liliana segre chiara ferragni

LILIANA SEGRE E CHIARA FERRAGNI INSIEME AL MEMORIALE DELLA SHOAH DI MILANO - VISTO CHE LA SENATRICE A VITA E’ MOLTO SPESSO ALLA SCALA PERCHE’ NON PORTA L’INFLUENCER PER MANCANZA DI TERMOMETRI ANCHE A VISITARE LA MOSTRA SU STREHLER IN CORSO AL TEATRO MILANESE? COSI’, POI, MAGARI LA SPIEGA AL MARITO FEDEZ… - VIDEO

Alessia Rastelli per corriere.it

 

liliana segre chiara ferragni

Chiara Ferragni accetta l’invito di Liliana Segre e visita in forma privata il Memoriale della Shoah di Milano. Ne dà notizia dal suo account Instagram la stessa imprenditrice e influencer, postando una foto con la senatrice a vita e superstite della Shoah davanti alla grande scritta «Indifferenza», nell’atrio del Memoriale.

 

«Qualche giorno fa — racconta Chiara Ferragni — Liliana Segre mi ha portato alla scoperta di un luogo del quale non conoscevo nulla, il Memoriale della Shoah a Milano. Ascoltare dalla voce di Liliana, come dice lei “da nonna a nipote”, la storia di chi è stato perseguitato in questo luogo a pochi passi da casa mi ha fatto soffrire e soprattutto riflettere.

 

Ho capito quanto le persecuzioni che spesso pensiamo siano lontane da noi nel tempo e nella geografia, si siano invece consumate sotto casa nostra, sotto gli occhi indifferenti di molti nostri concittadini. In questo luogo ho imparato quanto restare indifferenti all’odio e alla violenza, sia a suo modo un gesto ulteriore di violenza e odio». Quindi, prosegue Ferragni, «oggi voglio condividere questa mia esperienza invitando tutti a visitare il @MemorialeDellaShoah a Milano (in Stazione Centrale) per vedere, pensare, agire. Grazie a Liliana che da donna a donna mi ha dato una lezione di vita, di umanità e di attivismo. Diciamo no all’indifferenza».

liliana segre chiara ferragni

 

È stata la stessa Liliana Segre a fare da guida in quel luogo da cui, il 30 gennaio 1944, tredicenne, fu stipata in un vagone bestiame diretto al lager. Da lì, da quell’antro oscuro della Stazione Centrale, tra il 6 dicembre 1943 e il 15 gennaio 1945 partirono venti treni pieni di ebrei inviati ai campi di sterminio oppure carichi di prigionieri politici diretti ai campi di concentramento nazifascisti.

 

«Sì, ho accompagnato Chiara come una nonna — dice la senatrice al Corriere —, lei ha ascoltato attenta, in silenzio. Si è spogliata della sua immagine e si è posta come una persona che vuole imparare e capire quel luogo che non aveva mai conosciuto prima. E io sentivo di avere fatto la scelta giusta».

 

 

L’invito e il dibattito

chiara ferragni liliana segre

Fu la Comunità di Sant’Egidio, nel 1997, a far conoscere i locali sotto il livello dei binari ordinari che avrebbero in seguito ospitato il Memoriale della Shoah, inaugurato nel 2013: tra i fondatori, la stessa Liliana Segre. Dallo scorso 15 giugno lo spazio si è ampliato e, unendo le forze con il Centro di documentazione ebraica contemporanea Cded, sono stati aperti alla cittadinanza nuovi spazi e contenuti, a partire da una grande biblioteca-archivio che contiene anche il Fondo Segre. Proprio in questa fase la senatrice ha invitato l’imprenditrice, poi l’ha incontrata a casa sua, animata dalla volontà di far conoscere il Memoriale a quante più persone possibile, specie ai giovani.

 

«Il Memoriale della Shoah — spiega Liliana Segre in una nota diffusa dopo la notizia della visita — ha ormai qualche anno ma ancora, persino a Milano, ci sono persone che non lo conoscono, o non sanno esattamente cosa sia o dove sia. Particolarmente preoccupante è scoprire che moltissimi taxisti non ne siano a conoscenza: se nemmeno chi ci porta le persone sa di cosa stiamo parlando vuol dire che dobbiamo attivarci diversamente». Per questo, prosegue, «ho pensato a Chiara Ferragni, che non solo ha un seguito enorme, ma già prima di conoscerla mi sembrava una donna di spessore.

 

liliana segre

Dopo averla incontrata, prima a casa mia e poi in visita al Memoriale, ho potuto conoscere la sua curiosità e disponibilità a mettersi a servizio di questa mia richiesta. La nostra è stata una visita semplice, un incontro tra generazioni, ma anche un passaggio di testimone. Quando i testimoni oculari non ci saranno più, dovremo fare affidamento su tutti quei cittadini che vorranno prendersi in carico la responsabilità di ricordare. Chi meglio di Chiara Ferragni allora, che ogni giorno parla con 27 milioni di persone?

 

Anche solo una minima parte decidesse di fare visita al Memoriale dopo aver visto Chiara, sarebbe un risultato enorme: a loro volta porteranno i familiari, gli amici, i conoscenti, creando così un circolo virtuoso. Questo è un luogo che unisce la morte - con i vagoni vuoti, il muro dei nomi - e vita, grazie alla nuova biblioteca. Insieme abbiamo visitato tutti questi spazi, abbiamo parlato di indifferenza e delle scelte che si possono fare ogni giorno, è stato un bell’incontro».

liliana segre

 

In molti hanno apprezzato la proposta di Liliana Segre, ricordando ad esempio l’effetto trainante della visita di Chiara Ferragni agli Uffizi di Firenze. C’è chi invece si è rammaricato che sia necessario ricorrere agli influencer per avvicinare i giovani. «Alcuni mi hanno accusato di banalizzare la Shoah - dice la senatrice - ma io sono invece sempre più convinta di aver fatto bene. Bisogna saper guardare alla realtà di oggi: le notizie passano attraverso i social, specialmente in casi come quello di Chiara che ha dimostrato di veicolare messaggi importanti già in passato».

 

fedez ferragni

La visita è stata resa nota dopo una settimana molto intensa per Liliana Segre. Lo scorso 23 giugno a Roma ha partecipato alla conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati dell’Indagine conoscitiva della Commissione straordinaria contro l’Istigazione all’odio che lei stessa presiede (vice: Francesco Verducci). Il giorno prima, dopo un anno di lavoro e quasi cento audizioni, era stata approvata all’unanimità la relazione finale in cui si chiede al Parlamento «un intervento normativo urgente. E non solo.

 

Alla senatrice è stata dedicata anche una delle tracce della prima prova della maturità: l’analisi di un estratto del libro La sola colpa di essere nati, scritto a quattro mani con Gherardo Colombo (Garzanti, 2021, proventi dei diritti d’autore devoluti in beneficenza). Quanto a Chiara Ferragni, tra i numerosi post del suo account, lo scorso lunedì 20 giugno è apparsa anche la notizia della sua co-conduzione della prima e ultima serata del Festival di Sanremo 2023.

chiara ferragni fedez fedez chiara ferragni 5chiara ferragni e fedez al met gala 2022 9fedez e gigi hadid al met gala 2022 3

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?