born wild

IL BOSCHETTO NEL BOSCO - IL CANALE VIA CAVO STATUNITENSE "LIFETIME" LANCIA UN NUOVO REALITY SHOW PER I TELE-GUARDONI: "BORN IN THE WILD" MAMME INCINTA CHE PARTORIRANNO NEL BOSCO, DA SOLE

Chiara Lalli per "Pagina99.it"

 

born in the wildborn in the wild

Si chiama “Born in the Wild” e sarà il nuovo show di Lifetime, canale televisivo via cavo statunitense. Dopo tutti i possibili survivors, grassi contro magri, malattie imbarazzanti, accumulatori seriali, ragazzine incinte, ossessioni e reality di ogni tipo siamo pronti anche al docufiction sulla maternità, anzi sul parto in mezzo alle fratte perché la maternità è un argomento già abusato (“24 ore in sala parto” di Real Time, per dire).

 

Il parto estremo in solitaria, senza aiuti, senza medici, senza ostetrici, ma magari con una piscinetta o meglio un laghetto naturale – dove mischiare feci e liquido amniotico che la creatura respirerà felicemente – per farlo nascere “dolcemente”, per non fargli sentire lo strappo del passaggio dal ventre liquido al gelido e asciutto mondo di fuori. Il parto in acqua è forse stato il capostipite del ritorno al “parto naturale”.

 

Forse avrebbe meno estimatori se si sapesse qualcosa in più sul padre, Igor Charkovsky, privo di qualsiasi competenza medica e con un passato molto oscuro di morti neonatali. Ma, si sa, gli eroi sono spesso osteggiati da chi non riesce a riconoscere loro il genio ma vede solo la sregolatezza. E così l’alone magico del parto in acqua resiste, non solo tra le numerose Verena Schmid, ma anche tra persone meno esaltate (me la ricordo mia madre accennare alla “dolcezza” del parto in acqua).

born in the wild 8born in the wild 8

 

Non so come qualcuno possa aver voglia di vedere una cosa del genere, ma il mio dubbio è irrilevante e poi un video di una donna che partoriva naturalmente (“Birth in Nature: Natural Birth”) ha ricevuto più di 20 milioni di visite. Come perdere l’occasione di vedere se il successo resisterà alla replicazione?

 

C’è un aspetto però disturbante nelle implicazioni del contesto “selvaggio” – anche se sul set ci saranno medici e si girerà vicino a ospedali, le donne non saranno primipare e il parto in solitaria sarà insomma più una fiction che un docu, come in ogni reality che si rispetti. Probabilmente sarà insomma ben più sicuro di partorire in casa, se si esclude l’effetto mimetico.

 

Si diceva dell’aspetto disturbante: si va dal “si è sempre partorito così” all’onnipresente richiamo al “naturale” come paradigma di comportamento da imitare o imporre. Argomenti ingannevoli che mischiano il peggio del richiamo alla “tradizione” come garante di chissà cosa e l’ostilità verso le tecnologie e la medicina, in una parola un’irrazionalità opprimente nel compiere alcune scelte.

 

Anche Eli Lehrer, vicepresidente senior di Lifetime, ha dichiarato di sentire un legame con il plot di “Born in the Wild”, avendo fatto nascere il suo secondogenito a casa. E poi dice qualcosa che è quasi più onnipresente del richiamo alla natura: “Queste sono persone che hanno già avuto un figlio in ospedale e che hanno avuto una brutta esperienza e scelgono di provare qualcosa di nuovo. Accade, noi lo documentiamo”.

born in the wild 6born in the wild 6

 

Lo abbiamo sentito migliaia di volte: la condanna della medicalizzazione della gestazione e del parto, la freddezza delle stanzette di ospedale, il gelo della sala parto, la rudezza del medico, l’eccesso di parti cesarei. Tutto con un fondamento, per carità – e poi un fondamento lo si trova ovunque, anche nelle più fantasiose ipotesi di complotto. Ma è l’implicazione che è sballata: invece di aggiustare X si passa a Y, con l’illusione che Y sia il paradiso terrestre.

 

Somiglia a quello che succede in molti altri campi. Per rimanere in quello medico: la medicina (“ufficiale” o “occidentale”) è sbrigativa e insoddisfacente (vero, verosimile, a volte tragicamente evidente) e allora passiamo a quella “olistica”, “naturale”, “omeopatica” e così via, ove è più facile incontrare un operatore che ha più tempo da dedicarvi e magari ha una vita meno incasinata di un medico del pronto soccorso.

born in the wild 4born in the wild 4

 

A voi la scelta se preferire uno che sappia – pur potendo far errori, ovvio – com’è fatto il vostro organismo e quali principi attivi possano servirvi ma magari è sbrigativo o scortese, oppure uno con sorrisi e incenso ma che vi consiglia prodotti a caso e spesso senza alcun principio attivo. L’effetto placebo è affascinante e perfetto fino a quando non avete qualcosa di serio. Fino a quando qualcuno non muore o non si prende qualche malattia evitabile perché “i vaccini causano l’autismo”.

 

born in the wild 3born in the wild 3

Il richiamo alla natura esercita il suo potere seduttivo quasi esclusivamente su chi non ha idea di cosa sia la natura, ne ha una visione romantica e romanzata, più nebbiosa di un passato che si ricopre di un vestito dorato mentre in realtà era coperto di pochi stracci maleodoranti.

 

Ogni tentativo di argomentare a favore della nascita accovacciate su pietre, erbacce e fango diversamente da “ognuno fa come gli pare anche in condizioni di rischio” oppure “non è che si possa obbligarle a partorire in condizioni sicure” è destinato a diventare una caricatura dei bei tempi che furono.

 

Quelli dove si partoriva con un rischio alto di morte e danni per la salute materna e infantile. Dove la morte puerperale era spaventosa e il rischio di anossia o di altre complicazioni era forse annebbiato dal numero elevato di figli: ne va storto uno, altri 3 o 4 andranno a buon fine. Se non sei morta prima.

 

Forse anche ricordare che prima di Ignác Semmelweis morivano molte donne di febbre puerperale può indicarci la giusta direzione. Poi si può anche scegliere di morire pur di tornare a quell’arcadia di espulsioni senza anestesia e in ambienti non asettici, cioè a rischio di infezioni e morte.

 

born in the wild 2born in the wild 2

L’isterismo verso ciò che è “artificiale” è una componente di questa miscela di irrazionalità e convinzioni scriteriate: il dolore del parto per saldare il legame con il nascituro, come prova di coraggio, per “sentire”, si arriva perfino all’orgasmo (“Orgasmic Birth”, ovvero “The Best Kept-Secret” perché se si venisse a sapere chissà cosa accadrebbe).

 

Niente da dire sulla singola e personale preferenza, pur aprendosi una complessa parentesi sulla valutazione dei possibili effetti dannosi sul nascituro, ma molto da dissentire sul metterlo in posa come fosse il Modello (esercizio: sostituire “parto” con “estrazione dentale” per vedere l’effetto che fa – “ma nostro figlio non è un dente!”, si potrebbe gridare scandalizzati rischiando così di perdere il senso dell’analogia).

 

born in the wild 5born in the wild 5

Non ci credete? Un solo esempio: nell’anno accademico 2008/2009 presso l’Università di Bologna, Medicina, s’è tenuto un corso che si chiamava “L’elemento essenziale del parto: il dolore”. Ancora potrebbe salvarsi: è essenziale nel senso di onnipresente? Ma i “temi principali” eliminano i residui dubbi:

 

L’enigma dolore-piacere. Il parto orgasmico; Il dolore del parto e la sua origine (stress e cultura); I fondamenti della Legge dello sfintere. L’episiotomia e i poteri dimenticati della vagina; Analgesia epidurale. Punti critici; Metodi naturali di analgesia a confronto.

 

Non ci sono testi universitari, ma si consiglia “La Gioia del Parto - segreti e virtù del corpo femminile durante il travaglio e la nascita” e si svolgeranno “Esercitazioni in aula: lavoro sul corpo”. Non voglio sapere altro.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)