MEMORIE DI UNA MISTRESS – L’EX “DOMINATRIX” MILANESE VERA NEVI RACCONTA LE SUE AVVENTURE CON CLIENTI CHE SI FANNO MENARE, FRUSTRARE, CAVALCARE, MA SENZA TROMBARE – BARBARA COSTA: “E' GENTE COMUNE CHE IN SEGRETO VA DA UNA MISTRESS COME VERA PER STARE LÌ A SPAZZOLARLE I CAPELLI, A LECCARE LE SUOLE DELLE SUE SCARPE, A FARSI INSULTARE” – “QUESTI UOMINI NON SONO MALATI. SONO PERSONE CHE COSÌ CI NASCONO, FA PARTE DELLA LORO NATURA. PRIMA O POI QUESTE PERSONE DEVONO…”
Barbara Costa per Dagospia
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Ci sono uomini feticisti che fanno sadomasochismo senza sesso. Il sesso è totalmente escluso, bandito, non fa neanche lontanamente parte della loro ricerca orgasmica. Sono uomini che hanno usuale vita sessuale con la partner che amano e con cui stanno almeno in pubblico in coppia monogama. Difatti: fino a che punto si tratta e si può definire "tradimento" quello che questi mariti fanno con la mistress che in media una volta a settimana chiamano, e pagano, per dare con lei sfogo alla loro natura bdsm più profonda e vera?
E Vera di cognome Nevi è il nome di copertura con cui una ragazza di Milano, ex mistress, ce lo svela in "Finché nessuno muore" (una autobio sado romanzata, ed. Laurana) chi sono questi uomini suoi ex clienti che si fanno menare, frustrare, cavalcare, a 4 zampe, in sado sottomissione completa.
E con una sorpresa: tra i clienti alla voluta ma supplice ricerca di botte e dolori ci sono anche quelli che pagano per realizzare le loro fantasie più riposte però non sudicie secondo il comune senso del pudore. Pensate che ci sono uomini – e non fai alcuna fatica a identificarli: sono gente comune, colleghi di lavoro, dirimpettai, dog-sitter, medici, parenti, e pure stretti – che in segreto vanno da una mistress come Vera… per stare lì… a spazzolarle i capelli, e a fargli le trecce.
Uomini che fin da quando bussano alla porta di Vera cambiano tono di voce… e entrano… e si dirigono felici dritti alla sua scarpiera… perché il loro feticismo consiste… nello stare lì un’ora a leccare le suole delle sue scarpe.
E uomini feticisti che richiedono sessioni elaborate tipo film, anzi meglio, tipo manga, i cartoni animati coi quali in tv sono cresciuti: ed eccoli che lì, da Vera, prendono prontamente l’identità di quei cartoni, e spesso sono cartoni animati di combattimenti: c’era un suo cliente che andava da lei per diventare con lei… “un eroe dei fumetti che moriva al rallentatore, ucciso da armi particolarmente cruenti, una palla di fuoco che lo colpiva e lo faceva tarantolare”, urlare, per il dolore causato dalle fiamme.
La scena terminava con lui che moriva arso, per terra (sempre per finta, eh!). Finito, eccolo all’istante riassumere la personalità ammessa in società, e pagare e salutare, ricomposto come se nulla fino a poco prima fosse stato fatto, recitato, morto, sul pavimento. Fino al prossimo incontro.
Questi uomini feticisti particolarissimi non sono malati, sono sani come lo siamo io e te che mi leggi e che come me un feticista così non sei. Sono persone che così ci nascono, sviluppando nella loro mente un feticismo che fa parte della loro natura, e che cresce con loro e che matura assieme al loro sviluppo complessivo. Prima o poi queste persone devono vivere e sfogarla, questa parte feticista della loro indole, e lo fanno con mistress apposite.
Sono mistress che sanno "reggere" mentalmente simili sessioni, e clienti. E sono pure mistress che in alcuni casi sono pagate per esaudire feticismi che prevedono esclusivamente insulti, allo schiavo fetish, sì ma… insulti che per lui volere devono mirare a sua moglie, a sua madre, chi tra i suoi affetti i più cari. Sono persone che trovano la voluttà nel sentirsi svalutati per ciò che di più vicino – e sacro – hanno a sé.
Non sono tuttavia mariti che odiano le proprie mogli, o figli che stanno in disaccordo con le loro madri. Riconosco che è complicato accettare la logica di quanto scrivo, e nondimeno la mistress Vera lo spiega mirabilmente: “Sono pulsioni talmente forti… e che però c’entrano poco o niente con il sesso”, sia vagheggiato che praticato, “l’unica cosa che qui conta è il controllo, e quello che regala piacere è come riuscire a perderlo nel modo più umiliante possibile”.
E allora vai col feticista che magari a casa sua non alza un dito, e che però a casa di Vera paga per pulirgliela. E ecco il feticista che sta un’ora con Vera per indossare quel tutù e quelle scarpette da ballerina numero 43 trovate agilmente sul web. E eccolo stare lì a piroettare felice (è garantito, a far la mistress di feticisti tali, urge nervo e tatto e saldezza e nerbo non sempre e solo di frusta).
E poi feticista che tutù e scarpette li lascia alla mistress, da custodire, perché, eh, lui mica può rientrare a casa sua con quella roba: e se la moglie la scoprisse? Che dirle? Come spiegarle? E farle capire? Scrive Vera Nevi: “Chi ricopre il ruolo di moglie non ti disprezzerà mai quanto e come tu sadomasochisticamente vuoi e ricerchi”.
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