SERIE A.A.A. CALCIO DECENTE CERCASI (E UN POSTO PER I PROSSIMI DISOCCUPATI ALLEGRI E ZEMAN) - NELLA MEDIOCRITÀ GENERALE, LA JUVE LIQUIDA IL PESCARA IN UN SOLO SET MENTRE L’INTER STRAMACCIA A BERGAMO AFFONDATA DAGLI UNICI ARGENTINI NON COMPRATI DA MORATTI: DENIS E MORALEZ - PER AFFONDARE LA ROMETTA DI ZEMAN NON SERVE LA PIOGGIA, BASTA IL PORTIERE GOICOECHEA - MONTELLA DÀ UNA LEZIONE AD ALLEGRI E NE PRENOTA LA PANCHINA…

DAGOREPORT
Sopravvissuti alle filosofie di Caressa: "La velocità vettoriale del pallone", ai nubifragi e alla noia di Cagliari-Catania, protagonisti e comparse si sono accomodati nel teatro che replica sempre lo stesso spettacolo. Quello in cui sul palco domina una squadra sola e dietro si sgomita per una gloria effimera. Oggi a me, domani e si teme per sempre, alla Juve.

Ora è vero che il Pescara di Stroppa ha imbarazzato per pochezza e commosso per fragilità, che Quagliarella e le sue meraviglie di stampo "paroliano" hanno trovato autostrade nella difesa abruzzese, che Bocchetti e Zanon non sono Gentile e Cabrini. Però la Juve gioca a tennis (6-1) e a consuntivo effettuato, si ritrova nuovamente con quattro punti di vantaggio sulla seconda. Restituendosi uno scettro che la sconfitta con l'Inter della scorsa settimana sembrava poter cambiare padrone.

Bergamo alta.
Niente di più effimero delle parole. Stramaccioni ne usa molte in settimana e qualcuna nel pomeriggio (urla al guardalinee: "Lo sai anche tu che non era rigore!") prima che Stefano Colantuono, German Denis e il metro e sessanta dell'unico argentino non acquistato in questi anni da Moratti, Maxi Moralez, spacchino Atalanta-Inter in due.

L'Inter cala il tridente, ma è piena di assenze, ha tesserato e pagato 8 milioni di euro il disastroso centrale Silvestre e per il resto gioca un primo tempo "inglese" in cui la risposta al gol dei bergamaschi si ferma sulle mani del portiere atalantino Consigli. L'Inter va sotto, recupera con una punizione di Guarin, poi affonda sui dribbling del piccolo Moralez. Sul 3-1 per l'Atalanta (Denis, due gol) Palacio riaccende la speranza. Ma sarebbe troppo. Finisce 3-2. L'Inter retrocede, l'Atalanta avanza e raggiunge la Roma. Senza penalizzazione avrebbe venti punti.

Suicidio Roma.
Il risultato di Bergamo è il preferito dalla Roma di Zeman. Quarta sconfitta per 3-2, la più grave per le ripercussioni sull'ambiente e derby messo nelle mani della Lazio dopo il solito avvio illusorio marcato dal sesto gol consecutivo di Lamela. A regalare pareggio e (direbbe Caressa) "inerzia del match" ai dipendenti di Lotito contribuisce l'ultima trovata di Zeman, il portiere uruguaiano Goicoechea. Una volta la Roma (Spalletti dixit) aveva il miglior terzo portiere del mondo (Julio Sergio).

Oggi ha solo un terzo portiere da incubo che sul centralissimo tiro di Candreva da 40 metri dimostra di avere problemi con i fondamentali. Mano timida, quasi autogol e altri orrori in serie in chiusura di tempo. Prima il sonno dei centrali genera la mostra delle qualità del noto Klose. Poi la consueta ponderazione di De Rossi nei momenti chiave produce un cazzottone a Mauri in area laziale (espulsione dalla gara e dalla Nazionale di Prandelli) e chiude definitivamente la partita.

In undici contro dieci la Roma ne prende un altro in avvio di ripresa (ancora Mauri) per il 3-1 e solo in chiusura di partita (strafalcione di Marchetti su punizione di Pjanic) riemerge fino a sfiorare in linea con la follia stagionale l'impresa del pareggio. Sarebbe stato troppo perché se la Lazio non è uno squadrone, la Roma sembra destinata a recitare, nubifragio o sole splendente, il ruolo di Rometta. Ne consegue che Zeman è in bilico nonostante l'ottimismo di facciata: "Sono convinto di poter fare ancora bene" e ancora meno solido di lui è Max Allegri in quel di Milano.

Poco Allegri.
La resa del Milan (1-3 per la gioia della Fiorentina) potrebbe aver rappresentato l'ultima goccia. Aquilani ricorda subito che non tutto (anche dalle parti del mercato ‘minore') in questi anni è stato fatto bene, Borja Valero, ex del Villareal lo conferma al minuto 37. In mezzo, prima del 2-0 viola, l'inguardabile fidanzato di Barbara Berlusconi, Pato, tira in curva un rigore e il resto della squadra nonostante il gol di Pazzini per l'1-2 si adegua e becca anche il 3-1 dell'egiziano El Hamdaoui. Tassotti è pronto. Allegri, atteso dal Napoli in trasferta, quasi a casa. Si decide oggi. La Fiorentina di Montella gioca bene, sale a 24 punti e per una buona mezz'ora sogna di sorpassare il Napoli.

Vedi Cavani e poi ridi.
A Genova doveva piovere e invece diluvia solo il verbo di Cavani. Il Genoa dura come sempre una settantina di minuti. Segna con Immobile, subisce il pari dell'ex Mesto, si rimette avanti con Bertolacci. Poi quando sembra giunta l'ora del processo a Mazzarri, ecco Cavani. Con Hamsik e Insigne raddrizza la barca. 4-2 finale. Genoa in coma, a due punti dall'ultimo posto e atteso dal derby con la Sampdoria sconfitta a Palermo da due gol del 18enne Dybala. Ferrara e Del Neri sono in crisi totale. Insieme riempiono record non invidiabili . Chi perde la settimana prossima torna ai giardinetti.

Il resto di niente
Registrata la vittoria del Torino sul Bologna (1-0), il pari nella melma tra Chievo e Udinese (2-2)e il nulla, anche estetico, tra Parma e Siena (zero a zero in tutto) si aspetta la prossima settimana. Il clou, si fa per dire, è Juve-Lazio. Palla al centro. Rutto libero e mano sul telecomando. In Inghilterra e non solo, ci si diverte di più.

 

 

 

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