JOHN MCAFEE SI E’ BRUCIATO IL CERVELLO? - IN FUGA ACCUSATO DI OMICIDIO, L’EX RE DELL’ANTIVIRUS SCRIVE LE CRONACHE DALL’ALLUCINAZIONE - DALLA SILICON VALLEY AL BELIZE, BLOGGA LE SUE DISAVVENTURE - PIANTO’ TUTTO ALLA RICERCA DELL’ALLUCINOGENO PERFETTO E STANDO A CIO’ CHE SCRIVE L’HA TROVATO - UNA VITA TRA SESSO E DROGA, IL SUO VICINO TROVATO CON UN COLPO IN TESTA: ALLA RICERCA DEL FINALE CHOC?...

Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Questa è una storia di sesso, droga, poco rock'n'roll e tantissimo computer, questa è la storia di John McAfee, il mago degli antivirus che dalle stelle della Silicon Valley oggi è in fuga, a 67 anni, tra le stalle del Belize. Avete mai visto un ricercato per omicidio che trova il tempo di raccontare in diretta i suoi spostamenti? E davvero l'uomo, un tempo tra i più ricchi, e soprattutto brillanti del mondo, si sta bruciando con le droghe il cervello e ogni via di fuga?

Pensare che a chiederselo è proprio lui, nelle prime righe del suo blog dalla latitanza: «Con tanto tempo a disposizione e pochissimo da fare, ho incominciato a riflettere sulla deviazione presa dalla mia vita: com'è possibile che sia diventato un sospetto di omicidio ridotto alla macchia?».

Com'è possibile, per la verità, se lo chiede la polizia del Belize, lo staterello del Centramerica che McAfee aveva scelto come buen retiro un paio d'anni fa e che ora rischia di trasformarsi nella sua trappola mortale. Gli sbirri vogliono interrogarlo per la morte del suo vicino di casa a San Pedro, Gregory Faull, un altro di quegli americani che espatriano e si ritrovano tutti quaggiù, come cantavano Dalla&De-Gregori, in questa Banana Republic dove la libertà dei costumi concessa è direttamente proporzionale alla capacità del singolo di corruzione.

Dicono che Gregory fosse stanco del via vai di signorine a Villa McAfee, stanco delle esercitazioni con quelle armi che erano l'ultima passione del miliardario, stanco degli esperimenti sulle droghe, stanco soprattutto di quei ferocissimi e ringhiosissimi cani da guardia che - mistero - qualche giorno fa erano stati ritrovati avvelenati.

Beh, misteriosamente l'altro giorno hanno trovato faccia a terra anche lui, Gregory, un colpo dietro alla nuca sparato - sembra - da una delle armi di McAfee che la polizia però gli aveva sequestrato. E qui si gioca la difesa del riccone in fuga: tecnicamente è ricercato solo per essere interrogato, lui giura che se si consegna quelli lo ammazzano, «certo che Gregory non era il tipo di persona che piace a me come io non sono il suo tipo, lui beveva troppo, era uno scocciatore» scrive sempre su The Hinterlands, il blog in tempo reale. «Ma il mondo è pieno di scocciatori. E se uccidessimo tutti quelli che ci scocciano, non rimarrebbe più nessuno».

Capito la filosofia?
Sì, sembra quasi di ritrovarlo a intermittenza il McAfee di un tempo: ma è dagli inizi che la storia di John è un misto di genio e sregolatezza. Nato in Inghilterra
e cresciuto negli Usa, a Salem, il paese vicino a Boston della caccia alle streghe, McAfee è un ingegnere che lavora per la Nasa quando al suo computer si affaccia Pakistan Brain, uno dei primissimi e ancora sconosciuti virus che all'alba degli anni 80 minacciano il nascente mercato dei computer.

L'intrepido John non solo si libera del Cervello Pachistano ma ha l'idea di mettere la sua abilità al servizio dei clienti, trasformando il suo nome, McAfee, nel marchio sinonimo di antivirus. Solo che intriso di cultura hippy, millenarismo e dintorni, John inciampa nel primo incidente, annunciando la fine del mondo in arrivo con Michelangelo, il supervirus che prima ancora del fatidico Baco del Millennio si sarebbe mangiato tutto: invece è un flop e l'unica cosa che si mangia è la credibilità del guru.

Naturalmente a fare peggio è la recessione che rimpicciolisce da 100 a 4 milioni di dollari il suo portafoglio. John vende aerei e villa alle Hawaii, vende soprattutto la sua azienda (che l'anno scorso finirà al colosso Intel), divorzia non si capisce più da quante mogli e si stabilisce infine in Belize per lanciarsi nell'ultima avventura: la produzione
di antibiotici naturali che, in realtà, nasconderebbe la ricerca dell'allucinogeno perfetto.

Il resto è cronaca: nerissima. Infarcita dai racconti di sesso sul fatidico blog: «Due donne che vivono con me hanno avuto relazioni con un paio di uomini che vivono pure con me. Sono entrambe mie ex amanti, una viene ancora a letto. Anche le altre cinque dividono regolarmente il letto con me».

Regolarmente, e ovviamente, fino alla fuga. Oggi John si nasconde con la sua fidanzatina 17enne chissà dove, per fuggire s'è tinto i capelli e scurito la pelle col lucido da scarpa, l'altro giorno s'è travestito da mendicante e l'altro ancora da turista tedesco ubriaco. Dicono che sono le droghe che, come un baco, stanno mangiando il cervello al re degli antivirus. Sto bene, sto bene, fa sapere lui, annunciando perfino un'intervista al
Financial Times dopo quelle alla tv Cnbc e al magazine Wired.

E se lo prendono? «Ho già scritto tanta di quella roba che il blog può andare avanti per anni... ». Così il dubbio iniziale rimane: in questa storia di sesso, droga & computer, McAfee è il genio, la vittima o l'assassino?

 

mcafee McAfee logo john mcafee JOHN JOHN MCAFEE

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....