vasco rossi

"JENNY NON VUOL PIU’ PARLARE…" - 40 ANNI USCIVA IL PRIMO 45 GIRI DI VASCO ROSSI “JENNY/SILVIA” CON GLI ARRANGIAMENTI DI GAETANO CURRERI - UNA COPIA OGGI VALE TRA 150 E 500 EURO _ PARLA IL RE DEI VASCO-COLLEZIONISTI: "HO DUE COPIE DEL 45 GIRI. IL BLASCO MI HA DETTO: 'IL GIORNO CHE SCHIATTERÒ TI RITROVERAI UN CAPITALE…" - VIDEO

 

Maurizio Di Fazio per www.ilmessaggero.it

 

Jenny non può più restare / Portatela via / Rovina il morale alla gente / Jenny è pazza / C'è chi dice anche questo”. “Silvia fai presto che sono le otto / Se non ti muovi fai tardi lo stesso / E poi la smetti con tutto quel trucco / Che non sta bene, te l'ho già detto. Mentre una mano si ferma sul seno / è ancora piccolo ma crescerà”.

VASCO ROSSIVASCO ROSSI

 

Fino a quel giorno il futuro dominatore assoluto del rock tricolore, anche in senso retroattivo, si era limitato a fare il dj nella mitologica Punto Radio, antenna libera fondata con un gruppo di amici due anni prima, e a strimpellare qualche bozzetto stralunato di canzone ai tavolini del bar Olimpia di Zocca. Ma quel 15 giugno del 1977, chissà quanto consapevolmente, tutto cominciò a cambiare per sempre.

 

 

Usciva quarant’anni fa il primo 45 giri di Vasco Rossi, Jenny/Silvia. Registrato in 48 ore, Jenny è il lato A e Silvia il B. Due ballate morbide e sinuose, terse e inquiete, intrise di umori liceali che contenevano, in nuce, l’intera estetica e poetica di ribellione neo-generazionale e post-ideologica del Primo Blasco di Successo.

 

VASCO ROSSI 1VASCO ROSSI 1

A pubblicarlo, una semi-sconosciuta etichetta discografica di Bologna, la Borghetti Music, specializzata in valzer, mazurche e lisci; e per marcare le distanze dalla sua produzione canonica, non esattamente appetibile dai giovanissimi di allora, il lungimirante Paolino Borghetti inaugurò una collana apposita, la Jeans Record. Stampato in 2500 copie, il 45 giri andò a ruba (almeno tra Bologna e Modena) e di lì a breve il rocker di Zocca avrebbe investito i suoi primi guadagni in una Bmw nera e nelle cene offerte, di sera in sera, alla sua comitiva.

 

 

La copertina. Sulla copertina si vede Vasco pensieroso ma non troppo, anticonformista il giusto, fermo nel suo grande avvenire, rannicchiato e appoggiato con le braccia su quella che sembra una scrivania o un comune tavolo di legno. Indossa un maglione marroncino, un orologio e un braccialetto.

 

L’idea generale è riconducibile alle cover cantautorali dell’epoca, ma le scritte sul retro appaiono stridenti e originali, così come i ringraziamenti indirizzati a Gaetano Curreri (per gli arrangiamenti), a Le Cinque Lire (la sua prima band di supporto) e poi a “Maurizio, Brancaleoni, Scandy”. Non è mai stata pubblicata una ristampa in mini-cd di Jenny/Silvia, per cui i pochi vinili in circolazione valgono varie centinaia di euro.

 

Jenny vs. Jenny è pazza. La versione primigenia del brano, quella del singolo, è leggermente difforme dal pezzo contenuto nell’album d’esordio del Komandante …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, nei negozi nella primavera del 1978. Nel 33 giri la parte iniziale viene trainata da un pianoforte, mentre nel singolo è affidata a un arpeggio di chitarra acustica. Muta pure le lunghezza: un minuto di differenza. E il titolo: Jenny diventa Jenny è pazza.

VASCO ROSSIVASCO ROSSI

 

I concerti inaugurali. A fine giugno 1977, Vasco tiene il suo primo concerto ufficiale nell’aula magna dell’istituto Corni di Modena. Nel corso dell’estate si esibisce a Radio Estate Giovani (allo stadio di Crotone) e al festival Canta Veneto. Seguono live in lungo e in largo per l’Emilia. Accompagnato dagli inseparabili Le Cinque Lire (Gaetano Curreri prima degli Stadio al piano, Marco Rossi alla batteria, Giovanni Oleandri al basso ed Enzo Troiano alla chitarra), oltre a Jenny e Silvia e a un pugno di cover, testa dal vivo le tracce del suo imminente …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, che inizierà a registrare a novembre.

 

La febbre del collezionismo. Su eBay e Discogs, il più importante portale per la compravendita di dischi più o meno rari, il valore di una copia di Jenny/Silvia oscilla tra 130 e 500 euro. E alla Fiera internazionale del disco di Genova, nel 2012, la base d’asta per accaparrarsi il feticcio Jenny Mix, comprensivo di Jenny sulla prima facciata e di Mister Dj del sodale di Radio Punto Zero Mandrillo (con Blasco ai cori) sull’altra, era di 5mila euro.

 

VASCO ROSSIVASCO ROSSI

Remo Terzoli, il re dei Vasco-collezionisti. Ligure, Remo possiede quasi 200 vinili del cantore della Vita spericolata, tutti autografati. Senza contare i cd, i cartonati pubblicitari, le memorabilia assortite. E tra i due è fiorita negli anni anche una bella amicizia. "Il mio culto è nato nel 1985, quando avevo 16 anni: mi piacevano le sue canzoni e lui come persona, sempre scomodo, controcorrente e mai banale. Nel 1997 ho suggellato il mio sogno di conoscerlo nella realtà, e da allora ci vediamo almeno una volta l’anno – racconta a Repubblica.it -. Naturalmente ho due copie di Jenny/Silvia, entrambe con in calce la firma di Vasco. Una è in buone condizioni, e l’ho pagata 500 euro; l’altra, oggi più rovinata, la comprai per 70mila lire”.

 

Complessivamente Remo ha speso intorno ai 10mila euro per la sua passione. Il cimelio a cui è più legato è la cosiddetta Matita, un totem per i "Vascollezionisti": parliamo della versione originaria del suo primo album, il sopraccitato 

 

VASCO ROSSIVASCO ROSSI

Ma cosa vuoi che sia una canzone…, ribattezzato così dai fan per via della copertina che ritrae il manico di una chitarra che si trasforma in matita. “Mi sono portato a casa la Matita con soli mille euro. Oggi ne vale il quadruplo. Quando me l'ha firmata, il Blasco mi ha detto: 'Il giorno che schiatterò ti ritroverai un capitale'. E io gli ho risposto: al limite ne godrà mia figlia perché io, la mia Matita, non la venderei per nessuna ragione al mondo".

 

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)