MEDIASET, DA PADRONE A CLIENTE - QUATTO QUATTO, SENZA SQUILLI DI TROMBA, IL BISCIONE HA PERSO IL CONTROLLO DI ENDEMOL, OLTRE A CENTINAIA DI MILIONI NELL’INVESTIMENTO - L’AD BASSETTI: “MEDIASET SARÀ NOSTRO CLIENTE COME TUTTI GLI ALTRI” - IL GRUPPO ORA È IN MANO AI FONDI SPECULATIVI (ERANO CREDITORI), CHE NON HANNO SINERGIE INDUSTRIALI COME MEDIASET - RIUSCIRÀ LA CASA DEL “GRANDE FARDELLO” A POMPARE UTILI, UNICO INTERESSE DEGLI HEDGE FUND?...

1 - MEDIASET: MUSOLINO, PER ORA NO POSSIBILITA' DI REINVESTIRE IN ENDEMOL
Radiocor del 23 febbraio 2012 - "Alle condizioni attuali non c'e' alcuna possibilita' di reinvestire in Endemol" per Mediaset. Questa la risposta agli analisti di Massimiliano Musolino, general manager operations di Mediaset Espana, societa' attraverso cui il gruppo Mediaset detiene la partecipazione del 33% nella societa' olandese di format tv. Con il processo di ristrutturazione di Endemol, i creditori diventeranno azionisti del "Grande Fratello" e Mediaset scendera' al 6-7%.

Alla domanda di un analista su eventuali opportunita' per investire di nuovo in Endemol rafforzando la propria presenza, Musolino ha commentato: "Abbiamo fatto un'offerta con un partner finanziario nei mesi scorsi, ma e' stata rifiutata dai creditori. Se i creditori, che diventeranno azionisti di Endemol, decideranno come sembra di non procedere a una vendita agli attuali valori di mercato ma di aspettare un recupero di valore, non c'e' possibilita' per noi di mettere altre risorse su Endemol".


2- «ENDEMOL ALL'OFFENSIVA SUL WEB» - «IL GRUPPO MEDIASET RESTERÀ NOSTRO CLIENTE COME TUTTI GLI ALTRI LEADER DI MERCATO»
Simone Filippetti per "il Sole 24 Ore" di ieri, 4 marzo 2012

YouTube e i social network. Nel futuro del Grande Fratello ci sono nuove forme di intrattenimento. Evitato il dissesto finanziario, la casa televisiva olandese Endemol può tornare a concentrarsi sul business. La televisione degli ultimi 50 anni è il passato: sempre meno persone guardano la tv, ma mai come oggi la gente passa così tante ore davanti a uno schermo, dal pc allo smartphone al tablet.

Così dopo aver rivoluzionato quindici anni fa il mondo della tv, nonché intere generazioni di adolescenti, Endemol rimescola le carte. Necessario fare un passo in avanti ed essere ancora una volta i pionieri. Sistemato il macigno del debito (2,1 miliardi di euro scesi a 500 milioni) e rifiutato il corteggiamento del colosso di Hollywood Time Warner e dell'italiana Clessidra, il presidente (con funzione di ad) del gruppo, l'italiano Marco Bassetti, dal suo ufficio di Londra traccia la nuova rotta.

Dopo un anno e mezzo di limbo, Endemol è salva. I creditori prendono il controllo, mettendo in minoranza gli azionisti storici. Come reagite?
I creditori hanno deciso di convertire dando fiducia alla società, al suo piano di rilancio alla luce degli ottimi risultati maturati quest'anno. Ora Endemol ha una struttura di bilancio solida, il debito sarà assolutamente sostenibile e la società ha grosse potenzialità di crescita. È bene comunque chiarire che si tratta di un accordo preliminare che dovrà essere formalmente approvato.

FonSai, Seat, Endemol, tre casi molto simili con debiti superiori ai 2 miliardi ma con soluzioni diverse. Come avete convinto i cinici hedge fund?
Nel nostro caso abbiamo convinto i creditori a diventare azionisti, dopo aver tagliato e ristrutturato, ora siamo più efficienti e flessibili. Non è stata una passeggiata di salute, ma i risultati di quest'anno dimostrano che la società ha un business forte, sano e in crescita.

Che succederà con Mediaset, uno dei tre soci storici nonché uno dei clienti principali?
Endemol è sempre stata e sarà una società indipendente. Per quanto riguarda Mediaset, rimarrà nostro cliente: nei Paesi dove siamo presenti, i nostri clienti sono i leader di mercato e Mediaset lo è in Italia e Spagna.

Ma un business con molta concorrenza dà meno ricavi e margini. Come contrastare il trend?
Questo è vero, ma è anche vero che la tv commerciale è di gran lunga il mezzo che raggiunge il maggior numero di consumatori. C'è una forte tendenza nelle televisioni europee a tagliare costi (per BBC 3.500 licenziamenti in due anni) e i programmi prodotti all'esterno costano molto meno: è il nostro mestiere e una grande opportunità per noi. In Italia so che ci sono piani di riduzione da parte di Rai e Mediaset, spero però che i tagli avvengano più su costi di struttura che sul prodotto perché in Italia c'è una scarsa innovazione, dovuta anche alla modesta penetrazione di contenuti nei new media.

Ma se la torta pubblicitaria cala, anche i prezzi scendono. E quindi si torna al problema di partenza...
Noi ci siamo già adeguati al nuovo contesto e stiamo producendo una serie di programmi «low cost». Gli introiti che si perderanno nella pubblicità, Endemol li recupererà con nuove forme di ricavi: sfruttando il brand e le modalità «fuori onda». Per esempio, il nostro programma The Bank Job è stato presentato come un gioco multipiattaforma e una settimana dopo la prima puntata aveva già totalizzato 1,7 milioni di partite online.

Creare marchi forti per poter aggredire nuovi mercati è il nostro principale impegno. Se è vero che le tv tradizionali oggi perdono audience, a livello complessivo le ore passate davanti allo schermo per intrattenimento aumentano. Per questo lavoriamo con tutti i grandi social network, che saranno in futuro i veri concorrenti delle televisioni tradizionali: anche in Italia abbiamo canali con YouTube.

Intanto, però, dovete fare i conti con un mercato stanco. Dopo tredici anni, il Grande Fratello sembra ormai avere il fiato corto. I reality show sono a fine corsa?
È vero il contrario. I reality ora sono ovunque. Prima c'era solo il Grande Fratello, oggi sui nuovi canali digitali, il 90% dei programmi sono reality. Il reality è ancora una componente del business di Endemol, ma oggi abbiamo fatturati maggiori in altri generi come i game e le fiction, nei quali stiamo crescendo a due cifre.

La Endemol del futuro sarà dunque meno tv in senso tradizionale e più marketing?
Il vero grande rischio per le Tv generaliste è di invecchiare con il suo pubblico, la vera sfida per chi fa televisione è quella di attrarre le nuove generazioni. Endemol ha le carte giuste: siamo presenti in 31 Paesi, espanderemo la nostra gamma di prodotti su tutta la piattaforma.

Ma con l'Italia in recessione e l'Europa al palo, dov'è la crescita?
Anzitutto vorrei ricordare che siamo leader mondiali nel nostro settore. Stiamo crescendo a doppia cifra nei game e nella fiction. Negli Usa siamo entrati nella fiction e siamo leader nella tv via cavo, cresciamo anche nei paesi emergenti come Brasile, Russia e India ma essendo presenti ormai in 31 paesi con strutture produttive e operative, più che crescere vorremmo espandere la nostra gamma di prodotti su tutta la piattaforma, rispondendo alla crescente domanda di contenuti di intrattenimento.

 

 

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