lapo elkann otto e mezzo gruber

LAPO REHAB (VIDEO): SVELA IL SUO PERCORSO PER DISINTOSSICARSI DALLA COCAINA: “CHI CADE COME ME, PUÒ RISALIRE. SONO GRATO ALLA GENTE VERA CHE MI È STATA VICINA” -  “SONO IN CURA CON IL PROFESSOR GALLIMBERTI, UN MEDICO INCREDIBILE. COMBATTE LA DROGA CON UN SISTEMA INNOVATIVO, CHE NASCE PER CONTRASTARE LA DEPRESSIONE” - “LA MACCHINA CHE USA SUI PAZIENTI TI TOGLIE LE DIPENDENZE. ANCHE DI ALCOL, GIOCO, TUTTO”. IL PROTOCOLLO CONSISTE IN SEDUTE DA 12 MINUTI: ECCO COME FUNZIONA

Lapo Elkann: ''Ecco come mi sto liberando dalla cocaina''

 

 

 

1. LAPO ELKANN PARLA DEL SUO PERCORSO PER DISINTOSSICARSI DALLA COCAINA

Da www.funweek.it

 

lapo elkann da lilli gruber

“Quello che posso dire e che voglio dire ai giovani, perché oramai son vecchio, ch’ho 40 anni, però la realtà dei fatti è che tutti cadano, tutti risalgano. C’è chi cade pubblicamente e chi risale pubblicamente, c’è chi cade senza avere il problema della notorietà e chi risale senza il problema della notorietà. Io ho una grande gratitudine verso la gente vera, quella gente che incrocio per strada, perché nella vita ho avuto grandi dimostrazioni di affetto, di energia, di empatia da parte delle persone e questa è stata una grande forza alla quale e ai quali dico grazie. La realtà dei fatti è che i percorsi di sofferenza sono quelli più formativi”.

 

 

 

2. LA LUCE CHE LIBERA DALLA COCAINA

Agnese Codignola per www.repubblica.it del 3 ottobre 2017

 

108 lapo elkann;tatiana von furstenberg;ginevra elkann nin 5556

Beatrice aveva 15 anni quando ha iniziato con la cocaina. Ed è andata avanti facendo girare tutta la sua vita di adolescente prima, e di adulta poi, attorno a quella che lei chiama “la sostanza”. Fino a quando ha capito che non sarebbe potuta andare avanti così, e ha tentato l’ultima strada rimasta, dopo numerosi tentativi fallimentari: quella della stimolazione magnetica transcranica o Tms, tecnica approvata dalla Food and Drug Administration statunitense e dalle autorità sanitarie europee per il trattamento della depressione, in studio anche per molte altre patologie psichiatriche, soprattutto nell’ambito delle dipendenze.

 

Il risultato è stato al di là delle aspettative: dopo un ciclo di trattamento Beatrice, semplicemente, non aveva più voglia di cocaina. La donna, che ha raccontato la propria esperienza sul sito dedicato Disintossicazione. it (insieme a molti altri pazienti) è stata la prima persona dipendente da cocaina curata da Luigi Gallimberti-psichiatra per anni direttore del Servizio di tossicologia clinica delle farmacodipendenze del policlinico e del Sert dell’Asl e docente dell’Università a Padova - con un protocollo messo a punto con Antonello Bonci- italiano oggi direttore scientifico del National Institute for Drug Abuse (Nida) di Washington - che sembra in grado di garantire risultati mai ottenuti con i rimedi classici (farmaci, psicoterapia, comunità).

 

Spiega Gallimberti, ai cui studi Science ha appena dedicato un lungo articolo e che l’11 settembre ha aperto un centro a Milano, dopo quello inaugurato di recente a Padova: «La terapia è il risultato di studi traslazionali degli ultimi anni svolti soprattutto dall’équipe di Antonello Bonci e, in particolare, dell’applicazione dell’optogenetica ». Galimberti parla di una tecnica, scoperta nel 2005, che si basa sulla possibilità di marcare alcuni geni delle zone cerebrali coinvolte nelle dipendenze con proteine attivate dalla luce e in seguito di intervenire selettivamente su di esse.

luigi gallimberti

 

Avendo capito che vi era la possibilità di un’azione così specifica, nel 2013 Bonci ha dimostrato che era possibile eliminare la ricerca affannosa di cocaina negli animali resi dipendenti grazie alla luce. «Nel 2015 – racconta lo psichiatra - applicando lo stesso principio ma sostituendo le onde luminose con quelle elettromagnetiche, abbiamo dimostrato, prima in Beatrice e poi in altri pazienti, che il metodo era promettente anche nell’uomo».

 

Come la stimolazione magnetica transcranica riesca a spezzare il circolo vizioso della ricompensa associato alla cocaina non è ancora chiaro, anche se ci sono due ipotesi preponderanti: «Si pensa che il segnale elettrico possa distruggere le proteine specifiche associate alla memoria del piacere o, in alternativa, che produca una sorta di rumore di fondo, un’interferenza che impedisce al cocainomane di percepire il desiderio del piacere stesso», aggiunge Gallimberti ».

 

001 lapo elkann;chiara bazoli;giuseppe sala alf 1787

Il protocollo di Gallimberti e Bonci consiste in sedute che durano 12 minuti; all’inizio due sedute al giorno a distanza di 30 minuti per cinque giorni, poi una al giorno una volta alla settimana per 11 settimane e, infine, una seduta due volte al mese per tre mesi. La tecnica sembra non avere effetti collaterali, anche se alcuni pazienti hanno riportato di aver avuto un leggero e transitorio fastidio nel momento dell’applicazione.

 

Lo schema di base viene personalizzato in base alle caratteristiche del singolo paziente, perché oggi è possibile monitorare l’andamento della stimolazione e, in base a quanto osservato, decidere sulla durata dell’applicazione e sull’intensità del campo magnetico. Ma non solo: la tecnica di stimolazione può essere usata da sola o all’interno di un approccio più complesso, che prevede anche una psicoterapia.

 

Spiega ancora Gallimberti: «Nella nostra esperienza – e ormai sono più di 350 i pazienti trattati – abbiamo visto che ci sono almeno due tipi di persone: coloro che hanno iniziato con la cocaina dopo i 25 anni, e coloro che hanno iniziato molto prima, da ragazzi. Mentre ai primi basta quasi sempre la Tms, ai secondi, che hanno compromesso tutta la loro adolescenza, di solito occorre un trattamento psicoterapico o farmacologico e in generale un’assistenza più lunga e articolata, ma alla fine anche loro ottengono ottimi risultati, anche quando non cercano spontaneamente di uscire dalla dipendenza ma sono spinti a farlo da un familiare».

luigi gallimberti

 

I dati pubblicati da Gallimberti su European Psychopharmacology nel 2016, in collaborazione con i National Institutes of Health statunitensi, per ora riguardano i primi 32 pazienti, e dimostrano una superiorità della Tms rispetto alle terapie farmacologiche per la disassuefazione. Si attendono però a breve, entro qualche mese, quelli degli oltre 350 pazienti trattati negli ultimi anni, al momento in elaborazione da parte degli esperti del Nida guidati da Bonci; da quanto si è visto finora, i numeri sarebbero estremamente incoraggianti. Nel frattempo gli studi proseguono anche in molte altre forme di dipendenza. Al momento la TMS non è nel prontuario sanitario nazionale, e i costi sono a carico dei pazienti.

 

LAPO ELKANN

Secondo il Ministero dell’Interno lo 0,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni consuma cocaina, e anche se la tendenza degli ultimi anni è alla diminuzione, il 7,6% degli italiani l’ha assunta almeno una volta.

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