MAMME MACHIAVELLICHE: MANUALE PER GESTIRE MARITO E FIGLI

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Per educare i figli e governare una famiglia numerosa è preferibile il pragmatismo di Machiavelli al dispotismo di Confucio: a sostenerlo è Suzanne Evans nel suo «Machiavelli for Moms» che esce domani nelle librerie d'America per i tipi di Simon and Schuster.

Si tratta di un libro autobiografico nel quale l'autrice racconta come dopo essersi unita in seconde nozze, sommando con il marito quattro figli di diversi matrimoni, ha trovato nel «Principe» di Niccolò Machiavelli le «massime per un'efficace governo dei figli», come recita il sottotitolo.

Fra i primi esempi che fa c'è la frase del pensatore fiorentino, vissuto fra il 1469 ed il 1527, secondo cui «nulla si consuma più rapidamente della tolleranza». Lei l'ha messa in pratica andando al supermercato con i figli: se prima cedeva alle richieste di acquistare qualsiasi giocattolo pur di farli stare buoni, ispirandosi a Machiavelli ha deciso di dare a ognuno di loro - hanno tutti meno di 8 anni una banconota da dieci dollari, consentendogli di spenderla come vogliono, ma assicurando che sarebbe stata l'unica.

«Il risultato è che i bambini hanno scoperto che molti prezzi sono eccessivi rispetto agli oggetti che volevano» scrive l'autrice, ammettendo un'evidente soddisfazione.

Per dirimere i frequenti aspri litigi fra il figlio biologico e quello acquisito si è invece rifatta a un'altra massima: «Un capitano deve ricorrere a qualsiasi arte per dividere le forze del nemico... perché separandole diventano più deboli». Da qui l'iniziativa di metterli in competizione nella non troppo originale - gara a chi riesce ad ottenere migliori risultati a scuola.

«Il risultato è stato indirizzare le baruffe più violente verso uno spirito competitivo di cui hanno beneficiato entrambi» assicura Evans che è ricorsa al «Principe» anche per gestire la crisi famigliare più difficile, dovuta alla sindrome Down che affligge la bambina più piccola - ha 5 anni - e si manifesta con eventi pericolosi e inattesi. Come ad esempio i tentativi di fuggire da casa.

Prima di immergersi nella lettura di Machiavelli, Evans trattava la figlia con mille cure ma a farle cambiare idea è stata la massima: «Quando i principi pensano più a pacificare che a combattere hanno perso i loro Stati».

Quando la piccola Katie ha tentato nuovamente di fuggire, la madre l'ha così condannata a un severo castigo, spiegandole che si sarebbe ripetuto «identico» in ogni simile circostanza.

E ciò si è rivelato un deterrente vincente. Il marito Eric si è spesso congratulato con Suzanne per l'efficacia del metodo Machiavelli, ma anche lui ha finito per doverci fare i conti. È avvenuto quando una sera, sotto le coperte, Eric ha fatto esplicitamente comprendere alla moglie che desiderava un altro figlio.

«Ho percepito una minaccia diretta alla stabilità del mio dominio - racconta lei parafrasando "Il Principe" - e gli ho detto che anziché un figlio avrebbe avuto una vasectomia, cosa che alla fine ha accettato visto che altrimenti non avrebbe avuto più attenzioni a letto». A ispirarla in questa occasione è stato il fatto che «nelle azioni di tutti gli uomini, e specialmente dei principi, si giudica sulla base dei risultati» e per lei era importante evitare il terremoto che un nuovo figlio avrebbe comportato per il «governo della famiglia».

La conclusione del volume porta a dedurre che il pragmatismo celebre come arte di governo degli Stati è preferibile in famiglia all'autoritarismo asiatico professato da Amy Chua, autore nel 2011 del libro «Il ruggito della mamma tigre», anch'esso frutto di esperienze personali. Resta da vedere se il verdetto dei lettori sarà lo stesso.

 

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