bataclan mattanza 2

1. MARIA GIOVANNA MAGLIE: “SIAMO ANCORA LIBERI DI DIRE CHE IL TERRORISMO CI ASSEDIA, CHE FA SCHIFO, CHE LO ABBIAMO SOTTOVALUTATO E PERFINO AGEVOLATO? PARE DI NO, CHIEDILO AL GIORNALISTA TEDESCO MATTHIAS MATUSSEK, LICENZIATO DA “DIE WELT” PER UN COMMENTO 2. CHE AVRÀ DETTO MAI? SEMPLICEMENTE L’OVVIO: ‘’IMMAGINO CHE IL TERRORE DI PARIGI RINFRESCHERÀ IL NOSTRO DIBATTITO SULLE FRONTIERE APERTE E SU 250MILA GIOVANI UOMINI MUSULMANI NON REGISTRATI NEL PAESE”

Maria Giovanna Maglie a Dagospia

LA MEJO PRESS DE NOANTRI ANNA MARIA MAGLIE LA MEJO PRESS DE NOANTRI ANNA MARIA MAGLIE

 

Caro Dago, siamo ancora liberi di dire che il terrorismo ci assedia,  che fa schifo, che lo abbiamo sottovalutato e perfino agevolato? Pare di no, chiedilo al giornalista tedesco Matthias Matussek.

 

Adesso tutti a Molenbeck, quartiere di Bruxellles, in visita al Belgistan, dove ha allevato i terroristi il predicatore Bassam Ayachi, quello che a Bari era stato beccato in flagrante e che era stato anche condannato per terrorismo a otto anni, ma poi tra un appello e l’altro, nonostante un annullamento  di assoluzione con rinvio della Cassazione, è finito libero e bello assieme al suo complice, nel frattempo morto ammazzato mentre addestrava  combattenti in Siria.

 

Die WeltDie Welt

Se leggi le cronache dell’interminabile processo, trovi periti arabi che perdono la voce, melagrane al posto di granate, progetti di attentato a Parigi presi seriamente per racconto di un film; trovi  il suo avvocato, sia l’italiano che l’illustre belga, che rilascia dichiarazioni del tipo “si rischia di condannare un’idea che, per quanto non condivisibile, è pur sempre soltanto un’idea. È come condannare le attività di proselitismo”.

 

BASSAM AYACHIBASSAM AYACHI

Trovi lui, Ayachi, che dice: “Se la ricerca della verità  è un atto di terrorismo, allora io sono un terrorista”, e anche “ Non sono mai stato iscritto ad un partito politico, non ho mai partecipato ad una manifestazione contro uno Stato, in nessun altro Paese hanno intentato una causa contro di me e con i soldi che guadagno aiuto i poveri. Come ha fatto il pubblico ministero  a farmi diventare un grande terrorista? Vuole forse condannarmi a morte perché sono un discendente di Maometto?”. Appunto.

 

BASSAM AYACHI    BASSAM AYACHI

E’ lo stesso  Bassam Ayachi che ora si può vedere e sentire nei video dalla Siria in cui organizza terroristi col kalashnikov al collo, in cui si svela per quello che è, un figlio, morto “martire” nel Califfato, il più piccolo che si chiama Mohammed Atta, come il capo dell’11settembre.

 

Ma sarebbe inutile sparare solo sulla nostra giustizia ipergarantista a giorni e imputati alterni, perché tanto così fan tutti in Europa, visto che il Belgio aveva appena mandato in giro liberi i fratelli  Abdeslam, Brahim e Salah autori delle stragi di Parigi, perché” non  davano segno di costituire una minaccia”.  

 

SALAH ABDESLAM SALAH ABDESLAM

Il punto naturalmente è che o decidi che il pericolo è terribile o no, se lo decidi e ti dichiari in guerra, allora, in attesa di sapere se segui Putin o il tremebondo Obama, in patria devi fare come già i vituperati States dopo l’11 Settembre, e come l’Italia delle Brigate Rosse o la Germania della Raf, devi varare leggi temporanee speciali, che comportano sospensione di alcune garanzie di libertà individuale in cambio di sicurezza, potenziamento dell’intelligence, sostituzione di dirigenti e ministri non adeguati palesemente alla bisogna. Nel Bel Paese del carcere preventivo e dei tre gradi di giudizio anche in caso di assoluzione non dovrebbe essere così difficile come pure sembra.

 

la polizia francese e sulle tracce di salah abdeslamla polizia francese e sulle tracce di salah abdeslam

Dovresti però fare  a meno del coro di prefiche del relativismo, delle colpe dell’Occidente, dell’odio che non va seminato, dei musulmani che sono in grande maggioranza moderati, dei clandestini da accogliere, dei rifugiati politici a un tanto a passaporto falso. Dovresti riflettere sul fatto che il famoso Belgistan è nella capitale dell’Unione Europea.

 

LIBERO TITOLOLIBERO TITOLO

Si, è Bruxelles cuore d’Europa unita: da qui, scorro le cronache degli ultimi giorni, sono partiti i finti giornalisti tunisini che uccidono Massoud in Afghanistan, qui ha vissuto uno dei due fratelli Kouachi, i killer di Charlie Hebdo, ma anche  Mehedi Nemmouche, l’autore della strage al museo ebraico di Bruxelles nel maggio del 2014; qui viveva Ayoub el-Khazani, il terrorista armato di Ak-47 che nell’agosto scorso ha tentato di aprire il fuoco a bordo di un treno Thalys diretto a Parigi. Qui sono state acquistate la mitraglietta Scorpion e la pistola Tokaver usate per l’assalto al negozio kasher a Parigi. Qui è stata noleggiata e poi parcheggiata per quattro giorni la Volkswagen Polo nera usata dal commando del Bataclan.

 

Non dovrebbero accadere storie come quella della rivolta sdegnata contro il titolo, brutto ed efficace, di Libero sui “Bastardi islamici”, laddove il sostantivo sembrerebbe adeguato a degli stragisti, l’aggettivo calzante per dei criminali che hanno fatto un mattatoio urlando “Allah è grande”.

 

merkel obama  merkel obama

Sentite che cosa dichiara un altro boss del terrorismo ospite di Bruxelles.  "Noi crediamo che la sharia avrà il dominio e verrà adottata in tutto il mondo - dice Fouad Belkacem in una intervista alla Cbn News - dobbiamo essere chiari. Non c’è alcuna differenza tra l'islam e la sharia. È solo una questione di nome. La democrazia è l’opposto della sharia e dell'islam. Noi crediamo che il legislatore è Allah. Allah fa leggi ed è lui che ci dice cosa è permesso e cosa è proibito".

 

matthias matussekmatthias matussek

Per il leader di Sharia4Belgium è "bizzarro" sentire qualcuno che dice: "Ho parlato con un musulmano democratico". E spiega: "È come dire di aver parlato con un cristiano ebreo o con un ebreo musulmano. Come puoi incontrare un ebreo musulmano o un musulmano ebreo? Un musulmano che dice di essere contro la sharia non è musulmano. Questa non è una cosa possibile"

una vittima del bataclanuna vittima del bataclan

 

Invece la Germania che non riesce neanche a far giocare una partita senza il terrore che fa? Licenzia un giornalista per aver scritto l’ovvio, e sul suo profilo personale di Facebook, nemmeno in un articolo. Lo fa, suprema prova di piaggeria, uno dei giornali più conservatori della Germania, Die Welt. Il commento scritto dal giornalista Matthias Matussek, un noto professionista sessantenne, nella notte dell’attacco terroristico recitava così: «Immagino che il terrore di Parigi rinfrescherà il nostro dibattito sulle frontiere aperte e su 250mila giovani uomini musulmani non registrati nel Paese».

una donna viene evacuata dal bataclanuna donna viene evacuata dal bataclan

 

Che avrà detto mai? Il direttore della “sorella” Bild (entrambi i quotidiani sono editi dall’Axel Springer Verlag), ed ex ghost writer di Helmut Kohl, Kai Diekmann, apre le danze dell’indignazione, e gli scrive: «Che schifo» Segue il direttore del quotidiano per cui lavora Matussek, Jan-Eric Peters, con un post espresso a nome di tutta la redazione della Welt: «Il mondo civilizzato ha ben altri problemi che occuparsi di un post fuori di testa. Ma sia chiaro: ne prendo le distanze in nome della “Welt” che rappresenta altri valori, libertà e umanità».

 

un sopravvissuto attacco isisun sopravvissuto attacco isis

In pieno incredibile processo politico, Matussek ha perso le staffe, definendo il suo direttore un “Arschloch”, uno stronzo. A quel punto è scattato il licenziamento in tronco del giornalista. Amen.  Nel riferire  della vicenda, La Stampa si esibisce in un commentino compiaciuto finale: ”Un buon segno, se anche sui social media valgono finalmente le regole della società civile. Chi calunnia, offende, istiga all’odio, è giusto che ne paghi finalmente le conseguenze”.

Ma de che? Ecco perché alla nostra condanna non c’è scampo. 

.



 

 

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO