua confusione tra realtà e tecnologia finisca con il sancire la morte della verità, cosa non di poco conto per le sue conseguenze civili, politiche, antropologiche. La seconda, figlia del positivismo tecnologico, è che l’AI, nel campo della produzione culturale, riduce i costi e apre immense possibilità creative.
[…] Ancora Deadline: Xicoia ha dichiarato che sta attualmente lavorando con «diverse star di Hollywood che desiderano apparire sullo schermo nella loro versione più giovane o attuale» e sta anche collaborando con alcune proprietà «per riportare sul grande schermo artisti leggendari, offrendo agli studi un nuovo modo di reimmaginare e sfruttare la proprietà intellettuale esistente».
Bisogna prepararsi a film con Spencer Tracy e Jude Law, Marlene Dietrich e Anne Hathaway. Questo è il futuro annunciato, il presente reale è l’autarchia culturale imposta da Trump con i dazi al 100% su tutti i film stranieri. Una vera coltellata al cinema e all’arte. Tilly Norwood è immaginaria, i dazi sono reali.
tilly norwood 6
tilly norwood 8
tilly norwood 9
tilly norwood 5