mariangela milly d'abbraccio

“QUANDO MIA SORELLA MILLY HA DECISO DI PRENDERE LA CARRIERA DI PORNOSTAR LE HO SCRITTO UNA LETTERA DICENDOLE CHE FACEVA UNA CAZZATA” – MARIANGELA D’ABBRACCIO, ATTRICE E CANTANTE, APRE LE VALVOLE - "STREHLER FU TENERO, MI VEDEVA PICCOLA, MI CHIAMAVA MARIANGELINA" - LA TOURNÉE CON FIORELLA MANNOIA, IL PROVINO A CASA DI EDUARDO  INCORAGGIATA DA PINO DANIELE, LA RELAZIONE CON ALBERTAZZI E FEDERICO FELLINI CHE MI DISSE: “MA PERCHÉ NEL NOME D’ARTE (DABBRACCIO) NON CI METTI UN APOSTROFO? DIVENTA PIÙ CAPRICCIOSO” –“NON MI PENTO DI AVER RIFIUTATO IL RUOLO DELLA BELLUCCI IN MALÈNA”

Eugenio Murrali per il Corriere della Sera - Estratti

mariangela d abbraccio 5

 

Mariangela D’Abbraccio, attrice, cantante. Una vita da protagonista tra le grandi personalità del teatro. Una vocazione?

«Un destino. Nonno primo violino al San Carlo, nonna pittrice, zii musicisti e una madre che mi ha preparato da subito al teatro. Il nostro gioco di bambine era l’improvvisazione: “Entrate in questa stanza, fate finta che qualcuno vi aspetti di là”».

 

Dov’è nata?

«A Napoli, anzi a Secondigliano. Mia madre, incinta a 16 anni, è scappata di casa perché mio nonno era infuriato. Mentre fuggiva si è sentita male. È andata in un pronto soccorso. Stavamo morendo entrambe. Un coraggioso medico mi tirò fuori per la testa con il forcipe, tanto che poi ebbi il “piccolo male”, però ci siamo salvate».

 

L’infanzia?

«Ad Avellino, dove è la storica famiglia di mio padre, i Cucciniello. Ma verso gli otto anni mia madre ha portato me e mie sorelle a Roma, che nei Sessanta-Settanta era la Dolce vita».

mariangela d abbraccio 4

 

Sua madre, Anny D’Abbraccio, ha contato molto?

«Eravamo quasi sorelle. Era sola, ma per scelta, voleva essere al comando. Si è fatta spazio nel mondo con naturalezza. Questo mi ha permesso di partire con un coraggio diverso, senza paura del futuro.

 

Mi ha mostrato la grande forza delle donne e la possibilità del sogno, che oggi manca».

 

(…)

La sosteneva?

«Mi preparava lei per i provini. Una volta ero a letto con un menisco rotto. Mi arriva una comunicazione dal Piccolo. Strehler vuole vedermi. Mi spacco il gesso e vado, mezza zoppa.

Porto il monologo di Blanche dal Tram di Tennessee Williams, impostato da mia madre. Con me Strehler fu tenero, mi vedeva piccola, mi chiamava Mariangelina.

 

Avrei dovuto fare una breve sostituzione, ma si accorse della gamba. Disse: “Stai attenta, non farti toccare il ginocchio, è un punto molto delicato. Il tuo posto è il palcoscenico, ma ora occupati della gamba”».

 

La musica?

«Nel ’78-‘79 ho fatto una tournée con Fiorella Mannoia. Ero nelle Camomilla, gruppo creato dalla Ricordi. Facevamo metà spettacolo noi, metà Fiorella. Io ho studiato danza classica al balletto nazionale e la produzione voleva ballerine-cantanti. Eravamo in cinque, Spice Girls d’altri tempi e latitudini. Avevo 15 anni. Come fai a dire di no?

 

Frequentavo gente di musica, ma pensavo al teatro. Enrico Ruggeri l’ha scritto nella sua autobiografia: “Ho incontrato Mariangela che diceva sempre: voglio fare l’attrice”».

mariangela d abbraccio 1

 

E Pino Daniele?

«Mi indicò la strada: “Tu sei napoletana e vuoi fare l’attrice, devi iniziare da Eduardo, dalle tue radici”. Corsi a cercare De Filippo. L’anno prossimo sarò in tour con uno spettacolo su entrambi, perché Eduardo era un’ispirazione per Pino».

 

Lei è stata candidata al Premio Tenco…

«Sono stata ovunque con il concerto di canzoni napoletane E chi mo canta appriesso a me? Ho persino chiuso le olimpiadi a Casa Italia a Londra nel 2012, una bella emozione. Ne nacque un disco e la casa di produzione mi candidò. Inaspettato regalo».

 

Torniamo a De Filippo.

«Stava facendo le sue lezioni all’università di Roma. Andai: “Mi scusi, direttore — lo chiamavano così —, posso assistere? Studio recitazione”. E lui: “Vieni domani a questo indirizzo, mio figlio cerca un’attrice”. Mi ritrovai a casa di Eduardo. Esordì: “Ci sono due commedie che puoi fare, adesso incontri Luca”.

 

milly d abbraccio 7

Poi aggiunse: “Sei emozionata? Beviti un’aranciata”. Feci una lettura insieme a Luca, che mi volle in compagnia ed è stato davvero importante per me: aveva una sensibilità diversa dal padre, ma era anche lui attore sublime e capocomico di altissimo livello. Recitai diretta da Eduardo: il suo Ditegli sempre di sì e Tre calzoni fortunati di Scarpetta. Eduardo capiva chi eri da come camminavi, guardavi o parlavi».

 

Com’era?

«Nessun attore gli si avvicinava. Io invece, nella mia incoscienza, gli parlavo: “Scusi, ma lei non mi dice mai niente, non mi dà indicazioni?”. E lui: “Non ho detto niente, perché non c’è niente da dire, quando ci sarà da dire, dirò”.

Con me era accogliente, con altri molto severo. Andava a simpatia, ma simpatia per il talento».

 

Quando è diventata da Cucciniello D’Abbraccio?

milly d abbraccio 8

«Mia madre scelse il nome d’arte Dabbraccio. Però Federico Fellini mi suggerì di modificarlo. Stavo girando con Franco Zeffirelli La traviata , ero una delle zingarelle. Andai a Cinecittà a trovare Federico. Nacque un rapporto di amicizia. Mi disse: “Ma perché non ci metti un apostrofo? Diventa più capriccioso”.

 

Ho messaggi lunghissimi di Federico sulle vecchie cassette della segreteria. Lo vidi una delle ultime volte nel suo studio a Roma. Aveva grande difficoltà a mettere su un film e questo l’addolorava. Certi incontri mi hanno nutrito e non mi hanno lasciata mai sola nella vita, penso anche a Francesco Rosi, a Giuseppe Patroni Griffi».

 

Insieme a Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni sta portando in scena Un perdente di successo, dall’autobiografia di Giorgio Albertazzi, ideato dalla moglie Pia Tolomei di Lippa. Il 16 dicembre sarà all’Argentina di Roma. Albertazzi?

«Un incontro umano e professionale. Non voleva essere un maestro, ma si faceva derubare, provocava consapevolezze. Grazie a lui ho capito cosa fosse per me stare su un palcoscenico, agganciare la fantasia del pubblico. La nostra relazione è arrivata dopo.

Sono stata una persona significativa per lui, ma certo non come Pia, la donna della sua vita, sempre tesa al suo bene.

 

albertazzi

Lei e io siamo come sorelle. I pochi anni con Giorgio? Intensi e creativi. Dopo spettacoli come Svenimenti, Dannunziana , Casanova , sono andata con le mie gambe. Ero inquieta, non mi accontentavo mai. Con me lui non era protettivo come con altri. Mi sfidava, mi provocava».

 

La bellezza conta?

«In teatro la bellezza è un’altra cosa. Spesso il palco è feroce, se non hai talento diventi brutto. In un mondo come questo, il teatro è rivoluzione. Fuori ci sentiamo tutti fragili, vittime di gabbie sociali, a teatro puoi essere quello vuoi, senza sovrastrutture, limiti, puoi cambiare il tuo destino, avere anche un’altra età».

 

Cinema e tv?

«Ho detto molti no. Un giorno Luciano Vincenzoni, grande soggettista e sceneggiatore, mi vuole incontrare. Lo vedo a cena e mi parla di un suo soggetto, un film a cui tiene tanto e che racconta della sua infanzia, di una donna bellissima. Mi dice che ha pensato a me. Il film era Malèna . Ringrazio, ma non do peso. Scopro poco dopo che Vincenzoni è furibondo con me. Lo chiamo e lui davvero è in collera, perché io non mi sono fatta più viva. Mi dice che il film è in mano a Scola. Poi lo ha realizzato Giuseppe Tornatore con Monica Bellucci, che io adoro. Solo per dire quanto ero distratta dal teatro».

mariangela d abbraccio

 

Se ne pente?

«No, perché il teatro è libertà e la libertà è la cosa a cui tengo di più nella mia vita».

 

(…)

Con sua sorella Milly D’Abbraccio come vivete la differenza?

«Vive la difference! Siamo molto legate e diverse. Quando ha deciso di prendere la carriera di pornostar io le ho scritto una lettera dicendole che per me faceva una cazzata, perché aveva un sacco di talento. Il talento non manca in famiglia, un’altra sorella, Yvonne, ha una grande scuola di recitazione, e Jacqueline è una cantante dalla magnifica voce».

 

 

mariangela d abbraccio 6MILLY D'ABBRACCIO

 

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM  LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA